Nato:Frattini a Parigi per colloqui con Fabius e Le Drian


Ex ministro ringrazia la Francia per conferimento Legione d'Onore 

Missione a Parigi dell'ex-ministro degli Esteri, Franco Frattini, unico candidato ufficiale alla segreteria generale della Nato. Nella capitale francese, Frattini - a cui la Francia ha conferito la Legione d'Onore, uno dei massimi riconoscimenti della nazione - e' stato ricevuto dal ministro degli Esteri Laurent Fabius e dal ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian. 

''Ringrazio la Francia per avermi conferito la Legione d'Onore'', ha affermato Frattini, interpellato dall'ANSA al termine dei colloqui con le alte cariche transalpine. Quanto alla candidatura alla presidenza della Nato, l'ex vicepresidente dell'esecutivo Ue ha spiegato che non spetta a lui commentare la posizione di Parigi al riguardo. 

Con Fabius e Le Drian, ha detto Frattini, ''c'e' stato un incontro di sostanza, e' stata un'occasione particolarmente importante riflettere insieme alla Francia'' sui temi legati a una ''difesa europea ben integrata''. L'incontro ''ha una valenza particolare''. ''Da europeista convinto - ha continuato l'ex ministro - non ho avuto difficolta' a esprimere questo concetto''. 

Frattini ha anche ricordato di aver effettuato in questi ultimi mesi numerose missioni, in paesi come Stati Uniti, Spagna, Grecia, Lituania, Slovenia, Ungheria, e Slovacchia. A inizio febbraio volera' a Londra

Da parte loro fonti del Quai d'Orsay non si sbottonano su un possibile appoggio francese alla candidatura di Frattini, ma dicono che quella di oggi e' stata una ''visita di amicizia''. E anche Fabius, nel tardo pomeriggio, ha salutato pubblicamente la visita di Frattini con un messaggio sul suo profilo Twitter. 


Il mandato dell'attuale segretario della Nato, Anders Fogh Rasmussen, e' stato recentemente prorogato fino al 30 settembre 2014. Secondo indiscrezioni, oltre a Frattini, sarebbero interessati alla guida della Nato anche il ministro della difesa del Belgio, Pieter de Crem, e l'ex ministro della difesa polacco, Radoslaw Sikorski.

Fonte: ANSA

18.12.13 | Posted in , , , , , | Continua »

KRG signs agreement with Italian Society for International Organisation


Minister Falah Mustafa led a senior delegation from the Department of Foreign Relations to Itlay last week where they met Italy's Deputy Foreign Minister, visited the parliament and Minister Mustafa signed an agreement with the Italian Society for International Organisations.

The delegation consisted of the Kurdistan Regional Government's Representative to Italy Rezan Kader, the Assistant Head of the DFR Siham Jabali, advisor at the DFR Saleem Ibrahim, as well as Directors at the DFR Hoshang Mohamed, Tawfiq Rahman and Omer Rashid.

During the four-day visit, the delegation met with Deputy Foreign Minister Lapo Pistelli. Minister Mustafa thanked Mr Pistelli for the Foreign Ministry’s cooperation and said, “The KRG places great importance on its relations with Italy and would also like to thank the Representative Office in Italy and the Italian Consulate in Erbil for the role they play in strengthening our mutual relations.”

Deputy Minister Pistelli welcomed the delegation and said he was pleased at the level of development in bilateral relations highlighting the increase in the number of Italian companies working in Kurdistan. Both sides discussed the latest in Kurdish, Iraqi and regional political and security developments. The delegation also met with a number of other senior officials at the Italian Foreign Ministry.

Later during the visit, Minister Mustafa and Italy's former Foreign Minister Franco Frattini signed a memorandum of understanding between the DFR and the Italian Society for International Organisations (SIOI) which Mr Frattini now heads. The MOU was finalised and signed after Prime Minister Nechirvan Barzani approved on a proposal earlier this year.

During his visit to the SIOI, Minister Mustafa spoke at a seminar attended by over 150 diplomats, professors, academics, researchers and journalists. He briefed the audience on the geopolitical influence of Kurdistan, the history of the Kurdish people, the tragedies that they have overcome, the developments since the uprising of 1991 and the future of the region.

Also in the framework of the delegation’s trip to Italy, they visited the Italian Parliament where they were received by the Vice President of the Senate, Valeria Fedeli. Minister Mustafa briefed her on the forthcoming Iraqi parliamentary elections scheduled for April 2014 and spoke about how both Kurdistan and Iraq can benefit from Italy given its history and experiences in democracy. He asked Vice President Fedeli for her support in trying to bring further international recognition of the genocide committed by the former Ba’athist regime against the Kurdish people.

The delegation also visited Perugia University, where Minister Mustafa gave a lecture and met with various officials from the university as well as local government officials. 

The delegation met with various diplomats from the international community as well as members of the business community in Italy. They also paid a visit to the Holy See at the Vatican where they met with Cardinal Francesco Coccopalmerio. Minister Mustafa outlined Kurdistan's culture of compassion and co-existence and spoke about the Christian community in the region and the Syrian crisis which had resulted in close to 250,000 refugees fleeing there.







18.12.13 | Posted in , , , , , , | Continua »

Dieci ragioni per cui l'Italia può vincere la sfida per la segreteria della Nato


di Gabriele Natalizia e Andrea Carteny

L’Italia deve ritrovare il proprio ruolo in Europa e nello scenario internazionale. Indiscutibilmente il rilancio del nostro Paese passa per due binari, solo apparentemente paralleli: quello della politica domestica e quello della politica internazionale. Per quanto riguarda il primo è noto a tutti come la revisione qualitativa e quantitativa della pressione fiscale, un progetto di ampio respiro per il rilancio delle imprese, la riforma del sistema giudiziario e un ripensamento dei punti relativi ai poteri delle principali cariche dello Stato siano i temi che sono – o che dovrebbero essere – all’ordine del giorno dell’agenda politica. 

Per uscire dall’angolo in cui sembriamo esserci cacciati, tuttavia, il rafforzamento della posizione internazionale dell’Italia – e del suo relativo prestigio – sembrano essere fattori altrettanto significativi, per conseguire i quali occorre una strategia condivisa dai principali attori politici, economici e sociali e, contestualmente, avulsa dal provincialismo di logiche di partito dal corto respiro.

Dopo il successo conseguito con la nomina di Direttore della Banca centrale europea di Mario Draghi nel novembre 2011, nell’immediato futuro Roma può realisticamente coltivare l’ambizione per un’altra carica di altissimo profilo che nel corso del 2014 sarà vacante, quella di segretario generale della Nato.

È possibile elencare brevemente sia le ragioni di ordine strutturale, che rafforzano le ambizioni del nostro Paese per questo ruolo, che quelle di ordine individuale, legate alla candidatura di Franco Frattini presentata ufficialmente già dal 12 settembre 2012. Queste, se non fossero prese in adeguata considerazione dagli altri membri dell’Alleanza Atlantica, potrebbero costituire un ostacolo quasi insormontabile per qualsiasi spiegazione volta a legittimare una scelta in senso diverso.

Tra le spiegazioni di ordine strutturale va ricordato che l’Italia:
1. è il quinto contributore al budget della Nato, dopo Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Francia;

2. ha una capacità di proiezione delle forze in grado di spiegare più di seimila effettivi in operazioni di gestione delle crisi all’estero;

3. con i suoi quattromila soldati dispiegati in Afghanistan è il secondo contributore all’operazione International Security Assistance Force (Isaf);

4. rappresenta il centro geopolitico della macroregione – il Mediterraneo “allargato” – dove sono in atto le dinamiche più preoccupanti per il mantenimento di quell’ordine internazionale che ha costituito la nuova mission della Nato dopo la fine della Guerra fredda (Balcani, Libia, Sahel, Siria, Libano);

5. è la principale candidata degli Stati del sud Europa dell’Alleanza, cui– oltre che per considerazioni di carattere strategico – dovrebbe spettare il ruolo anche perché negli ultimi quindici anni la Nato è stata guidata da un inglese (Lord Robertson: 1999/2003), poi da un olandese (Jaap de Hoop Scheffer: 2004/2009) e, infine, da un danese (Anders Fogh Rasmussen: dal 2009). Se la Francia storicamente non esprime un segretario per via delle prospettive divergenti e della volontà di autonomia che spesso ne hanno caratterizzato i rapporti con gli Stati Uniti e con l’Organizzazione, la Spagna ha ricoperto la carica dal 1995 al 1999 con Javier Solana. Al contrario l’Italia ha esercitato una sola volta la carica e, perlatro, la segreteria di Manlio Brosio risale a quarant’anni or sono (1964-1971).

Queste ragioni, che riguardano i rapporti strutturali tra gli Stati membri della Nato, devono essere integrate da alcune considerazioni che fanno di Franco Frattini la best choice su cui puntare per uscire vincitori da questa importante sfida:

1. si presenta come un candidato di altissimo profilo, avendo ricoperto le cariche di ministro degli Affari esteri, presidente del Comitato di controllo sui Servizi segreti e Commissario per la Sicurezza e Vice Presidente della Commissione europea;

2. ha ricevuto l’endorsement prima del governo Monti e poi del governo Letta, dimostrando una spendibilità della sua figura trasversale ai principali partiti politici e sancita definitivamente con il forte sostegno conferitogli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;

3. per rafforzare il suo profilo super partes è uscito dal Popolo delle Libertà e ha scelto di non ricandidarsi alle elezioni politiche del 2013;

4. è, finora, il candidato unico per la corsa a Segretario generale, in quanto il ministro polacco Wladislaw Sikorski dopo un’iniziale interesse ha ritirato la sua candidatura (e la Polonia è il decimo contributore del bilancio della Nato), mentre il ministro della Difesa belga Pieter De Crem si è proposto come second best choice dopo Frattini (e il Belgio è l’undicesimo contributore del bilancio della Nato);

5. da più di un anno Frattini risponde agli inviti che arrivano dalle capitali degli Stati membri dell’Alleanza. Viaggia molto e parla direttamente con Capi di Governo e Ministri. Qualche giorno fa la Bonino, durante la Ministeriale Esteri della Nato, oltre a confermare l’impegno del governo per questa candidatura ha precisato che «ci sono Paesi che pensano e altri che hanno già dato l’appoggio». Tra questi ultimi sembra che Francia, Spagna, Grecia, Turchia, Canada, Balcani, e molti Paesi dell’Est europeo abbiano già sciolto ufficialmente la riserva in favore dell'Italia. Anche il rapporto di Frattini con gli Stati Uniti è consolidato: la sua fedeltà transatlantica è sempre stata apprezzata dalle Amministrazioni che si sono succedute alla Casa Bianca, come confermato dall’ottimo rapporto con Hillary Clinton e, di conseguenza, con Barack Obama.

La proroga del mandato fino al 30 settembre 2014 per l’attuale Segretario generale Anders Fogh Rasmussen, decisa in queste ore dai rappresentanti permanenti dei Paesi membri del Consiglio Atlantico, è finalizzata ad assicurare l’organizzazione del summit Nato in programma per il 4-5 settembre 2014 e sembra più che altro rilassare le trattative per la successione, rafforzando il “nostro” candidato, confermandolo come il migliore in campo. 


16.12.13 | Posted in , , , , | Continua »

Turchia: Frattini, ingresso in Ue è interesse europeo


Ambasciatore Akil,ruolo strategico globale grazie a crescita

'L'Italia e' partner strategico della Turchia e sono certo che durante il nostro semestre di Presidenza dell'Ue, fra luglio e dicembre 2014, Roma dara' un forte impulso per la ripresa delle trattative tra Bruxelles e Ankara sui capitoli di adesione e fare cosi' avanzare il  negoziato per troppi anni rimasto congelato''. 

E' quanto torna a ribadire l'ex ministro degli esteri, Franco Frattini, presentando alla Societa' Italiana per l'Organizzazione internazionale (Sioi) il volume di studi ''La Turchia come attore globale e regionale'', coordinato dal prof. Ferrari Bravo e curato da Pietro Gargiulo. ''E' innanzitutto nell'interesse europeo - avverte Frattini - avere una Turchia stabilizzatrice all'interno dello spazio Ue''.

Per tanti e innumerevoli motivi. ''Per il ruolo che e' stata in grado di svolgere nel Caucaso, in cui stiamo vivendo momenti di difficolta' nei rapporti fra Armenia e Azerbaigian (Paese quest'ultimo su cui Ankara ha una presa); per l'essere in grado di avere un certo sguardo sull'Iran; per la sua capacita' di

giungere a una normalizzazione dei rapporti con Israele e di ricoprire un ruolo importante nel Mediterraneo e nella crisi siriana, in tema di nucleare e, non ultimo, nella riconciliazione con il popolo curdo. Una cosa inimmaginabile solo due anni fa''. Ovvio, prosegue Frattini, ''il nostro interesse a che Ankara entri a fare parte dell'Unione e' anche economico''.

La Turchia e' ''determinante per la sicurezza energetica dell'Europa e rappresenta un hub di primo piano''. Ecco perche', spiega l'ex responsabile della Farnesina, ''la presenza della Turchia in un quadro europeo che progressivamente si allarga a Est e' strategica''. In questo quadro non e' pero'

possibile dimenticare le riforme. ''Quelle gia' avviate e entrate in vigore'', e quelle ancora da realizzare, ''ambiziose'', ammette Frattini, ma indispensabili.  Tutti questi risultati, ha sottolineato dal canto suo l'ambasciatore di Turchia in Italia, Hakki Akil, fanno di Ankara un attore regionale e globale che ha saputo giocare un ruolo di stabilita' in Medio Oriente, nei Balcani, in Centro-Asia e in Caucaso. Tutto cio' e' stato possibile ''grazie al grande sviluppo economico registrato nel Paese. Senza, sarebbe stato impossibile. Negli ultimi dieci anni, ha ricordato, ''abbiamo triplicato il Prodotto interno lordo passato dai 232 miliardi di dollari del 2002 agli attuali 800 miliardi''. Senza questa crescita - ha concluso - sarebbe stato molto difficile per la Turchia crescere ancora''. 

Fonte ANSA


16.12.13 | Posted in , , , , , , , | Continua »

Bonino in missione in Iran 'nei prossimi giorni. Ultimo Ministro in visita fu Frattini


Dopo 10 anni un capo della diplomazia italiana torna a Teheran

di Benedetta Guerrera per l'ANSA

Un ministro degli Esteri italiano torna in Iran per la prima volta dopo 10 anni. Emma Bonino sara' a Teheran "nei prossimi giorni", probabilmente il 21 e il 22 dicembre, per incontrare il presidente Hassan Rohani e il ministro degli Esteri Mohamed Zarif. 

 Una visita che arriva ad un mese dalla firma a Ginevra di un storico accordo sul nucleare iraniano e favorita dal nuovo clima di apertura verso la nuova amministrazione di Teheran che l'Italia, prima tra i Paesi europei, ha inaugurato con la missione a Teheran del vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli lo scorso 7 agosto, a soli due giorni dall'insediamento del nuovo presidente Rohani. 

Missione fortemente voluta dalla Bonino che di recente ha ricordato come quel viaggio suscito' le "perplessita' di capitali europee vicine e lontane", i cui rappresentanti solo un mese dopo, all'Assemblea generale dell'Onu del 20 settembre, "facevano la fila per parlare con Rohani". 

 Era il 27 gennaio del 2004 l'ultima volta che un capo della diplomazia italiana, Franco Frattini, sbarco' in visita in Iran. Dieci anni dopo il Paese, passato attraverso la violenta repressione delle rivolte contro la rielezione di Mahmud Ahmadinejad nel 2009, ha una nuova leadership. "Rohani rappresenta un ritorno della chiave riformista del presidente Mohamed Khatami", ricorda all'ANSA proprio Frattini, secondo il quale la sfida e' trasformare l'Iran in un "attore regionale positivo". Ma soprattutto oggi e' "l'accordo di Ginevra che puo' aprire nuove prospettive, un accordo che va attuato dalla prima all'ultima riga", afferma l'ex ministro degli Esteri, che sottolinea la necessita' di avere un dialogo aperto con Teheran mantenendo sempre fermi alcuni punti, come la questione dello Stato ebraico. Da Israele non e' arrivato nessun commento ufficiale sulla missione della Bonino in Iran. La visita in Italia del ministro degli Esteri iraniano, lo scorso 19 novembre, era stata pero' definita "prematura" da fonti dell'ambasciata israeliana. E, piu' di recente, al vertice Italia-Israele a Roma, il premier Benyamin Netanyahu ha lanciato parole di fuoco contro Teheran, invitando la comunita' internazionale a non andar dietro "sorrisi ed illusioni" perche' l'obiettivo dell'Iran resta la "bomba atomica". La cautela e' d'obbligo anche per il capo della diplomazia italiana che, nei giorni scorsi, ha sottolineato come la strada da perseguire sia "la prudenza", con il "monitoraggio intrusivo" dell'accordo. "Andare a vedere", e' questo che il ministro Bonino continua a sostenere da mesi, perche' in gioco, oltre alla questione del nucleare, ci sono diverse crisi rispetto alle quale l'Iran puo' giocare un ruolo fondamentale, dall'Afghanistan alla Siria. E l'Italia, che pure non fa parte del gruppo dei '5+1' che negozia con Teheran sul dossier nucleare, vuole avere voce in capitolo.(ANSA).


IL RACCONTO DELLA MISSIONE DI FRATTINI A TEHERAN
 SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 27/28 GENNAIO 2004

TEHERAN - Il ministro degli Esteri Franco Frattini è giunto ieri sera a Teheran per la sua prima visita ufficiale nel Paese. Oltre al presidente Khatami, Frattini incontrerà oggi il suo omologo iraniano Kamal Kharrazi e il segretario del consiglio per la sicurezza nazionale Hassan Rohani. In primo piano, nell' agenda dei colloqui, i temi della cooperazione nella lotta al terrorismo, dell' applicazione degli accordi con l' Aiea, l' agenzia per l' energia atomica delle Nazioni Unite, del rispetto dei diritti umani e delle prospettive di sviluppo dei rapporti bilaterali. L' Iran, alla fine dello scorso anno, ha accettato i controlli dell' Aiea sul suo programma nucleare (messo sotto accusa soprattutto da Stati Uniti e Israele), creando così le condizioni di base per il consolidamento e lo sviluppo dei rapporti con l' Occidente. In questo contesto, la visita di Frattini, in quanto rappresentante del Paese che ha fatto da apripista alla ripresa di relazioni diplomatiche con la repubblica islamica, assume particolare importanza. A livello europeo, soprattutto per le ingenti importazioni di greggio, l' Italia occupa il primo posto nei rapporti commerciali con l' Iran in termini di interscambio ed è seconda solo alla Germania per quanto riguarda l' export.

Teheran, la provocazione delle giornaliste «Ministro Frattini, cosa pensa del velo?»
«L' Italia è il Paese che ha indicato nella propria Costituzione la libertà di religione e il diritto di ognuno a professarla»
DAL NOSTRO INVIATO TEHERAN - Abituate ad ascoltare ospiti stranieri che chiedono alla Repubblica islamica di rispettare i diritti umani e la parità tra i sessi, due giornaliste iraniane ieri hanno pensato di accogliere il ministro degli Esteri italiano con un contropiede. Se voi europei venite a spiegarci come dovremmo tutelare la libertà delle donne, è stato il senso delle domande rivolte a Franco Frattini da due croniste con i capelli coperti dall' hijab, perché non dite nulla alla Francia che vuole vietare alle ragazze musulmane di portare il velo dentro le scuole? La questione è stata posta in una conferenza stampa al ministero degli Esteri di Teheran, vicino a una sala tappezzata di specchi, con le domande puntualmente precedute dalla formula «nel nome di Dio clemente e misericordioso». 

Il padrone di casa Kamal Kharrazi, riformista, vissuto a New York quando era ambasciatore all' Onu, ha aspettato le risposte con l' aria di chi assiste a una partita a carte. Avesse potuto seguire il suo istinto, probabilmente Frattini si sarebbe tolto lo sfizio di rendere la pariglia a Parigi. Non fa di tutto, Jacques Chirac, per sottrarre all' Italia il tradizionale ruolo di ottimo amico dei Paesi musulmani? Nella sua visita di poco più di un giorno a Teheran, davanti al ministro non si era spalancata un' occasione superba per colpire il concorrente? Ma Frattini si è frenato. Senza rinunciare a sottolineare, in ogni caso, che Francia e Italia non si comportano allo stesso modo sulla religione. Dunque, neanche su quel velo con cui coprire la testa, indispensabile per proteggere la purezza delle donne secondo l' interpretazione del Corano prevalente in Iran. «Quando la Costituzione di un altro Paese vuole rafforzare la concezione di uno Stato laico, dobbiamo avere rispetto», ha premesso diplomatico Frattini. Per poi far notare: «Uno dei punti di divergenza sulla Costituzione europea è se si debba inserire un richiamo alle radici religiose della storia cristiana d' Europa, come riteniamo noi, o se questo riferimento non vada fatto, come chiedono altri, tra i quali la Francia, il Belgio...». Come a dire all' uditorio della teocrazia locale: ci teniamo noi, non i francesi, a riconoscere l' importanza della fede nella travagliata carta d' identità dell' Unione europea. Messaggio inviato. 

«L' Italia è il Paese che ha indicato nella propria Costituzione, la norma di grado più alto, la libertà di religione e il diritto di ognuno a professarla nel modo che ritiene, purché rispettando la legge», ha ricordato Frattini. Senza dimenticarsi di spargere, qua e là, manciate di ammorbidente diplomatico per evitare proteste di Parigi: «Non debbo parlare delle scelte di altri...», , e così via. Per il titolare della Farnesina è stata la prima visita dopo che i suoi pari grado di Francia, Germania e Gran Bretagna, in ottobre, ottennero dall' Iran l' impegno a accettare ispezioni sui propri impianti nucleari per dimostrare che non covano embrioni di future bombe atomiche. Se adesso i tre partner che si consultano in vertici senza l' Italia aspettano i risultati di allora, Frattini ha affermato che l' Ue dovrebbe incoraggiare la Repubblica islamica sbloccando il negoziato su un trattato di cooperazione economica. Lo ha detto a Kharrazi, al presidente Mohammed Khatami e al conservatore scanzonato Hassan Rohani, il segretario del Consiglio della sicurezza nazionale che potrebbe diventare capo dello Stato. In cambio, l' Italia ha ricevuto la promessa di una buona posizione nelle commesse per le autostrade e le ferrovie in Iran. 

Orecchie dritte, nella diplomazia, per capire come intervenire nelle prossime fasi di trattativa sul rilascio di prigionieri, con mediazione tedesca, tra Israele e Hezbollah libanese. Uno scambio avallato da Teheran, del quale Kharrazi si è definito «soddisfatto». Cauto di fronte allo scontro tra riformisti e conservatori, Frattini ha chiesto di tener buoni gli sciiti forti a Nassiriya, nell' Iraq con soldati italiani, e annunciato un viaggio in Iran del nostro «capo dell' antidroga» per la lotta comune al traffico di stupefacenti. Maurizio Caprara Legami L' ITALIA A livello europeo, soprattutto per le ingenti importazioni di greggio, l' Italia occupa il primo posto nei rapporti commerciali con l' Iran in termini di interscambio (pari a 2.156 milioni di euro nei primi 7 mesi del 2003) ed è seconda solo alla Germania per quanto riguarda l' export L' EUROPA L' Ue esporta in Iran principalmente tre prodotti: macchinari e mezzi per il trasporto (59.8%), prodotti chimici e derivati (14.3%), beni artigianali (13.4%). Inoltre l' Iran è il principale destinatario dell' acciaio e ferro proveniente dall' Ue
Maurizio Caprara

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Will NATO focus more on the South?


Lietuvos rytas interviewed Franco Frattini


La NATO, anche se più volte chiamata organizzazione superata e inutile, è e sarà il garante della sicurezza europea. Tale è la convinzione di Franco Frattini, forse il futuro Segretario Generale dell’Alleanza. Il nome di F. Frattini è ben conosciuto in Europa. È un ex Ministro degli Affari Esteri italiano, ex Vicepresidente della Commissione ed ex Commissario per la giustizia, libertà e sicurezza. Inoltre, ex presidente della Commissione per l’intelligence del Parlamento Italiano.

Quindi non sorprende assolutamente il fatto che questo politico di 56 anni è considerato come uno dei candidati più seri per ricoprire il posto di Segretario Generale della NATO che si libera l’anno prossimo. E anche se alcuni esperti attribuiscono una valore piuttosto simbolico alla carica del Responsabile della NATO, le aspirazioni di ogni Segretario Generale dell’Alleanza sono state diverse.

Per es., l’aspirazione di Lord George Robertson, che aveva attivamente appoggiato la membership lituana in seno all’Alleanza, è stata quella di maggiori investimenti da parte della NATO nelle tecnologie moderne, nelle forze aeree, nella semplificazione dell’interazione militare dei vari paesi. Anders Rasmussen – tuttora in carica – è il sostenitore della smart defence. Frattini che si è recato in visita a Vilnius ha accettato di condividere la propria visione della NATO con Lietuvos rytas.

 A Vilnius Lei ha fatto una lezione “Alleanza Transatlantica ed Europa più forti: insieme per proteggere i cittadini”. Non è un titolo ironico nello sfondo dello scandalo di spionaggio dell’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense? 
Sì, a prima vista questo scandalo è stato un colpo forte ma allo stesso tempo ha dimostrato un’altra cosa: nonostante quello che è stato reso pubblico, la collaborazione tra i membri della Nato non si è interrotta. 

In sostanza, non è stato detto nulla di nuovo: sì, gli Stati conducono un’attività di spionaggio reciproco. Ma guardate: continuiamo a condividere le informazioni riservate o segrete, quindi tale episodio può non solo servire da lezione ma anche per rafforzare la collaborazione dei nostri servizi di intelligence.
Lei ha lavorato presso la Commissione Europea. In tale ambito si continua sempre a parlare della sicurezza europea. Perché la UE finora non utilizza le misure della Politica comune per la sicurezza stabilita ovvero i gruppi da combattimento? La Lituania ed alcuni altri Paesi si pronunciano per l’impiego di tali gruppi, altrimenti sarebbe uno spreco di denaro.

No, non è uno spreco di denaro ed abbiamo visto più volte come la UE può essere utile e lo è nelle missioni militari, per es. nei Balcani e in Mali.
Per quanto riguarda i gruppi da combattimento, spero che le dovute decisioni vengano prese già quest’anno, semplicemente alcuni Stati stanno indugiando in questo processo ed è difficile convincerli. 
Non vorrei fare degli elenchi però spero che il ghiaccio sia già stato rotto. È semplicemente evidente che in questi tempi sono più di attualità altri problemi, per esempio, quelli economici che sono considerati una priorità. 

La Sua candidatura viene valutata molto seriamente, quindi forse Lei è il futuro capo della NATO: come si sa, ogni funzionario che ha guidato l’Alleanza ha avuto la propria visione. Qual è la Sua visione della NATO? 
Negli ultimi 6 decenni la NATO ha svolto un lavoro fantastico nel proteggere i suoi membri. Gli articoli 4 e 5 dell’Accordo di Washington sono e saranno il garante della nostra sicurezza e la base della nostra politica di difesa.
Tuttavia il mondo è cambiato, si sono presentate nuove sfide, per esempio, la sicurezza cibernetica. Come e se, in generale, dobbiamo reagire ad un attacco cibernetico? Ritengo che dobbiamo reagire in modo adeguato.
Per ora i Paesi membri della NATO vi dedicano un’attenzione insufficiente e non sono pronti ad avere una debita reazione. Proprio per questo motivo è indispensabile rafforzare questo settore e il Centro per la sicurezza cibernetica di Tallinn, come anche il Centro per la sicurezza energetica di Vilnius. 
Tuttavia nel futuro ci aspettano sfide maggiori, e non solo militari. Nel Mediterraneo, nell’Africa settentrionale, può accadere che vi sia bisogno di intervenire non solo con misure militari ma anche con iniziative politiche. Per esempio, aiutare alcuni paesi nel periodo di transizione. Questo vale per l’Afghanistan dove la missione della NATO si conclude l’anno prossimo o per la Libia. 
Per me, in quanto italiano, è molto importante l’ultimo caso a causa di una situazione instabile ed a causa dei profughi. Cosa può succedere se li lasciamo soli? Purtroppo abbiamo già un esempio: la Somalia. Negli anni 80 la comunità internazionale ha abbandonato la Somalia e adesso stiamo pagando per questo un prezzo enorme.
La NATO deve ottimizzare le capacità in un periodo di difficoltà finanziarie. I Paesi dell’Alleanza riducono il bilancio per la difesa, quindi io invito ad aumentare il coordinamento per poter usufruire delle capacità disponibili in modo più efficace. L’esempio è l’Afghanistan. Lì avevamo molti aerei ma mancavano gli elicotteri.
Inoltre, dobbiamo avere una collaborazione più efficace con i paesi partners. La NATO non può fare il poliziotto del mondo ovunque, perciò è indispensabile poter contare su partners affidabili, per esempio, in Asia, sulla Correa del Sud e sul Giappone.

Vede qualche minaccia per la NATO? Nei Paesi Baltici si esprime sempre una preoccupazione maggiore per le capacità militari russe in aumento vicino ai loro confini occidentali. 
No, credo che non ci sia una minaccia diretta ma noi, certamente, stiamo osservando in continuazione ed osserveremo la situazione. A tale scopo è necessario garantire le capacità, organizzare le esercitazioni, come ad es. quelle che si sono concluse di recente: Steadfast Jazz.
Non possiamo essere presenti allo stesso tempo in vari luoghi, ed è proprio per questo che dobbiamo rimanere non solo vigili ma anche mobili. E nonostante tale realtà, i bilanci per la difesa e le capacità militari vengono ridotti. 
Dobbiamo agire in modo intelligente e reagire laddove c’è una crisi evidente. E tale è il caso adesso della sponda sud del Mediterraneo.
Chi poteva sapere come sarebbe andata a finire la primavera araba? In questa situazione dobbiamo reagire agli attacchi degli islamisti in Mali ed in Libia. Attualmente questa è la vera minaccia.
La sostanza della nostra politica di dissuasione è il fattore prezzo. Qualsiasi avversario potenziale deve capire che il prezzo che dovrà pagare in caso di attacco contro un membro della NATO sarebbe troppo elevato.
E se, per esempio, i terroristi non hanno paura delle nostre misure tradizionali di dissuasione, allora la risposta deve essere analoga: dobbiamo affrontare alla radice tali problemi.







12.12.13 | Posted in , , , , | Continua »

Frattini meets former NATO's top military commander Stavridis

Frattini and Stavridis in SIOI
On December 11th, President of SIOI Franco Frattini met in Rome James George Stavridis, former NATO's top military commander.

Stavridis served as the 15th Commander, U.S. European Command (USEUCOM) and NATO's 16th Supreme Allied Commander Europe (SACEUR). Stavridis is the first Navy officer to have held these positions. Previously, he served as Commander, U.S. Southern Command from 19 October 2006, to 25 June 2009. 

He served as COMEUCOM and SACEUR from 30 June 2009 (USEUCOM) and 2 July 2009 (SACEUR) respectively, to 10 May 2013 and 13 May 2013, respectively. 

On 6 May 2013, ADM Stavridis was named as the 12th Dean of the Fletcher School of Law and Diplomacy at Tufts University, a position he took up on July 1, 2013. 





12.12.13 | Posted in , , | Continua »

Ukraine: full agreement between EU and US



D: Il futuro di Kiev è più legato all’Europa o alla Russia?
FF: I giovani che stanno manifestando a Kiev perché criticano fortemente il rifiuto del Presidente Ianukovic di firmare l’accordo di associazione con l’UE, sono manifestanti pacifici e ,quindi, devono essere garantiti e protetti. Sono giovani che esprimono un desiderio che è dell’Ucraina intera: avvicinarsi ad uno spazio europeo che si sta sempre più allargando. Non tanto per diventare membri dell’UE, percorso di estrema lunghezza, ma per aprire attraverso quell’accordo una possibilità di integrazione maggiore, e per non essere risucchiati soltanto nell’ambito dell’influenza della Federazione Russa. E’ chiaro che in politica internazionale ognuno fa il suo interesse, ma in questo caso l’interesse del popolo ucraino è quello di avvicinarsi all’UE.

D: Cosa ne pensa del caso di Yulia Tymoshenko?
FF: Io credo che il caso Tymoshenko debba continuare a rappresentare una delle priorità dell’impegno delle famiglie politiche europee: in particolare il PPE, su questo ha più volte sottolineato che la detenzione di Yulia non può essere tollerata.
Io sono per l’idea di lasciare all’Ucraina le porte aperte verso l’Europa, ma se le violenze dovessero continuare, se la repressione dovesse essere la strada scelta dal governo, allora all’Europa non resta che una strada seguita anche in altre occasioni: quella di sanzionare questi comportamenti. Ho visto con piacere che UE e USA, ancora una volta, si sono trovati in sintonia: ho letto, ad esempio, che le parole importanti del Sottosegretario al Dipartimento di Stato Victoria Nuland sono in sintonia con quelle che molti paesi UE hanno pronunciato. L’Europa sta con i manifestanti pacifici. Lasciamo a loro la libertà ed il diritto di esprimersi.

D: Come ricorda Mandela?
FF: Il ricordo di Nelson Mandela deve essere nel cuore di tutti gli uomini del mondo libero. Parliamo di un personaggio che ha fatto e cambiato la storia, non solo del suo Paese. Noi europei non possiamo dimenticare che Mandela nel 1993 ha ricevuto il Nobel per la Pace, e che quasi vent’anni dopo lo stesso riconoscimento è andato all’Europa: vuol dire che c’è un filo comune che unisce il nostro impegno.

Parliamo sempre di Pil, di crisi economica, ma bisognerebbe parlare di più anche di diritti. L’Europa deve impugnare la questione dei diritti e delle libertà: senza imporre i nostri modelli, ma facendo si che i diritti della democrazia germoglino dal basso. Mi riferisco a quella dimensione umana che, per chi è anche credente, vuol dire mettere la persona umana al centro.

ENGLISH VERSION

Interview of President Franco Frattini
Radio Parliament

Young people protesting in Kiev, because of President Ianukovic refusing to sign the Partnership and Cooperation Agreement between EU and Ukraine, are peaceful demonstrators and, by consequence, they must be protected. We’re talking about young people who are carrying the message of entire Ukraine: to approach an European space that is widening increasingly. The point is not to become a EU member – extremely long process – but it rather is to open to a chance for greater integration, and not to be sucked only into the influence of the Russian Federation. It's clear that in international politics everyone seeks his own interest, but in this case Ukrainian interests are to get closer to EU.

I believe that the Tymoshenko case should continue to be one of the key priorities of the European political families’ agenda: in particular EPP has repeatedly stressed that the detention of Yulia can not be tolerated.

I am all for leaving the European door open for Ukraine, but if violence continues, and if repression is the reaction chosen by the government, then Europe should continue along the road of sanctions, as was done with other serious matters. I was pleased that EU and U.S., once again, found themselves in harmony: I have read, for example, a recent and important release by Mrs Victoria Nuland (Assistant Secretary of State for European and Eurasian Affairs at the United States Department of State). It is fully tuned with what many EU countries have declared. Europe sides with peaceful protesters: we want they to express their freedom and right of choice and thought.

The memory of Nelson Mandela should be in the heart of all men living in a free world. We're talking about a person who has both made and changed history, not only of his country. Europeans cannot forget that in 1993 Mandela received the Nobel Peace Prize, and that nearly two decades after European Union has equally been awarded: it means that there is a common ground that links our commitments.

We always talk about GDP, economic crisis, but we should also talk, more and more, about rights. Europe must appeal the question of rights and freedom without imposing our models, but making sure that the rights of democracy sprout from the ground. I refer to a human dimension that means putting human beings first.


6.12.13 | Posted in , , , , , | Continua »

Nelson Mandela: una leggenda non muore mai


Una leggenda non muore mai. E Nelson Mandela è, e resta, un’autentica leggenda. Tant’è che l’annuncio della sua morte ha fatto il giro del mondo in pochi minuti stravolgendo l’informazione e provocando profondo dolore. 

D’altronde, non ci si poteva aspettare altro in ricordi di un politico, ma soprattutto dell’uomo che per eccellenza ha interpreto la lotta per le libertà; colui che più di ogni altro è stato simbolo mondiale di speranza e dialogo. 

Un eroe del nostro tempo, ma anche un maestro per tutti coloro che ogni giorno si impegnano nella società civile e nelle istituzioni per ergere scudi democratici a protezione dei diritti delle persone e dell’uguaglianza. 

Nel momento in cui sono ancora molti, purtroppo, i Paesi del mondo in cui i diritti continuano ad essere violati, noi vogliamo ricordare con commozione un uomo libero che ci ha insegnato a conoscere e a riconoscere i diritti dei popoli. Un uomo al cui modello di libertà dovrebbero guardare molti leader del mondo, per riportare diritti, umanità e legalità in cima alle agende degli organismi internazionali e dei governi. 

Il ricordo di Diario Italiano di Franco Frattini


THE WORLD REMEMBERS NELSON MANDELA


My best quotes of Nelson Mandela

For to be free is not merely to cast off one's chains, but to live in a way that respects and enhances the freedom of others.

There is no easy walk to freedom anywhere, and many of us will have to pass through the valley of the shadow of death again and again before we reach the mountaintop of our desires.

Money won't create success, the freedom to make it will.

Let freedom reign. The sun never set on so glorious a human achievement.

Only free men can negotiate; prisoners cannot enter into contracts. Your freedom and mine cannot be separated.

I have cherished the ideal of a democratic and free society in which all persons live together in harmony and with equal opportunities.

There is no such thing as part freedom.









6.12.13 | Posted in , , , , | Continua »

Ucraina: l'Europa si schieri con i manifestanti


Agli ucraini va data la possibilità di scegliere da soli il proprio futuro, ma certamente non si può restare inerti dinanzi alla repressione violenta che sta causando panico e feriti a Kiev. E’ un atteggiamento, quello del governo, lontano da quei canoni di democrazia che richiedono obbligatoriamente il rispetto assoluto dei diritti umani e della libertà di espressione.

Mi auguro che i ministri riuniti oggi a Kiev, per la riunione dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, si schierino senza indugio dalla parte di chi sostiene le aspirazioni democratiche del popolo ucraino: sarebbe un modo per dimostrare piena solidarietà a coloro che manifestano pacificamente, incoraggiandoli a chiedere sempre più libertà. 

La libertà di espressione è tra i principi fondamentali dell’Osce, nonché valore alla base della carta europea: ed è, quindi, innanzitutto sul rispetto di questi valori che vanno incentrate le relazioni strategiche tra Bruxelles e Kiev. 

I ministri riuniti oggi a Kiev dovrebbero quindi chiedere all'Ucraina che cessi immediatamente l’uso della forza contro la popolazione pro-Europa, che prenda ogni misura possibile per rispettare l’impegno di tutela dei diritti umani e che attui, infine, tutte quelle norme di protezione della libertà che giustifichino un rapporto politico e strategico con le altre democrazie: sarebbe un passo significativo di Kiev per ripristinare la fiducia nell’impegno a lungo termine dell’Ucraina per i diritti umani e per non allentare le prove di dialogo con l'Europa.


ENGLISH VERSION
Ukraine/ Frattini: European ministers side with the pro-EU protesters

Ukrainian people must be given the opportunity to choose by themselves for their own future, but certainly we cannot stand still in wake of the violent repression that is causing panic and injuries in Kiev. It’s a behaviour far from those canons of democracy that require the absolute obligation to respect human rights and freedom of expression.

I hope that Ministers gathered in Kiev today, for the Organization for Security and Cooperation in Europe meeting, side with those who support the democratic aspirations of the Ukrainian people: it would be a way to show full solidarity with people demonstrating peacefully, encouraging them to ask for more and more freedom.

Freedom of expression is one of the fundamental principles of OSCE , as well as it is a main value for Europe: therefore, it’s primarily on these values respect that ​​ the strategic relations between Brussels and Kiev should be focused.

Ministers today in Kiev should then ask Ukraine to immediately cease the use of force against the population pro-Europe, to take every possible measure to fulfill its commitment to protect human rights and, in addition, to implement all the protection of freedom standard. This is the only way to validate a political and strategic relationship with other democracies. It would be a significant step for Kiev to restore confidence in the long-term Ukraine commitment for human rights and to strengthen the dialogue test with Europe.



5.12.13 | Posted in , , , , | Continua »

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