Non si può escludere la Grande coalizione
Intervista di
Franco Frattini al Corriere della Sera
di Paola Di Caro
In un Parlamento balcanizzato sarebbe
necessario dare al Paese un governo europeista con altre forze. Il Pdl non deve
spostarsi a destra. Con Casini più convergenze che divergenze. Berlusconi non
ha ancora deciso di ricandidarsi. Se non ci fosse faremmo certamente le
primarie
Il loro partito è ancora lo stesso, e
Franco Frattini non ne auspica certo la scissione: «Sarebbe l'ammissione
di un fallimento, quello dell'esperienza del Pdl, e l'inizio della
disaggregazione dell'area moderata: un danno per il Paese».
E però a sentir parlare l'ex ministro
degli Esteri e il suo collega Ignazio La Russa sembra davvero che le lingue, le
strategie, il porto di approdo siano diversi. Perché laddove La Russa minaccia
scissioni in caso di accordi anche non espliciti per prossime larghe intese,
Frattini non scarta affatto l'ipotesi «se fosse necessario per il bene
dell'Italia». E quando l'ex di An chiede una forte caratterizzazione del Pdl su
valori anche di destra, in opposizione a Casini e sotto la guida di Berlusconi,
Frattini frena:
Berlusconi?
«Non ha ancora deciso se ricandidarsi,
vedremo».
Casini?
«Non dobbiamo dare l'impressione che è il
nostro nemico».
La natura del partito?
«Mi preoccupa una estremizzazione e uno
spostamento a destra. Noi siamo pienamente nel Ppe e lì dobbiamo
restare».
Insomma, nel Pdl convivono due linee
diverse su come andare alle elezioni e al dopo-voto. «Sinceramente, parlare
oggi di alleanze e di scenari del dopo-voto vale quello che vale, rischiamo di
fare chiacchiericcio d'agosto. Come si fa ad ipotizzare la Grande coalizione se
non sappiamo ancora con quale legge si va a votare? Dovremmo piuttosto
ragionare in termini di progetti condivisi dalle varie forze politiche».
Sta dicendo che è ancora possibile
intavolare una discussione con Casini per un'intesa fra i moderati?
«Non c'è dubbio che, se si parla di
programmi, Casini avrà più difficoltà a discutere con Vendola di fiscal
compact, impegni da mantenere con l'Europa, agenda Monti e temi etici, che con
noi. E queste sono le cose che contano in politica».
Anche con il Pd, se è per questo, avete
condiviso molto in questi mesi di governo, mentre con la Lega vi siete trovati
su opposte barricate. Ila ragione La Russa, tra voi c'è chi mira alla Grande
coalizione?
«Di Grande coalizione non si può parlare
prima che sia votato, in ogni caso. Tantomeno se restasse il Porcellum, che
obbliga ad alleanze muscolari e contrapposte, ma anche con una nuova legge
elettorale su base proporzionale sarebbe tutto da vedere».
Ma lei non la esclude a priori
«Come potremmo farlo? Se ci trovassimo in
un Parlamento balcanizzato, con Grillo, Verdi, Vendola e Di Pietro con alte
percentuali, ci potrebbe essere la necessità di trovare un'intesa fra i partiti
che condividono l'impegno a seguire il dettato europeo per l'uscita dalla
crisi. Lo ribadisco, se ci fosse la necessità e l'urgenza nazionale di dare al
Paese un governo europeista mettendo assieme le forze che condividono la stessa
esigenza, la Grande coalizione potrebbe essere necessaria».
Per questo lei dice che non potete
permettervi una rottura drastica con Casini?
«Io credo che l'esigenza di riunire i
moderati debba essere il nostro primo obiettivo come quello di Casini, per il
bene del Paese. E lo dico anche al mio partito, dobbiamo insistere sulle
convergenze, non sulle divergenze».
Ma Casini ve lo ripete: con un Pdl il cui
dominus resta Berlusconi lui non si alleerà mai
«Io dico che le parole di Berlusconi sono
segno di riflessione, non di decisione. E non vorrei che Casini le usasse come
alibi per una scaltra operazione di conquista dei nostri elettori
delusi...».
Operazione che vi spaventa?
«Finora non mi pare che i nostri elettori
siano andati dalle sue parti, piuttosto si sono rifugiati nel non voto. Ma
certo uno schiacciamento a destra — dove come dimostrano le parole di La Russa c'è
una forte componente identitaria — sarebbe pericoloso. Io lo temo molto: una
cosa è avere nel partito una componente di destra, altra è che questa ne
divenga la guida».
Un partito che si sposta a destra con gli
ex di An a dettare la linea e Berlusconi leader: chissà Casini...
«Casini deve sapere che se continua con i
veti non ci divide, ma spinge noi tutti a ricompattarci per andare alla sfida.
Ma io non faccio polemica. Aspettiamo di conoscere le determinazioni finali di
Berlusconi e poi vedremo».
Ma ormai chi potrebbe guidare il Pdl se
non Berlusconi?
«Con lui in campo non avrebbero senso, ma
se lui non ci fosse faremmo certamente le primarie per deciderlo, sarebbe una
scelta dovuta e irrinunciabile».
E la legge elettorale a questo punto
sarebbe decisiva: per La Russa si può anche solo modificare il Porcellum. Per
lei?
«Cambiarla è un dovere morale che abbiamo
rispetto agli italiani. E comunque, nella situazione di crisi economica
internazionale che viviamo non possiamo più permetterci una legge che costringe
ad alleanze obbligate e spurie, né noi né loro. Basta con lo scontro muscolare
che non permette dialogo e condivisione, se questo serve al bene del
Paese».
E per il bene del Paese lei sarebbe
favorevole a ministri del governo Monti candidati per le prossime
elezioni?
«Adesso no, creerebbero problemi alla
stabilità del governo. Ma alcuni di loro li vedrei bene arruolati nell'area dei
moderati, sarebbero un valore aggiunto».
Pubblicato da Franco Frattini
il giorno 13.8.12. per la sezione
Italia,
Press Room,
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