Intervista a Franco Frattini - Frattini: costruiamo muri per poter nascondere le nostre responsabilità

Intervista a Franco Frattini - Frattini: costruiamo muri per poter nascondere le nostre responsabilità 
Avvenire, 19 Dicembre 2018



Paolo Lambruschi -II traffico di armi, gli squilibri che creano migrazioni, la corruzione e i vizi della politica e lo spazio negato ai giovani di qualità. Sono le sottolineature del Messaggio papale per la Giornata mondiale della pace 2019 che hanno toccato Franco Frattini, 61 anni, due volte ministro degli Esteri con i governi di Silvio Berlusconi e commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza. Oggi è tornato in magistratura. 

Partiamo dalle armi. Il Papa denuncia l'escalation e la proliferazione incontrollata. Cosa suggerisce la sua esperienza di governo? 
Il Papa ha toccato il tema più delicato, il primo pericolo. Dietro alla proliferazione c'è un enorme traffico che non risparmia nessuno. Gli Stati più grandi - Usa, Cina, Russia - vendono a Paesi "amici" grandi quantità di armi e la proliferazione crea aree del globo che sono autentiche polveriere. La minaccia di Trump di disdettare l'accordo di non proliferazione è pericolosa perché da 'impressione che ci si possa riarmare. Non a caso la Russia ha ricominciato a dispiegare missili di media gittata e nell'area mediorientale si fronteggiano due potenze probabilmente con armi nucleari come Israele e Iran e una terza, l'Arabia Saudita, che non avrebbe difficoltà a procacciarsele. C'è un esempio virtuoso, un gesto unilaterale da imitare, il Kazakistan, che pochi conoscono: dopo il crollo dell'Urss si ritrovò con il più grande numero di testate nucleari dell'impero sovietico e il presidente Nazarbayev decise di smantellarle. 

Perché sono minacce alla pace la xenofobia e la tendenza, non solo dei politici italiani, di incolpare in modo insostenibile i migranti di ogni male? Perché ci occupiamo di migranti solo quando arrivano a casa nostra per nascondere la colpa del mondo ricco di non avere investito nelle zone di origine. Invece di costruire muri, dovevamo promuovere sviluppo sostenibile in Africa, oggi semicolonizzata dalla Cina e terra di scorribande di milizie islamiche. Non c'è pace con i flussi dalle aree di origine e con queste tensioni in nazioni di destinazione mai state xenofobe dove la gente si sente invasa e vuole respingere. Ma questa Europa distratta e avara ha destinato meno di un miliardo all'Africa contro i 5 miliardi alla Turchia per fermare i rifugiati siriani. 

La corruzione e la sete di potere sono veri pericoli? 
La rettitudine è precondizione per la vita politica. Poi ci vogliono competenza, capacità di ascolto e possibilmente doti elencate nel decalogo del cardinale Van Thuan citato da Francesco. Dico solo che negli Usa le selezioni dei due partiti partono dal lavoro. Se uno non ha un mestiere né spalle robuste viene scartato. Da noi i giovani migliori vengono esclusi.

19.12.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , , , | Continua »

Italia-Libia: Frattini, Roma ha portato Haftar a partecipare a conferenza Palermo grazie alla Russia


Mosca, 13 nov 08:41 - (Agenzia Nova) - La conferenza di Palermo per la Libia, inaugurata nella serata di ieri 12 novembre, deve in gran parte il suo successo alla Russia. Lo ha dichiarato Franco Frattini, già ministro degli Esteri italiano dal 2002 al 2004 e attualmente presidente della Società italiana per l'organizzazione internazionale (Sioi), durante un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa russa "Tass". Se il comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico, il generale Khakifa Haftar non si fosse recato a Palermo, la conferenza per la Libia "sarebbe stata un fallimento", ha aggiunto Frattini. Il presidente della Sioi ha poi affermato: "Spero che la conferenza di Palermo raggiunga un risultato: un incontro di Haftar con il capo del governo di accordo nazionale libico Fayez al Sarraj, che può portare a un accordo sulle prospettive per le elezioni del prossimo anno". Tuttavia, per Frattini "prima bisogna concordare un nuovo governo e un nuovo Consiglio nazionale, ossia rafforzare l'attuale governo, che attualmente non è in grado di controllare l'intero territorio nazionale". A ogni modo ha evidenziato il presidente della Sioi,"la Russia ha svolto un ruolo cruciale perché Mosca ha lavorato affinché Haftar partecipasse alla conferenza" di Palermo. "Se Haftar non fosse venuto, è ovvio che la conferenza sarebbe stata un fallimento", ha dichiarato Frattini. Secondo l'ex ministro degli Esteri, Roma è riuscita a ottenere l'appoggio di Mosca durante la recente visita del presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Mosca. "Dovremmo essere grati alla Russia per l'aiuto", ha aggiunto Frattini. Il presidente della Sioi ha anche notato l'importanza della partecipazione alla conferenza di Palermo di Tunisia, Algeria ed Egitto, "il cui sostegno è stato è stato possibile ottenere con l'aiuto di Mosca".



13.11.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , , | Continua »

Matteo Salvini e Franco Frattini alla Luiss per il Premio Italia Giovane

Si è conclusa la quinta edizione del Premio Italia Giovane, iniziativa dell’Associazione Giovani per Roma che ha l’obiettivo di valorizzare giovani talenti under 35 in ambito professionale, accademico, artistico e culturale. 

L’edizione 2018 ha ricevuto anche il riconoscimento della medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La cerimonia si è tenuta presso la sede della Luiss Business School di Roma e ha visto la presenza di numerosi esponenti delle istituzioni e del mondo accademico. 

Presenti Matteo Salvini, ministro dell’Interno; Franco Frattini, presidente Sioi; Raffaele Oriani, associate Dean Luiss Business School; Franco Massi, segretario generale Corte dei Conti, Fabio Fortuna, rettore Università Niccolò Cusano, Gennaro Terracciano, pro rettore Università di Roma Foro Italico. Presenti anche i delegati giovanili alle Nazioni Unite – Sioi 2017 Giuseppina De Marco e Tommaso Murè

Ad introdurre l’evento Franco Frattini, presidente del comitato d’onore, che ha sottolineato come il Premio rappresenti “un messaggio di ottimismo: in molti casi i giovani premiati questa sera lavorano in Italia e per l’Italia in tantissimi settori. Sono convito che un Paese che si rispetti debba aiutare i propri talenti a rimanere. Penso che l’Italia – ha aggiunto – debba fare uno sforzo in più: cerchiamo di non prendere lezioni da altri nel farci sfilare questi talenti”. 

“Il Premio Italia Giovane porta alla luce tantissime storie di Giovani eccellenze che meritano di essere conosciute. Il nostro Paese non può che migliorare per dare opportunità ai Giovani: meno tasse e meno burocrazia innanzitutto”, ha detto Matteo Salvini che durante la serata è stato intervistato da Frattini

Alla platea di 'under 35', scherzando, Salvini ha detto "non fate il mio mestiere" aggiungendo " ma spero che qui dentro ci sia qualcuno che, dopo tanti anni di carriera, decida di mettersi al servizio del proprio Comune o del proprio Paese".

“Lo spirito del Premio Italia Giovane – ha aggiunto Paolo Boccardelli, direttore della Luiss – rispecchia pienamente la missione della Luiss Business School. Il nostro impegno è quello di formare Giovani talenti e di supportarli nel percorso di crescita personale e professionale, affinché diventino leader consapevoli, in grado di affrontare le sfide future con il coraggio di cambiare le cose in meglio. Questo Premio, che valorizza e promuove il successo unito al talento, trova a Villa Blanc la sua casa”. 

Centrali, nell’edizione 2018, i temi quali Innovazione e Digitalizzazione, come ha sottolineato il presidente del Premio, Andrea Chiappetta: “La sfida più grande per la mia generazione è quella di sapere incanalare i grandi cambiamenti tecnologici attraverso forze e competenze positive, cavalcarli, renderli viatico di benessere. Il principale potenziale del Premio Italia Giovane – prosegue – è quello di costituire una rete di talenti che lavora per plasmare un futuro che abbia saputo cogliere le sfide del digitale, cavalcarle, vincerle, tutelare anche arti e mestieri che di digitale non hanno proprio nulla, e che possano lavorare per essere fattori abilitanti del cambiamento, del rinnovamento, della cura del merito, della sfida vinta col futuro”.  I 15 premiati dell'edizione 2018 sono il frutto di una selezione tra 150 candidature provenienti da tutta Italia.


Roma, 8 novembre 2018






12.11.18 | Posted in , , , , , , , | Continua »

Conferenza di Palermo, successo o passerella? Parla Franco Frattini

Conferenza di Palermo, successo o passerella? Parla Franco Frattini 

 di Francesco Bechis 


L'ex commissario europeo e ministro degli Esteri a Formiche.net: il rischio di una passerella è reale. Per trasformare la conferenza in un successo bisogna coinvolgere tutte le parti in causa, nessuno escluso. Ma i tempi non sono maturi per una nuova Pratica di Mare 


Mancano meno di due settimane alla Conferenza internazionale sulla Libia convocata dal governo Conte a Palermo per il 12-13 novembre. Molte, troppe le incognite sull’evento che, almeno nelle intenzioni, deve mettere una pietra sulla guerra civile e ridare all’Italia il ruolo di pivot che ha sempre avuto nella regione. Il successo è appeso a un filo. Di blitz e passerelle ce ne sono state tante in questi anni, tutte finite con una stretta di mano e poco più. 

Lo sa bene Franco Frattini, che oggi presiede la Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale) ma pochi anni fa ha dovuto gestire da ministro degli Esteri la drammatica transizione della Libia dal regime del colonnello Gheddafi al caos dei bombardamenti e delle lotte tribali. A giugno l’ex Commissario europeo ha incontrato l’amico Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo. È stata occasione per parlare anche di Libia. A Formiche.net Frattini confida dubbi e aspettative dei russi sulla conferenza siciliana. E fa un inventario puntuale degli errori da non commettere. 

 Franco Frattini, cosa può trasformare la conferenza di Palermo in un successo?
Credo che siano tre gli obiettivi da porsi. Punto primo, che tutte le fazioni libiche, compresi i gruppi tribali, si impegnino insieme per combattere il terrorismo e sottrarre al controllo dei trafficanti di esseri umani le rotte migratorie. Due, permettere al Paese di riavviare a pieno regime l’estrazione del petrolio. In questi anni la contrazione della produzione ha peggiorato le vite dei cittadini libici, che con Gheddafi erano abituati a non pagare i libri di scuola, alla sanità gratuita e ai prezzi stracciati della benzina. Guai se qualcuno dovesse pensare oggi: “Quando c’era Gheddafi si stava meglio”.   

Come si può evitare? 
Seguendo l’esempio del generale Haftar, che quando ha preso il controllo dei pozzi di estrazione ha avuto la saggezza di coinvolgere la Noc (National Oil Corporation, ndr). 

E il terzo obiettivo? 
Porre le basi per un vero governo di unità nazionale in cui Tobruk e Tripoli si riconoscano a vicenda, ma soprattutto in cui siano coinvolte anche le altre parti contraenti lasciate ai margini in questi anni, come i Tuareg o le tribù del Fezzan. 

C’è chi teme che a Palermo vada in scena l’ennesima passerella. Per dirla con le parole di Conte, che si tratti di una conferenza sulla Libia e non per la Libia… 
È un rischio. Molto dipenderà dalla capacità del governo italiano di impegnare i suoi interlocutori, soprattutto Haftar e Al Sarraj, al rispetto degli accordi. In passato è stato commesso l’errore, soprattutto con la Francia di Macron, di organizzare incontri-passerella in cui nessuno veniva chiamato ad assumersi le sue responsabilità. Tornati all’Eliseo gli alti ufficiali francesi non cambiavano di una virgola la loro opinione. 

Quali errori deve evitare il governo gialloverde? 
Non limitarsi ai memoranda of understanding, servono condizioni precise da far rispettare alle parti coinvolte. Al tempo stesso non bisogna dare l’impressione di voler fare della Libia un protettorato, limitandosi a dare ai libici una pacca sulla spalla e indicare una data per le prossime elezioni. Dobbiamo chiederci cosa possiamo fare noi per loro, non viceversa. 

Il generale Haftar ha confermato la sua partecipazione, e da Tobruk fanno sapere di accogliere con favore un ritorno dell’ambasciatore Perrone. Sono segnali incoraggianti? 
Assolutamente, Haftar ha un ruolo che nessuno può cancellare e la distensione con il governo italiano è una buona notizia. Conosco bene l’ambasciatore Perrone che è un eccellente diplomatico, ma non credo che il generale ce l’avesse con lui. Penso piuttosto che intendesse esprimere la sua approvazione per il cambio di policy italiana, dopo anni in cui lo Stivale, sbagliando, ha guardato esclusivamente a Tripoli. 

I francesi sembrano aver fatto un passo indietro. È così?
Fin dai tempi di De Gaulle la Francia non ha amici ma interessi. Oggi l’interesse dei francesi è rimanere seduti al tavolo. Hanno capito che da soli non ce la fanno e stanno riconoscendo, più per convenienza che per amicizia, la leadership italiana in Libia. 

Prima dell’estate ha avuto un incontro privato con il ministro degli Esteri russo Lavrov. Quali sono le aspettative dei russi su questa conferenza? 
Lavrov mi ha confermato quello che già immaginavo. Mosca spera che l’Italia giochi un ruolo di pacificatore, si fida di noi ed è pronta a darci una mano. Non scordiamo che i russi sono i primi a guadagnare dalla stabilità della Libia. Nel silenzio il governo russo sta lavorando, penso ad esempio all’accordo fra Rosneft e Noc per i prossimi 15 anni di collaborazione nel settore energetico. E poi i russi hanno un legame strettissimo con il presidente egiziano Al Sisi, che è l’unico che dispone di una leva su Haftar. Se, come sento, a Palermo arriverà il primo ministro russo Medvedev per l’Italia la conferenza sarà un successo. 

A Washington Trump e Conte avevano annunciato una cabina di regia Italia-Usa per la Libia. La conferenza di Palermo può essere occasione di una nuova Pratica di Mare? 
 I tempi non sono maturi, tanto più ora che Trump vede procedere l’inchiesta del procuratore Mueller sul caso Russiagate. È vero però che l’Italia può giocare la carta degli eccellenti rapporti con Mosca e Washington per favorire una stretta cooperazione fra le parti, che di fatto è già in atto. In Libia come in Siria c’è un filo diretto fra i vertici militari russi e americani per coordinare i bombardamenti e le operazioni anti-terrorismo.

5.11.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , , | Continua »

SIOI: BRICS, debate in Rome on areas of cooperation and role of Italy

Rome, 30 October 2018 - The Embassy of Republic of South Africa in Italy, SIOI and EURISPES, with the patronage of the Italian Network for the Euro-Mediterranean Dialogue (RIDE-APS) and of the Network of Anna Lindh Foundation in Italy, organized at SIOI in Rome a debate where experts and diplomats discussed the results of the BRICS' July 2018 summit in Johannesburg. 

After the greetings from SIOI President Franco Frattini and EURISPES President Gian Maria Fara, Amb. Shirish M. Soni, representing the current South African BRICS Presidency, described the new BRICS areas of cooperation and global development, which in the near future will have a significant impact on the international scene on areas and sectors of primary interest also for Italy. 

In light of the first decade of activity, the Ambassador of the Chinese People's Republic, Ruiyu Li, enlightened the BRICS impact on the economic and financial governance; the Ambassador of Brasil, Antonio De Aguiar Patriota, focused the large audience's attention on multilateralism and the BRICS proposed reform of the global governance's architecture; Pavel Knyazev, Vice-Director of the Policy Planning Department of the Ministry of Foreign Affairs and responsible of the BRICS negotiations for Russian Federation, highlighted BRICS contribution for peace and security, particularly in the Mediterranean and Middle Eastern turbulent areas; HE Sergey Razov, the Ambassador of the Russian Federation in Italy talked about the Russia's policies towards BRICS; the Vice Head of Mission of the Indian Embassy in Rome, Gloria Gangte, emphasized the BRICS action on the field of direct cooperation between peoples. 


After the first session, devoted to the speeches of the Bilateral and Multilateral BRICS Ambassadors, chaired by Franco Frattini, the second session, chaired by Eurispes Secretary General Marco Ricceri, opened with Dario Fabbri, SIOI lecturer and LIMES scientific advisor, who analyzed the geopolitical BRICS dimension. Enrico Molinaro, President of Mediterranean Perspectives and Secretary General of RIDE-APS, Head of the Anna Lindh Network in Italy, concluded the experts' debate presenting the acquis of the Eurispes Research Laboratory on BRICS, launching the proposal of setting up a permanent Forum Italy-BRICS, an innovative policy-oriented research instrument in cooperation with the BRICS Euro-Mediterranean coordination.












Source: ANSAmed

31.10.18 | Posted in , , , , , , , , , , , | Continua »

Albania: President Ilir Meta honors Franco Frattini with "Gjergj Kastrioti Skenderbeu" Decoration

Albania: President Ilir Meta honors Franco Frattini with "Gjergj Kastrioti Skenderbeu" Decoration

Tirana, 19 October, 2018

President of the Republic, Ilir Meta awarded on Friday "Gjergj Kastrioti Skenderbeu" Decoration to the former Italian Minister of Foreign Affairs and former European Commissioner for Justice, Freedom and Security, Franco Frattini. Meta appreciated the outstanding contribution of Frattini to strengthening the strategic relationship between Albania and Italy as well as his support for Albania's European and Euro-Atlantic integration. The President stated also that Frattini's support for Kosovo and Albania was extraordinary, and emphasized that Frattini leaded the historical process of Albanians' movement without visa toward BE. In the end, Meta said that Albania's main priority is the opening of accession negotiations in EU. The ceremony was held also by Democratic Party (DP) leader, Lulzim Basha, former Prime Minister, Sali Berisha, MPs and Ambassadors.
Tirana, 20 October, 2018
Mayor of Tirana, Erion Veliaj, received on Saturday the former Italian Minister of Foreign Affairs and former European Commissioner for Justice, Freedom and Security, Franco Frattini. The last time he was in Tirana, was before five years and this time he was expressed very enthusiast for the big transformation that the capital has made. 
"It is a great joy to meet with the Mayor of Tirana, who welcomed me here as a friend, and as Mayor of the city where I am "Honor Citizen". I used to have a great affection for this city, for the citizens of Tirana, and for all of Albania. I have been here for the last time in 2013 and today I found a beautiful, cleaner, and above all, wonderful streets," said Frattini. Meanwhile, Veliaj was expressed happy that received Franco Frattini, who according to the Mayor, for what he has done for the city and country. "I am very happy today that I look forward to a honorary citizen of Tirana, the great Franco Frattini, with extraordinary gratitude for what he has done for our city and country, once with his authority in the European Union for visa liberalization and the fact that many from us today are not in the queue in embassies, they are able to travel freely. I am much honored that an honorary citizen of Tirana has not forgotten this city. I am glad that, as he continues his career in the Italian judiciary, he always keeps an eye, an ear and a head back for his honor city," said Veliaj.

Source: Albanian Daily News

29.10.18 | Posted in , , , , , , , , , , | Continua »

SUSCO BUDAPEST 2018: Frattini Key note speaker "Understanding the nexus of climate change and migration"

SUSCO BUDAPEST 2018 – Environmental Migration – discusses issues on global climate-induced migration, understanding links between environmental constraints and social responses.

The 5th East-Central European Conference on Sustainable Development was held on 11 October 2018 at Eiffel Palace, Budapest

It points out the current changing environmental conditions around the globe and highlights the most affected regions, while searching for answers to questions, such as which are the interlinkages between human mobility and climatic factors. 


Speech delivered by President Franco Frattini as key note speaker 
"Understanding the nexus of climate change and migration"


The migratory phenomenon, which is not only at the forefront of the European agenda but also at that of the International Community, is certainly one of those issues that has many dimensions, because there are many causes that induce or often force millions and millions of people in the world to leave their country to look elsewhere for a better future for themselves and their families.

Certainly, we know the immigration of those who come from African countries, in many cases because they flee from war, from crisis situations, from persecution; in many cases because they simply do not have jobs, they are looking for an opportunity to make money in Europe, and certainly poverty and humanitarian dramas are among the most recurrent causes of mass migration. Another important global theme that has been on the agenda of the United Nations for a long and long time, and on which the international community seeks proposals and solutions - not always with great results - is climate change and, connected to that, the theme of the protection of the environment in which we live.

Surely the great environmental issue, the issue of climate change, beyond the research that science is conducting - and I note that many people talk about it, but few know the subject in detail - has to do with immigration, in the sense that one of the factors that can induce or force women and children to emigrate is an alteration of the ecosystem, an alteration of the earth, of living conditions due to climatic effects, due to pollution or, more generally, to environmental degradation.

A first geographical scenario where this link between environmental degradation and emigration is particularly evident is found in Africa, with increasing desertification. In many Saharan and Sub-Saharan African countries, arid areas and desert areas are expanding; water resources are shrinking and we must imagine in a not distant future that, for example, water and access to drinking water will be one of the reasons for greater conflicts and friction, if not even war, between neighbouring countries that access the same basins for food, for irrigation, in short for life. Consider, for all, the increasingly dramatic situation of the Great Lake Chad, which bathes the coasts of countries that are in one of the arid areas of Saharan Africa most affected by migration problems, by immigration flows from south to north, but also by penetrations of extremely dangerous groups, cells, organizations of Islamic terrorism. And no doubt this situation has, and can always have, greater effects if we consider, for example, the growing exploitation of the Nile, which brings Sudan and Egypt to an ever-stronger contrast on the sustainability of the river exploitation and its consequences.

I remember - from the time when I was the Italian Minister of Foreign Affairs - the terrible drought and famine that struck Kenya between 2008 and 2009, creating flows of millions of environmental refugees fleeing from areas where the desert was advancing, famine and lack of water and food were become total; obviously they burdened on neighbouring countries that had to set up refugee camps destined to host millions of desperate people, not for a few days or for weeks but for long, long time. We are therefore talking of phenomena that link a further migratory pressure to natural facts, linked precisely to environment. And certainly, next to desertification, as mentioned, there is the lack of resources (agricultural, water resources); there is the impossibility of cultivation and breeding; but certainly also the difficult relationship between the growing urbanization, which led to the formation of huge cities with people who left the countryside, and the terrible pollution of these megalopolises, in which millions and millions of people live, especially in the suburbs, in really terrible conditions. 

Immigration is therefore fuelled by concrete imminent threats, by the impossibility of continuing to live in a degraded or heavily polluted environmental situation or, more simply, by the combination of factors. Environmental degradation is often accompanied by depletion, because natural resources, the possibility of producing, and the possibility of cultivation are less; and - because along with environmental degradation and poverty there is often the lowering of the level of security - by the serious risk of crime that takes possession of entire territories.

All these phenomena, combined together, increase the despair of millions and millions of people and often force them to emigrate. It is evident - in this global scenario - that each country cannot have its own strategy, its own policy, its exclusively own national decisions. It is therefore evident too that such global phenomena require the implementation of global policies and global strategies, first of all by the system that is based and focuses on the United Nations which - not surprisingly - has long been looking forward to elaborate shared policies on the subject of environment and mass migrations.
As far as we Europeans are concerned, I believe once again that both the prevention and environmental protection strategies and those relating to the governance of immigration must be European policies and not national policies. In my opinion, the interventions to be taken should be concentrated above all on prevention.

Environmental prevention means, first of all, trying to contribute to the reduction of pollution levels, according to the rules and principles of the Paris Convention on climate and of the guidelines that have progressively been adopted; in fact, as it is well-known, Europe is a major producer of emissions into the atmosphere, and at the same time a positive and convinced player in the challenge to reduce emissions into the atmosphere and therefore pollution. So far, Europe has done more and better than what great global players have done - from the United States to China to India; and it has therefore set a good example on the availability of concrete instruments for a real reduction of global pollution.

However, it is clear that Europe, as well as the strategies of the United Nations, should concentrate on the most vulnerable regions of the world, those where the perverse effects of environmental degradation are most felt. It is essential that prevention measures for pollution are multiplied. I am referring, for example, to the huge metropolises that have been created in many African or Asian countries, where the level of pollution is really unbearable and where a planning of interventions, a concerted action for reduction instruments aiming to mitigate the environmental impact of life lack completely - while it would be indispensable. Then, in the areas of the world at risk of new desertification (in particular in Africa), it would be necessary to promote - as Italy has always done, albeit on a limited scale - agricultural projects to recover arable land to the desert, to employ labour helping at the same time environment and employment, because evidently agricultural land requires farmers, requires continuous processing and therefore gives new possibilities for employment, instead of emigration due to desperation and poverty.

I think that Europe could promote an environmental project for Africa, putting it among the guidelines of a recipe to prevent migratory phenomena, to ensure that millions of people do not leave for Europe when it is too late, perhaps, via the Mediterranean, just to be rejected or repatriated.

That would imply investing on the younger generations, on workers in the agricultural sector who, as I said, can help at the same time to save the land from the desert and to save so many families from poverty and unemployment. Europe should use the Fund for Africa in the best possible way, for example. That is a Fund that has so far been financed with a totally inadequate amount, less than one billion euros, less than what, for example, Europe has committed itself to giving for the prevention of illegal immigration for Turkey alone.


I think, for example, that if we invest a few billion euros through the Fund for Africa in projects of clean energy, environmental rehabilitation, agriculture, we could at the same time intervene on prevention against environmental degradation and on the deepest root of immigration that reaches our territories, that is unemployment and poverty.

I believe that Europe would have everything to gain by investing in the territories of origin of immigration, with targeted projects, without delivering a blank check in the hands of governments that are often hit by very serious phenomena of widespread corruption, but taking care directly of the planning, the realization of these projects and the disbursement of European taxpayers' money, in order to make it reach a right destination: a new rehabilitation project, a new dam to make the most of water, a new system of agricultural machinery to produce crops even in semi-desert areas.

Here, all these projects - I think - could put together our capacity for prevention against migratory flows that we must keep inside the territories of origin rather than fight only when it is too late; at the same time, we would invest in the protection of an environment that is very close to us but that anyway has some reflections on us.

This applies to the protection of the environment in Africa, in Asia, in the remote regions of the Arctic. Everything that happens in those lands, even far from us, will sooner or later certainly affect us too.

This is an important global challenge that requires vision and requires political leadership. There are measures that will bear fruit not today or tomorrow, but we must sow to make possible that the fruit is produced. In fact, if we keep letting things go as we have seen many times, situations will get worse, the quality of the environment and the lives of men will worsen and any intervention to repair will certainly be much more expensive and much more difficult than any intervention aimed at preventing.
I believe “prevention” must be the watchword for us Europeans, if we want to have a word heard on the international scene too.

15.10.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , , , , , | Continua »

Bucharest Forum 2018: Cores and Peripheries in Europe: Is There a Future for the European Project?

Bucharest Forum 2018 When East Meets West: Collision, Collusion or Cooperation?
8-10 October, 2018 


Bucharest Forum is an annual high-level event organized by the Aspen Institute Romania and the Bucharest office of the German Marshall Fund of the US. Since its inception in 2012, the mission of the Bucharest Forum is to create a regional platform for forward thinking on economic and security policies and for promoting political dialogue between governments and the civil society. 

The seventh edition of the Bucharest Forum takes place between 8 – 10 October, 2018, at critical times for the region and Europe. 

The current international context is in flux, as on both shores of the Atlantic national politics is driven by new agendas and discourses, imprinting a consequent dynamics to international relations, and affecting economic trends at national, regional and international levels. Brought to the fore by grievances of a plurality of citizens who feel left out of mainstream politics and economy, the new political trend and its economic philosophy are generating antagonistic approaches and actions of various actors, leading to numerous clashes of interest, intention and outcomes. Indeed, the main feature of the current context is the numerous clashes being either in incubation phase or out in the open. 

By bringing together leading politicians, thinkers, journalists, and business representatives, Bucharest Forum offers a platform for the various actors to meet and discuss their interests, approaches and goals, analyze potential and existing clashes, their implications and results, and look for ways to maximize the potential benefits of diverging views and mitigate the consequent negative impact.

Mircea Geoana, President, Aspen Institute Romania opened the first day of Bucharest Forum 2018. Franco Frattini, President, Italian Society for International Organizations and Special Representative of the OSCE, Chairperson-in-Office for the Transdniestrian Settlement Process, intervened after the key note address of Viorica Dancila, Prime Minister, Government of Romania.

The panel was centered on Cores and Peripheries in Europe: Is There a Future for the European Project?. The European project faces internal and external pressures and is in need to be adapted to both unexpected and predicted changes, demands and developmental trends. One of the most visible, if not the most important, rift within the Union is between core and periphery, both geographically, strategically and economically. Will this rift, together with the other forces, put an end to the project? Or can it be channeled towards increased coherence and further development?
The panel discussion was moderated by Andrew Wrobel, Head of Editorial, Emerging Europe
High Level Speakers: Baroness Denise Kingsmill CBE, Member of the House of Lords, Chair, Aspen Initiative UK , Franco Frattini, President, Italian Society for International Organizations and Special Representative of the OSCE, Chairperson-in-Office for the Transdniestrian Settlement Process , Jean-François Copé, Former Minister of the Budget, Mayor of Meaux, Lawyer at the Paris Bar.



"It would be a mistake if the European Union were to "punish" the United Kingdom for its intention of leaving the community bloc", Franco Frattini stated in the discussion about the future of the European project within the Bucharest Forum conference. At the same time, a "no deal" situation - the United Kingdom's departure from the European Union without an agreement following the negotiations with Brussels - would not be beneficial for the United Kingdom, Frattini pointed out, making an appeal in this context to "more leadership" on behalf of the EU. Frattini also made an appeal that Europe should take advantage of Brexit in order to become a real protagonist on the world stage, given that the presence of the United Kingdom proved to be an obstacle in certain fields, mentioning in this sense the security and common defence policy. An agreement is highly desirable through which the European Union can keep a close relationship with the United Kingdom and in equal measure it would be good for the latter not to sever its ties with the community block, Franco Frattini recommended.




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10.10.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , | Continua »

"Un mondo senza la Russia" presentato alla SIOI il volume di Primakov

"Un mondo senza la Russia" presentato alla SIOI il volume di Primakov 




A Roma, presso la sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) si è tenuta la presentazione dell’edizione italiana del libro dell’ex primo ministro e dell’ex ministro degli esteri russo Evgenij Primakov “Un mondo senza la Russia? Le conseguenze della miopia politica” (Pacini Editore, 2018).

L'evento è stato organizzato dalla SIOI, dal The Gorchakov Fund e dall’Istituto di Studi Eurasiatici.
"Raramente il pubblico occidentale ha occasione di prendere diretta conoscenza delle fonti russe. Pertanto mettere a disposizione del lettore italiano la traduzione del volume "Un mondo senza la Russia?" di Primakov offre sia una chiave di lettura alternativa di alcune delle più importanti vicende internazionali sia l'opportunità di conoscere un personaggio estremamente complesso e che a buon diritto viene considerato uno dei più importanti statisti della Russia post-sovietica, - lo ha affermato il curatore dell'edizione italiana del libro, Professore dell'Università di Pisa Andrea Giannotti, sottolineando che nel volume Primakov, chiamato da Giannotti il "mostro sacro", traccia degli eventi politici occorsi indicativamente nel decennio 1999-2009.


Questo volume, scritto da un grande politico russo, rappresenta una rara occasione per il lettore italiano di conoscere il punto di vista russo su alcune delle maggiori questioni della politica internazionale e con innumerevoli riferimenti alle vicende interne della Federazione. Dalla crisi in Kosovo alla guerra in Iraq del 2003, dalla minaccia dell'integralismo islamico ai non semplici rapporti fra Mosca e Washington fino al conflitto arabo-israeliano, le attente analisi di Primakov costituiscono un contributo di indubbio interesse. 

Primakov è uno dei più eminenti esponenti politici della Russia contemporanea che tutt'ora resta una delle figure più popolari fra i russi. Giornalista, scienziato, alla guida del Ministero degli affari esteri, capo dei servizi segreti, Primo ministro. I suoi articoli e libri sono ancora, come già nel passato, materia di studio per accademici e diplomatici di molti paesi. Infatti va ricordato un episodio molto importante che è destinato a restare per sempre nella storia della Russia e del mondo intero. Il 24 marzo 1999, Evgenij Maksimovich Primakov volava verso gli Stati Uniti per una visita ufficiale. A metà strada, sull'Oceano Atlantico, il primo ministro russo apprese che le forze combinate della NATO avevano cominciato a bombardare la Serbia, suo stretto alleato. Primakov ordinò immediatamente il rientro a Mosca con una manovra chiamata "Loop di Primakov". La decisione di Primakov era in sintonia con ciò che voleva raggiungere. 

Il Presidente della SIOI, ex-ministro degli esteri Franco Frattini, che ha moderato l'incontro, ha ricordato che Evgenij Primakov ha elaborato il concetto di interesse nazionale e la dottirina della multipolarità. 

"Uno degli spunti importanti che dobbiamo ricordare di Primakov è il recupero nel 1996-99 del concetto di interesse nazionale che per la Russia uscita dalla disgregazione dell'Unione Sovietica fu probabilmente un punto di svolta su cui il Presidente Putin ha fondato la grande parte della sua dottrina politica, fin dal primo mandato. Inoltre, Primakov elaborò una teoria di multipolarismo secondo la quale il mondo unipolare fondato sugli Stati Uniti non potesse reggere. Per Primakov ogni forza ha un vettore che contribuisce al bene comune", - ha spiegato Frattini. 

L'Ambasciatore della Federazione Russa presso la Santa Sede Alexey Avdeev, che è stato il viceministro degli esteri quando Primakov guidava il ministero degli affari esteri, ha invece parlato della creatività di Evgenij Primakov e delle sue capacità umane. 

Durante la presentazione è intervenuto anche il soprannominato amico di Primakov Lamberto Dini che ha condiviso la sua testimonianza personale di profonda conoscenza del grande statista russo, sottolineando i due principi sui quali si fondava tutta la sua attività diplomatica: difendere gli interessi nazionale e della sicurezza della Russia e lavorare per risolvere internazionalmente i conflitti senza aver ricorso alle armi. 

"Primakov pensava che dopo la fine della guerra fredda sarebbe stato possibile una coordinazione delle azioni politiche. Secondo la sua logica, ogni paese doveva perseguire atteggiamenti enormi per evitare i conflitti e le guerre. Primakov era anche convinto che le relazioni tra i paesi dovessero essere guidati dal principio di non-interferenza nelle zone della reciproca influenza. Prima del 2016, elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Trump aveva preso una serie di iniziative per stabilire un nuovo rapporto con la Russia. E anche Putin aveva fatto dichiarazioni che andavano nella stessa direzione. Cosi Stati Uniti e la Russia avrebbero avuto la possibilità, la forza e la capacità di prevenire conflitti a cominciare dal Medio Oriente. Purtroppo grazie al nuovo sentimento che è stato creato oggi a causa della presunta interferenza della Russia nella campagna presidenziale americana del 2016, quel tentativo di avvicinamento è stato messo in ginocchio dalle azioni unilaterali che questi due paesi avrebbero dovuto prendere", - ha concluso Lamberto Dini.

Fonte: Sputnik Italia News


Registrazione video del dibattito a cura di Radio Radicale




8.10.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , | Continua »

Istanbul : TRT World Forum 2018: "Envisioning Peace and Security in a Fragmented World" 3-4 October, 2018


The 2018 TRT World Forum kicked off on 3 October, gathering hundreds of politicians, academics, journalists and businesspeople in Istanbul. 




Theme of this year’s forum is "Envisioning Peace and Security in a Fragmented World", in which discussions took place on proposing solutions for the most pressing global issues of our time.

Turkish President Recep Tayyip Erdogan made a speech titled "In Pursuit of Justice in a Fragmented World" at the closing ceremony of the forum. 


The two days conference focused on transformations in the international system since the First World War, the European Union as a post-WWII project and the shifting security equation in the Middle East. The leadership role of Women in a time of conflict, new media and trust formation, and international cooperation in counter-terrorism were discussed in the forum.

President Frattini while speaking at the Forum in the second session “The EU and Its Discontents: Is it the End of the European Project?” stressed the need for More Political Europe "We need to resume the dreams of our founding fathers and move forward with more common policies otherwise we will have an incomplete project"

Watch the session:
https://www.pscp.tv/TRTWorldRC/1rmxPNggypLGN?t=8s







5.10.18 | Posted in , , , , , , , , , , , | Continua »

The 15th Annual Meeting of Yalta European Strategy (YES) – “The Next Generation of Everything” – September 13-15, 2018 in Kyiv.

The 15th Annual Meeting of Yalta European Strategy (YES) – “The Next Generation of Everything” – September 13-15, 2018 in Kyiv. 














Over 400 leading politicians, diplomats, businessmen, civil activists and experts from 28 countries took part in the conference organized by the international forum YES in partnership with the Victor Pinchuk Foundation. 

The forum’s first day started off discussing the “big picture” of the global future as seen by different experts. The sessions continued with discussions of the future of democracy in an age of disinformation and elections meddling, the futures of the US and Europe, the impact of new trade wars to the future of the global economy, and the future of NATO. Special attention was paid to the promise of blockchain technologies. 

The concluding panel of the first day featured an in depth discussion on creating a digital society with President of Estonia Kersti Kaljulaid. 

The speakers included: Alejandro Alvargonzález, Assistant Secretary General for Political Affairs and Security Policy, NATO; Tony Blair, Executive Chairman of the Tony Blair Institute and former UK Prime Minister; Jared Cohen, Founder and CEO, Jigsaw; Valdis Dombrovskis, Vice-President for the Euro and Social Dialogue, also in charge of Financial Stability, Financial Services and Capital Markets Union, European Commission; Niall Ferguson, Senior Fellow, Hoover Institution, Stanford University; Bill Ford, Chief Executive Officer, General Atlantic; Franco Frattini, President of SIOI, Special Representative of the OSCE Chairperson-in-Office for the Transdniestrian Settlement Process, Minister of Foreign Affairs of Italy (2008-2011); Yasmin Green, Director of research and development, Jigsaw; Pavlo Klimkin, Minister of Foreign Affairs of Ukraine; Ray Kurzweil, inventor, author, futurist; Bernard-Henri Lévy, Philosopher and Writer; Michael McFaul, U.S. Ambassador to the Russian Federation (2012-2014), Stanford Professor and Hoover Institution Senior Fellow; Anders Fogh Rasmussen, Founder of Rasmussen Global, Secretary General of NATO (2009-2014), Prime Minister of Denmark (2001-2009); Condoleezza Rice, 66th U.S. Secretary of State (2005-2009); Hernando de Soto, President, Institute for Liberty and Democracy; Larry Summers, Charles W. Eliot University Professor, Harvard University; Manuel Valls, Prime Minister of the French Republic (2014 – 2016).

In addition to Richard Haass, Stephen Sackur, host of BBC HARDtalk, Gillian Tett, U.S. Managing Editor of the Financial Times, and Fareed Zakaria, host of CNN’s Fareed Zakaria GPS, moderated the discussions. 








Watch the full version of the Panel The future of Europehttps://youtu.be/bJK4bV7_zqk




The official Twitter handle of the 15th YES Annual Meeting is @yes_ukraine, and participants and followers can include the hash tag: #YESUkraine2018



24.9.18 | Posted in , , , , , , , , , | Continua »

Autumn School : Il Terrorismo dopo Raqqa. Disarticolare il Jihad della parola

Autumn School : Il Terrorismo dopo Raqqa. Disarticolare il Jihad della parola 
SIOI, Roma 9-21 novembre 2018 


Il Corso, promosso dalla SIOI e dalla NATO Defence College Foundation, ha l’obiettivo di fornire le conoscenze teoriche ed empiriche necessarie per interpretare le dinamiche politiche internazionali e favorirne il dibattito sugli aspetti più significativi attraverso il contributo di analisti ed esperti selezionati nei settori delle Istituzioni, della ricerca e del giornalismo. 

Destinatari: giovani laureati in tutte le discipline, ai pubblici funzionari civili e militari, operatori privati nel settore della sicurezza, analisti, giornalisti e ricercatori, diplomatici ed avvocati.

Articolazione 
Il Corso prevede sei incontri, il venerdì dalle ore 13.30 alle ore 17.30, ed il sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

Sezioni del Programma 
• Global Outlook del Terrore
• Osservatorio Geopolitico delle Aree di Crisi: dal Maghreb all'Asia
• Il Modello dell'Antiterrorismo in Italia
• Il Ruolo dell'Intelligence nel Contrasto al Terrorismo
• La Risposta di Israele al Terrorismo: Organizzazione e Strategie Antiterrorismo per la Sicurezza Nazionale
• Le Nuove forme di Finanziamento del Terrore: Riciclaggio e Criptovalute
• Cybersecurity e Cyberterrorismo
• Il Rapporto tra Terrorismo e Media nell'Era dei Social e delle Fake News
• Il Ruolo della Polizia delle Nazioni Unite nei Processi di Stabilizzazione delle Aree di Crisi
• Le Relazioni tra Traffici di Stupefacenti e Terrorismo

Coordinamento Didattico 
Sara Cavelli, Direttore della SIOI
Alessandro Politi, Direttore NDCF
Matteo Bressan, Emerging Challenges Analyst NDCF
Domitilla Savignoni, giornalista del TG5

Info e iscrizioni: www.sioi.org

19.9.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , , , , | Continua »

Arctic Connections – Italy and Norway in the Arctic between cooperation and future challenges

Conferenza Internazionale:”Arctic Connections – Italy and Norway in the Arctic between cooperation and future challenges” 




Roma, 18 settembre 2018 

“Arctic Connections, la conferenza internazionale sull'Artico si svolge dalle 9.30 alle 17.00, presso la sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI). 

L’evento, organizzato in collaborazione con l’High North Center for Business and Governance – Nord Universitet (Bodoe, Norvegia), l’Ambasciata norvegese in Italia e con la sponsorizzazione esclusiva di Eni spa, si pone l’intento si stimolare una riflessione sulla geopolitica, le prospettive di sviluppo sostenibile, le sfide ed i potenziali attori coinvolti nel cambiamento nella Regione Artica. 

Introducono l’incontro: il Presidente della SIOI, Franco Frattini; Margit F. Tveiten, Ambasciatore di Norvegia in Italia; Alberto Colella, Ambasciatore d’Italia in Norvegia; Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Frode Mellemvik, Direttore dell’High North Center, Nord University Business School. 

Il programma, disponibile sul sito della SIOI vede la partecipazione di numerose personalità internazionali, accademiche, diplomatiche, istituzionali e di esperti di comunicazione e geopolitica.






18.9.18 | Posted in , , , , , , , | Continua »

FRATTINI CONTRO L'EUROPA. «Sui migranti non decidono UE e pm»

FRATTINI CONTRO L'EUROPA. «Sui migranti non decidono UE e pm»
L'ex ministro degli Esteri smonta l'inchiesta diAgrigento e sferza il Ppe: «Segua Orban»

LAURA TECCE
Libero, 2 settembre 2018

Due volte ministro degli Esteri nei governi Berlusconi, vice presidente della Commissione europea e Commissario per la giustizia, libertà e sicurezza. Franco Frattini, che oggi nella sua veste di magistrato si occupa di immigrazione e processi di mafia, lue e i suoi meccanismi li conosce bene. 

Hanno ragione gli euroscettici quando affermano che l'attuale assetto dell'Ue non funziona? È davvero il regno dei burocrati? 

«Da vice presidente della Commissione ho messo più volte all'indice l'eccesso di burocratizzazione rispetto alla politica, problema che si è aggravato negli ultimi anni. In un momento in cui abbiamo il terrorismo, problemi legati alla crescita economica e all'immigrazione, la percezione è quella di un'Europa che si occupa di argomenti lontani, addirittura fastidiosi per i cittadini». 

Come sul cambio dell'ora... 
«Fanno una consultazione su un campione di 5 milioni di europei su 500 milioni e con una direttiva calata da Bruxelles pensano di farci cambiare le abitudini di vita. Questo da l'idea che l'Ue sceglie di occuparsi di questioni meno complicate invece che prendere di petto quelle più critiche: sono anni che si prendono impegni che poi non vengono rispettati. Nel Trattato di Lisbona del 2009 una norma ribadisce che le questioni migratorie sono una competenza comunitaria, non dei singoli Stati. Un principio vincolante che purtroppo è rimasto sulla carta. L'unica cosa positiva che vedo è il semestre di presidenza austriaca, con il cancelliere Sebastian Kurz che ha scelto come motto «L'Europa che protegge»: dal terrorismo, dalla speculazione e che protegge i confini. Ha colto nel segno, questi sono i desideri dei cittadini europei». 

L'incontro tra Salvini e Orban ha gettato le basi per un progetto europeo alternativo all'assetto attuale. È possibile l'ingresso della Lega nel Ppe? 
«Quello di Milano è stato un incontro tra due capi di partito che stanno ragionando anche in vista delle Europee. Non è un caso che sia Orban che Kurz siano tutt'ora nel Ppe: è in corso una riflessione interna e se i due si espongono con frasi severe sicuramente c'è la volontà di rivedere alcune posizioni. In veste di coordinatore della politica estera dell'Ue varai la direttiva sui rimpatri e una norma che prevedeva banche dati per mettere in connessione le polizie europee, anche per schedare le impronte digitali di chi entra e chi esce dal territorio europeo. Se queste iniziative le avessero fatte funzionare, i terroristi del Bataclan non sarebbero stati liberi di muoversi indisturbati». 

Cos'è che l'ha impedito? 
«La Corte europea dei diritti dell'uomo, con la direttiva sulla privacy, ha smantellato le norme più rigorose sulla sicurezza. Poi all'interno del Parlamento europeo i liberali, i liberaldemocratici e i socialisti si sono coalizzati e hanno portato avanti politiche molto morbide sui principi di protezione dei cittadini e sulla lotta al terrorismo». 

Salvini parla di Lega delle Leghe. 
«Il progetto potrebbe non essere alternativo al Ppe, ma è evidente che la voce di Kurz e Orban, che rispondono alle attese della popolazione, vada ascoltata. L'altra ipotesi del tutto opposta è che Orban si secchi di essere attaccato dai suoi alleati europei e confluisca in una nuova formazione guidata da Salvini, a quel punto il Ppe potrebbe non avere più la maggioranza a Bruxelles». 

Nei confronti di Salvini la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo con 50 pagine di accuse, 5 reati contestati, 30 anni di carcere come pena massima. 
«Pur senza commentare le azioni di un altro magistrato, ricordo che chi dovrà formulare i capi di imputazione per il Tribunale dei ministri è Palermo, che potrebbe non condividerli, e in ogni caso i giudizi non li emettono le procure, ma i tribunali. Detto ciò, se io incrimino per sequestro di persona vuoi dire che contesto di aver privato della libertà personale una persona che è libera di muoversi. Ora, chi non è identificato ed identificabile non è libero di andare dove vuole. Si contestano poi gli arresti illegali, ma io non ho visto mandati di arresto, è stato solo dato ordine di non identificare: l'inerzia equivale ad un arresto illegale? Se la contestazione riguarda la politica del governo sulla questione dell'immigrazione, questa deve essere giudicata dagli elettori e non dai magistrati»

6.9.18 | Posted in , , , , , , , , , , , | Continua »

Intervista a Franco Frattini "E' l'Europa che dovrebbe essere indagata. Conte forzi la mano come fece Berlusconi"

È l’Europa che dovrebbe essere indagata. È Conte forzi la mano come fece Berlusconi 

Il Messaggero, 27 agosto 2018



E' l'Europa che dovrebbe essere indagata, altro che Salvini...Se ci fosse un tribunale della storia che giudicasse gli ultimi dieci anni di politiche migratorie europee l’Europa dovrebbe esser condannata con rito abbreviato per omissione totale del suo compito e degli impegni presi, per l’assoluta inesistenza della Commissione e le promesse mancate dei Paesi cosiddetti volenterosi». Franco Frattini, ex ministro degli Esteri ed ex vicepresidente della Commissione, oggi a capo della Sioi, da magistrato premette di non voler commentare le azioni di altri magistrati ma solleva una riflessione.

Quale? 

«Hanno diritto di muoversi liberamente sul territorio nazionale persone non identificate né identificabili? Se quel diritto non vi fosse cadrebbe anche l'ipotesi di sequestro di persona. Oltretutto la Procura di Palermo sta procedendo contro ignoti per traffico internazionale di migranti. Le organizzazioni di scafisti sono paragonabili a mafie internazionali, con protezioni nei governi rivieraschi e pratiche di intimidazione e sfruttamento anche sessuale». 

L’Ue a giugno non aveva stabilito la condivisione sui migranti? 

«Misi in guardia il Premier Conte: gli Stati UE non mantengono mai le promesse che fanno. A Bruxelles si era detto che senza un accordo fra chi dovesse ripartirseli, mai più sarebbero sbarcati in Europa migranti salvati, per esempio, nelle acque di Malta. Non è stato così. Una volta le politiche migratorie erano intergovernative, oggi sono comunitarie, con un potere e dovere di coordinamento da parte della Commissione, scavalcata dai capi di governo». 

L’Italia minaccia l’Europa, come dice Avramopoulos? 

«Che minaccia è denunciare chi dovrebbe coordinare e non coordina e si arriva così al falli- mento più clamoroso degli ulti- mi anni dell’Europa, ossia i migranti della Diciotti li prendono l’Albania e i vescovi? Uno scacco mai visto». 

Il Ministro degli Esteri Moavero corregge Di Maio dicendo che i contributi UE vanno versati.

«Moavero fa bene a ricordare che versare i contributi è un obbligo giuridico. L’Italia è come Davide, che nella fionda però ha altri sassi da usare contro Golia. Il primo è “avanzare una riserva” prima di approvare il bilancio della Commissione, da cui dipendono i fondi per tutti e 27 i Paesi. Il secondo, a gennaio, opporsi al rinnovo delle sanzioni contro la Russia. Il terzo, imputare alla Ue il costo dei rimpatri volontari. Con Berlusconi l’Italia ottenne l’Agenzia per la sicurezza alimentare a Parma, già destinata alla Finlandia, grazie a un’azione politica forte in cui disse di avere problemi non risolvibili a votare i fondi all’agricoltura e mise una riserva sul bilancio. Era Davide contro Golia, ma tutti erano interessati a ottenere l’unanimità per varare il budget. Così dovrebbe fare Conte in vista del Consiglio di settembre senza intesa sui migranti». 

I contributi vanno versati? 

«È una regola anche l’unanimità sul bilancio e quando il voto dell’Italia serve, tutti lo cercano. Usammo la stessa tattica per difendere il made in Italy». 

Il governo Conte come Craxi a Singonella? 
«Solo per il richiamo alla sovranità nazionale. Il contesto è diverso». 

La scandalizza che il ministro dell’Interno Salvini incontri domani il premier dell’Ungheria Orban? 

«Per niente. Da ministro degli Esteri ho incontrato capi di governo e di Stato. Oltretutto Salvini è vicepremier e leader della Lega, come Orban è anche il leader del suo partito. Il disegno di Salvini è allontanarlo dal Ppe e avvicinarlo alla Lega delle Leghe. Da coordinatore per sei anni della politica estera del Ppe, dico che il Ppe farebbe bene a evitare di dare calci nei denti a Orban, perché conoscendolo, e conoscendo il Ppe, alla fine qualche scherzo Orban lo fa». 

Il premier austriaco Kurz insiste sul doppio passaporto agli altoatesini di lingua tedesca. 

«Kurz sbaglia a fare il paragone con gli sloveni in Italia, perché dopo anni di bombe ai tralicci, il doppio passaporto in Alto Adige rischia di ravvivare l’idea dell’Austria “tutrice” dei sudtirolesi, com’è scritto nell’accordo De Gasperi-Gruber che oggi sarebbe anticostituzionale. Bene fa Kurz, invece, a dire che ogni passo sarà fatto d’intesa con l’Italia». 

 Marco Ventura 
 Il Messaggero, 27 agosto 2018

6.9.18 | Posted in , , , , , , , , | Continua »

Frattini: Serbia deserves to become EU member state


Belgrade, 23th July, 2018 - Franco Frattini, President of the Italian Society for International Organization (SIOI) said on Monday, that Belgrade showed it deserved to join the European Union as its full member, a statement from Serbia’s Ministry for European Integrations said. 

In the meeting with Serbia’s Minister for European Integration Jadranka Joksimovic, Frattini added that the EU “has noticed the commitment by (Serbia’s) government to be an active and reliable EU partner,” which, in his opinion, was visible in the opening of negotiating chapters. 

Frattini, who in 2013 was an advisor for the European integration to the then Serbia's Prime Minister Aleksandar Vucic, also said that the reforms in Serbia “are giving results,” the statement carried by the FoNet news agency reported. 

Joksimovic and Frattini discussed the continuation of Serbia's accession talks with the EU and all the reforms Belgrade had to implement on its road to the bloc. The statement added that the two also talked about the situation in the region and agreed that Serbia’s role in the regional stability was necessary for the EU stability as well.



25.7.18 | Posted in , , , , , , , , , , , , , | Continua »

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