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Un «no» a condizionamenti


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Giorgio Napolitano non aveva altra scelta che rispondere come ha risposto al veleno che si va spargendo su Roma. Del resto, era evidente fin dall'inizio che l'oscuro affare delle intercettazioni aveva un solo obiettivo: indebolire in termini politici e istituzionali il presidente della Repubblica, condizionarlo rispetto ai due passaggi chiave che ancora mancano alla conclusione del suo mandato, nel maggio 2013: lo scioglimento delle Camere e le procedure per dar vita al primo governo della prossima legislatura. 

Quello che sta accadendo era ampiamente previsto e rappresenta la vera ripresa dell'attività politica (chiamiamola così...) dopo l'estate. Altro che i balbettii sulla riforma elettorale o gli stucchevoli battibecchi su chi si allea con chi. Ciò che davvero conta, nella stagione in cui viviamo, è la forza istituzionale del Quirinale e la sua capacità di fare da scudo al governo Monti. Di conseguenza è fondamentale capire come e quando le due assemblee saranno dissolteconsiderando che quest'anno non esiste - a termini di Costituzione - il cosiddetto "semestre bianco", il periodo in cui il presidente uscente non può sciogliere il Parlamento. Svolte le elezioni, è essenziale sapere se il capo dello Stato sarà ingrado di esercitare il suo ruolo, che certo non è solo notarile, nella scelta del nuovo presidente del Consiglio, definendo al tempo stesso la cornice politica della maggioranza È, come si può ben capire, un passaggio molto delicato in cui entrano in gioco gli equilibri nazionali, i rapporti di forza nel nuovo Parlamento, con i partiti rilegittimati dal voto, ma anche gli equilibri sovranazionali: il rapporto con l'Europa, l'esigenza di non disperdere il lavoro svolto da Monti in questi mesi

 Quanto più il capo dello Stato viene indebolito, quanto più ne viene messa in discussione l'imparzialità e il senso dello Stato, tanto più questi passaggi saranno difficili e forse impossibili (in particolare il secondo, la definizione del nuovo esecutivo e dei suoi assetti). Stiamo parlando di un presidente destinato a restare in carica ancora otto mesi e che si trova a dover gestire, proprio in questa coda del settennato, uno snodo cruciale in uno dei momenti più drammatici della storia recente. Uno snodo per affrontare il quale Napolitano avrà bisogno anche di un margine temporale: non potrà cioè trovarsi negli ultimi giorni del mandato, ragione per la quale la data ideale per le elezioni dovrebbe collocarsi fra febbraio e i primi di marzo. Non c'è bisogno di aggiungere altro per capire che sono all'opera forze divaria natura, nel mondo della politica tradizionale e fuori di esso, per deviare questo percorso. 

Forti interessi convergenti planano sul Quirinale. Prepariamoci ad altre operazioni nei prossimi tempi Può darsi che il peggio debba ancora venire. Ecco perchè Napolitano ha fatto bene a ribellarsi e a chiarire che non esiste modo di ricattare o d'intimidire il capo dello Stato. È l'unico argomento che si può mettere in campo contro chi vuole giocare alla destabilizzazione. 
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Pubblicato da Lucrezia Pagano il giorno 31.8.12. per la sezione . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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