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Conflitto di interessi: Soluzione migliore e' un blind trust veramente cieco


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Intervista al Messaggero. di Alberto Gentili


Presidente Frattini, il Pd vuole una nuova la legge sul conflitto d`interessi, lei è il padre di quella attuale. Cosa ne pensa? 
«Il procedimento che riguarda Silvio Berlusconi è già in corso e non sí cambiano le regole del gioco mentre si sta giocando. Il caso è all`esame della Giunta del Senato e la Giunta deve decidere sulla base delle norme vigenti. Mi sembra di cogliere in una parte del Pd l`imbarazzo di dover votare inevitabilmente come si è votato in altre quattro legislature, nel senso che non sussiste l`ineleggibilità per Berlusconi. Ma, ripeto, è difficile cambiare la legge mentre si sta giocando la partita». 

Epifani ha detto che non riguarda Berlusconi, ma i prossimi quarant`anni. 
 «Questo è un chiarimento utile. Io non farei un inseguimento a Berlusconi, farei un adeguamento a un modello costituzionale che, chiunque vinca, dovrà conoscere prima. E credo che la soluzione migliore sia quella che negli Usa hanno inventato da tempo e funziona benissimo: il blind trust cieco. Un trust veramente cieco. Quello che c`è adesso non lo è, perché non c`è un obbligo assoluto e condizionante. E` chiaro che se ci fosse invece un capo dello Stato che sia anche capo del governo o un premier eletto dai cittadini e dunque molto più forte, diventerebbe giusto introdurre l`obbligo di consegnare le proprietà a un gestore che alla fine del mandato può averle trasformate all`insaputa del proprietario. Il trust infatti ha solo l`obbligo di fare gli interessi economici del garantito, senza doverlo però informare. E il garantito ha il divieto assoluto di informarsi». 

Nella proposta del Pd non c`è il blind trust, ma c`è l`obbligo di vendita e l`ineleggibilità è sostituita con l`incompatibilità. Cosa ne pensa? 
«Per mesi in Parlamento discutemmo della questione e arrivammo alla conclusione che la Costituzione garantisce in modo esplicito, formale, che alla carica di parlamentare si può accedere senza limitazioni che compromettano la candidabilità. E dire: "vendi forzatamente, oppure non ti puoi svolgere le funzioni di parlamentare", significa entra- re in conflitto con una norma costituzionale».

Sta dicendo che la norma proposta è incostituzionale? 
«E` così. Quando discutemmo la mia legge c`è chi propose la vendita forzata per i membri del governo, non addirittura per i singoli parlamentari. Il centrosinistra disse: premier, ministri e sottosegretari quando vengono nominati hanno un periodo di tempo per decidere se mantenere l`incarico, oppure se conservare le proprietà. Ma la proposta fu bocciata perché produceva una distorsione economica: Mario Rossi, proprietario di un`azienda quotata in Borsa costretto a vendere entro 90 giorni sarebbe stato stritolato dal mercato, sarebbe stato costretto a subire un danno». 

Sta stroncando la proposta Zanda-Mucchettí. 
«Beh, c`è un effetto espropriativo esteso, per di più, a tutti i parlamentari. La riduzione di valore tra la vendita forzata e la vendita ordinaria è un`espropiazione occulta. La soluzione è un blind trust più serio di quello che c`è adesso che non garantisce la cecità assoluta. E non la garantisce perché nell`attuale sistema, il governo ha poteri limitati».


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Pubblicato da Lucrezia Pagano il giorno 14.7.13. per la sezione , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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