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FRATTINI CONTRO L'EUROPA. «Sui migranti non decidono UE e pm»


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FRATTINI CONTRO L'EUROPA. «Sui migranti non decidono UE e pm»
L'ex ministro degli Esteri smonta l'inchiesta diAgrigento e sferza il Ppe: «Segua Orban»

LAURA TECCE
Libero, 2 settembre 2018

Due volte ministro degli Esteri nei governi Berlusconi, vice presidente della Commissione europea e Commissario per la giustizia, libertà e sicurezza. Franco Frattini, che oggi nella sua veste di magistrato si occupa di immigrazione e processi di mafia, lue e i suoi meccanismi li conosce bene. 

Hanno ragione gli euroscettici quando affermano che l'attuale assetto dell'Ue non funziona? È davvero il regno dei burocrati? 

«Da vice presidente della Commissione ho messo più volte all'indice l'eccesso di burocratizzazione rispetto alla politica, problema che si è aggravato negli ultimi anni. In un momento in cui abbiamo il terrorismo, problemi legati alla crescita economica e all'immigrazione, la percezione è quella di un'Europa che si occupa di argomenti lontani, addirittura fastidiosi per i cittadini». 

Come sul cambio dell'ora... 
«Fanno una consultazione su un campione di 5 milioni di europei su 500 milioni e con una direttiva calata da Bruxelles pensano di farci cambiare le abitudini di vita. Questo da l'idea che l'Ue sceglie di occuparsi di questioni meno complicate invece che prendere di petto quelle più critiche: sono anni che si prendono impegni che poi non vengono rispettati. Nel Trattato di Lisbona del 2009 una norma ribadisce che le questioni migratorie sono una competenza comunitaria, non dei singoli Stati. Un principio vincolante che purtroppo è rimasto sulla carta. L'unica cosa positiva che vedo è il semestre di presidenza austriaca, con il cancelliere Sebastian Kurz che ha scelto come motto «L'Europa che protegge»: dal terrorismo, dalla speculazione e che protegge i confini. Ha colto nel segno, questi sono i desideri dei cittadini europei». 

L'incontro tra Salvini e Orban ha gettato le basi per un progetto europeo alternativo all'assetto attuale. È possibile l'ingresso della Lega nel Ppe? 
«Quello di Milano è stato un incontro tra due capi di partito che stanno ragionando anche in vista delle Europee. Non è un caso che sia Orban che Kurz siano tutt'ora nel Ppe: è in corso una riflessione interna e se i due si espongono con frasi severe sicuramente c'è la volontà di rivedere alcune posizioni. In veste di coordinatore della politica estera dell'Ue varai la direttiva sui rimpatri e una norma che prevedeva banche dati per mettere in connessione le polizie europee, anche per schedare le impronte digitali di chi entra e chi esce dal territorio europeo. Se queste iniziative le avessero fatte funzionare, i terroristi del Bataclan non sarebbero stati liberi di muoversi indisturbati». 

Cos'è che l'ha impedito? 
«La Corte europea dei diritti dell'uomo, con la direttiva sulla privacy, ha smantellato le norme più rigorose sulla sicurezza. Poi all'interno del Parlamento europeo i liberali, i liberaldemocratici e i socialisti si sono coalizzati e hanno portato avanti politiche molto morbide sui principi di protezione dei cittadini e sulla lotta al terrorismo». 

Salvini parla di Lega delle Leghe. 
«Il progetto potrebbe non essere alternativo al Ppe, ma è evidente che la voce di Kurz e Orban, che rispondono alle attese della popolazione, vada ascoltata. L'altra ipotesi del tutto opposta è che Orban si secchi di essere attaccato dai suoi alleati europei e confluisca in una nuova formazione guidata da Salvini, a quel punto il Ppe potrebbe non avere più la maggioranza a Bruxelles». 

Nei confronti di Salvini la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo con 50 pagine di accuse, 5 reati contestati, 30 anni di carcere come pena massima. 
«Pur senza commentare le azioni di un altro magistrato, ricordo che chi dovrà formulare i capi di imputazione per il Tribunale dei ministri è Palermo, che potrebbe non condividerli, e in ogni caso i giudizi non li emettono le procure, ma i tribunali. Detto ciò, se io incrimino per sequestro di persona vuoi dire che contesto di aver privato della libertà personale una persona che è libera di muoversi. Ora, chi non è identificato ed identificabile non è libero di andare dove vuole. Si contestano poi gli arresti illegali, ma io non ho visto mandati di arresto, è stato solo dato ordine di non identificare: l'inerzia equivale ad un arresto illegale? Se la contestazione riguarda la politica del governo sulla questione dell'immigrazione, questa deve essere giudicata dagli elettori e non dai magistrati»
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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 6.9.18. per la sezione , , , , , , , , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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