"Giovani e Lavoro, serve il merito?": rispondono Frattini, Binetti e Damiano
FRATTINI: PER TROVARE LAVORO MERITO E'
OPPORTUNITA' - On. Frattini, ai
giovani serve il merito, nell'Italia di oggi, per trovare lavoro?
"Leggere, come rileva l'Istat, che i
giovani italiani senza un lavoro sono un esercito, il 36,2% del totale, deve
allarmare e preoccupare tutti gli attori dello Stato. E' evidente, solo il
merito puo' essere una autentica e piu' duratura forma di soluzione del
problema. Ma il merito nasce in seno ad una societa' che ha ben chiara una
costellazione di valori condivisi e rispettati".
Bisogna
cambiar sistema... "In Italia e'
meno meritocratico di quello di altre societa', come quella nord-americana
e scandinava, molto piu' capaci di assicurarsi che la classe dirigente sia la
migliore possibile. Le strade da percorrere immediatamente per combattere la
disoccupazione giovanile senza alcun dubbio sono tre: scuola, universita' e formazione professionale. Uno dei piu' gravi
elementi di ritardo del nostro Paese, consiste proprio nel basso livello medio
d'istruzione dei nostri giovani, conseguenza di un'errata politica di
investimenti, e di una mentalita' che coinvolge lo Stato non meno che le
famiglie. E anche il merito, va meritato, studiando, applicandosi, scommettendo
sui propri talenti".
La
politica puo' offrire risposte concrete o e' destinata all'inutilita'? "Solo
ricominciando a credere che istruzione e
ricerca rappresentano investimenti preziosi per il nostro sviluppo - anche
per quello economico - potremo davvero ricominciare a crescere. I problemi
degli under 25 debbono diventare da subito una priorita' delle nostre politiche
sociali ed economiche generali, debbono diventare un investimento a cui
dedicare gli sforzi di tutto il Paese. Certo e' difficile imporlo nell'agenda
di una classe dirigente tra le piu' anziane del mondo, e allora io dico che la
politica dovrebbe dare l'esempio, rinnovandosi essa stessa nelle sue forme di
partecipazione. Se la cattiva politica
puo' a lungo andare diventare il freno allo sviluppo di un Paese, quella buona
e' il migliore fluidificante. In un sistema democratico la politica, mi
creda, non e' mai inutile".
BINETTI (UDC): LE PERSONE CAPACI GENERANO LAVORO - "I dati
sulla disoccupazione giovanile sono drammatici. Noi vogliamo far dialogare la
politica col mondo dell'impresa, senza fermarci alla diagnosi di cio' che non
funziona, ma trovando dei modelli che possano dare risposte e motivi di speranza
ai giovani" dice Paola Binetti, deputata dell'Udc, e aggiunge:
"Vogliamo declinare una rivoluzione silenziosa che parta davvero dalla
meritocrazia: ci sono sacche di improduttivita' nel Paese alla cui base c'e' il
disconoscimento merito. In qualunque attivita'- spiega- se c'e' una persona
capace, genera lavoro. Con l'incapace, invece, la fonte del lavoro si secca, si
inaridsce. Vogliamo mettere il merito al centro delle universita', della
politica, delle scelte degli imprenditori".
La
deputata centrista parla anche di rilanciare "un modello di alta
formazione, che parte dalla diagnosi dei bisogni del mondo del lavoro e orienta
l'attivita' di formazione a persone che potrebbero occupare poi quelle
posizioni di cui c'e' bisogno. Vogliamo invertire il punto di vista: non piu'
giovani che cercano lavoro, ma il lavoro che cerca i giovani".
DAMIANO (PD): CREARE LAVORO, POLITICA TROVI LE RISORSE -
"Dobbiamo dare lavoro ai giovani e per farlo bisogna innanzitutto battere
le politiche di rigore: l'Europa sta cambiando direzione, finalmente si fa di
nuovo attenzione allo sviluppo" spiega alla Dire Cesare Damiano, deputato
del Pd ed ex ministro del Lavoro. "Ora bisogna dedicare ai giovani
politiche concrete di sostegno e noi abbiamo gia' confezionato una serie di proposte
in merito. Alla Camera c'e' una proposta di legge bipartisan sull'imprenditoria
giovanile femminile. Poi- aggiunge- per quanto riguarda il mercato del lavoro
chiediamo correzioni alla riforma, correzioni che Monti ha promesso di
accettare". Per esempio? "Una mini-Aspi piu' favorevole per i giovani
che hanno requisiti ridotti; un bonus per chi viene licenziato da un lavoro a
progetto; il non aumento del contributo previdenziale alle partite iva
autentiche".
Infine,
osserva Damiano, spazio e investimenti sulla "meritocrazia: deve valere
per tutti la logica delle carriere basate sulla competenza, non semplicemente
dei passaggi automatici per anzianita' ma valutazioni sulla professionalita'
delle persone".
Pubblicato da Lucrezia Pagano
il giorno 6.7.12. per la sezione
Europa,
In primo piano,
PDL
.
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