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Libia: Frattini a “Nova”, dialogo esponenti militari dovrà essere seguito da maggiore impegno Usa e Italia


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Roma, 03 giu 18:10 - (Agenzia Nova) - Il possibile ritorno al dialogo tra gli esponenti militari delle parti in conflitto in Libia, mediati dalle Nazioni Unite, rappresenta un “ultimo tentativo” da parte della rappresentanza delle Nazioni Unite in Libia per trovare una soluzione al conflitto, ma dovrà essere seguito da una scossa più forte e profonda con un impegno statunitense per una mediazione con la Turchia e anche da un passo avanti dell'Italia che potrebbe avviare colloqui con la Russia. Lo ha dichiarato ad “Agenzia Nova”, Franco Frattini, presidente della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), già ministro degli Esteri italiano e vicepresidente della Commissione europea, commentando l’annuncio fatto ieri dalla missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) di un possibile incontro della Commissione militare libica, formata da cinque ufficiali militari di entrambe le parti in conflitto – Governo di accordo nazionale (Gna) ed Esercito nazionale libico (Lna) - a Ginevra. Giudicando positivamente l’eventuale incontro, Frattini ha sottolineato la necessità che il dialogo tra forze militari sia “in buona fede” perché se le due parti pensano di poter “monetizzare la rendita di terreno che hanno conquistato combattendo nessuno accetterà di dare all’altro il vantaggio di prendere tempo in modo che si possa consolidare e rafforzare”. Per l’ex ministro degli Esteri “se le forze militari si impegnano a sedersi intorno a un tavolo l’aspetto più importante è che discutano senza pensare ai paesi che li difendono”. “Il mio auspicio – ha aggiunto - è che le autorità militari che si incontreranno pensino a una soluzione di cessate il fuoco solido come pre-condizione per un dialogo politico”.

Per Frattini, per il futuro successo di un dialogo politico sarà importante un maggiore impegno degli Stati Uniti, che purtroppo finora hanno guardato alla crisi libica solamente per contestare la presenza russa in Cirenaica, commettendo a detta dell’ex ministro degli Esteri “un grave errore”. Infatti, secondo il presidente della Sioi, Russia e Turchia non hanno intenzione di combattersi sul campo, limitandosi a schermaglie. “I russi sono sufficientemente pragmatici per mettersi d’accordo con Erdogan come avvenuto nella crisi in Siria a Idlib”, ha osservato Frattini citando l’accordo tra Ankara e Mosca per evitare un’escalation militare nella provincia nord-occidentale siriana ancora in parte controllata dai ribelli siriani appoggiati dalla Turchia. Per Frattini, Washington dovrebbe avviare un colloquio con Ankara, che è un paese Nato, per fare pressioni sulla Russia. In questo contesto, Frattini sostiene che l’Italia potrebbe avere un ruolo, “parlando con la Russia con cui ha un ottimo rapporto”. In caso contrario, per l’ex ministro degli Esteri, l’Italia non verrebbe più considerata a causa di un rapporto con le due le parti in conflitto che di fatto viene percepito in modo sospetto da entrambe le parti. In merito al dialogo politico, finora l’unico tentativo importante è stato quello avviato dal presidente della Camera dei rappresentanti della Libia, Aguila Saleh, il quale ha riconosciuto l’errore del generale Khalifa Haftar di autoproclamarsi rais del paese. “Questo è un tentativo che consiglierei alle parti, ovvero di andare a guardare nella sostanza. Se tutti continuano ad arroccarsi sul sostegno esterno è chiaro che nessuna proposta futura prenderà il volo e l’unica possibilità è che la Libia consolidi due o tre sfere di influenza – Cirenaica, Tripolitania e forse Fezzan – in modo da arrivare a quella che alcuni, pure con onestà, hanno paventato: una confederazione che nei fatti sarebbe una partizione della Libia”. (Res)
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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 4.6.20. per la sezione , , , , , , , , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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