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Frattini al Messaggero: Non perdiamo il dialogo con i centristi»


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Frattini al Messaggero: «il problema è Berlusconi? Non sono certo che torni in campo» 
Parla l'ex ministro degli Esteri «Anti-montismo preoccupante 



di MARIO AJELLO ROMA

Onorevole Frattini, le piace l'appello lanciato da Casini ai moderati, anche quelli del Pdl? 
«E' importante, perché parte dalle cose e dai temi che uniscono questa area politica al di là delle sigle di partito. L'europeismo è il primo motivo di affinità».

Gli altri quali sarebbero?
 «La comune convinzione che un'altra manovra economica non si può fare e che bisogna allentare la pressione fiscale. Dire che l'aggressione al debito pregresso si deve fare subito, mediante un grande piano nazionale, è un punto fondamentale che ci trova in sintonia e riunirebbe certamente i moderati italiani». 

Lei sta dicendo che non è perso il filo di dialogo con l'Udc, anche se Casini attacca Berlusconi? 
«Questo dialogo certamente non è perso. Anche nella politica interna ci uniscono molti temi. A cominciare dalla reintroduzione delle preferenze nella legge elettorale. E poi: su Di Pietro e su Vendola, Casini la pensa come noi e non come Bersani. Crede cioè che non si può costruire il governo del Paese con soggetti di questo tipo. La distanza tra Casini e il Pd è più forte di quella che c'è tra noi e lui». 

Ma allora ha ragione Cicchitto quando dice che Casini vuole provocare una scissione nel Pdl? 
«Questo è un punto importante. A Casini mi sento di dire che è giusto lavorare sui contenuti che uniscono i moderati e non invece sulle forme organizzative ovvero sui personalismi, distinguendo dentro il Pdl interlocutori buoni e interlocutori cattivi. L'unione dei moderati italiani è un obiettivo a cui tutto il Pdl dovrebbe lavorare perchè tutti abbiamo firmato la stessa carta dei valori». 

Il problema, nel dialogo con Casini, è Berlusconi? 
«Lo è nel momento in cui si torna alle pregiudiziali personali. Io comunque non sono sicuro del ritorno in campo di Berlusconi. Semplicemente perchè non l'ho sentito dire da lui. Quello che so è che sta valutando tutte le caratteristiche e le conseguenze della sua decisione. Cioè del prenderla e del non prenderla. Bisogna accogliere la sostanza dell'appello di Casini ma allontanare il dubbio che ci sia in lui una pregiudiziale personalistica». 

Ma allora come farete a ritrovarvi? 
«La distinzione tra un campo e l'altro sarà sulle cose. Sarà tra coloro che pensano che anche dopo il 2013 bisognerà mantenere con coerenza e serietà la retta europea e quelli che pensano a una via diversa. Di ritorno del ruolo dello Stato nazione contro l'integrazione europea. I moderati si ritroveranno naturalmente sulla prima opzione». 

Il Pdl però si sta rivoltando contro il leader dell'Udc. Perchè lei invece è così aperturista? 
«Io mi chiedo soltanto: c'è davvero la volontà di costruire un cantiere dei moderati? Se c'è, lasciamo lavorare le persone di buona volontà e vediamo se riusciamo ad arrivare alla condivisione dei programmi». 

Europeismo e montismo come base per un accordo tra i moderati. Ma come si fa, se mezzo Pdl è contro Monti? 
«L'anti-montismo nel nostro partito mi preoccupa. E' un fenomeno viscerale, di pancia, e non di visione della realtà. Il passo indietro di Berlusconi significò l'anteporre l'interesse del Paese in difficoltà all'interesse del partito. Se noi vanifichiamo questo, diciamo sostanzialmente che il gesto di Berlusconi è stato inutile». 




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Pubblicato da Lucrezia Pagano il giorno 21.7.12. per la sezione , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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