SIOI: Frattini ospita il Ministro degli Esteri dell'Angola
Il Ministro degli Esteri angolano,
Georges Chikoti, è intervenuto a
Roma durante il convegno "Pace: il miracolo dell'Angola" organizzato dalla SIOI (Società Italiana per
l’Organizzazione Internazionale) in presenza del Presidente Franco Frattini, ex Ministro
degli Esteri. Ma anche Florencio
De Almeida, ambasciatore della Repubblica d’Angola e tanti altri
diplomatici.
Una conferenza annunziata come
una Lectio Magistralis, dato che in tanti, tra cui studenti, diplomatici,
giornalisti e ricercatori, sono accorsi per ascoltare l’ospite di martedì 19
giugno, nella sede della Società Italiana per l’Organizzazione
Internazionale (SIOI). Il Ministro
degli Esteri angolano è stato invitato dalla Società Italiana per
l’Organizzazione Internazionale (SIOI),
l’Associazione Italiana delle Nazioni Unite, la quale tra i suoi obiettivi
si prefigge la formazione di giovani diplomatici italiani e stranieri. Un
incontro per presentare la politica internazionale dell’Angola, un paese
dell’Africa dell’Est che condivide con altri paesi della SADEC, organizzazione
regionale, la lingua portoghese come eredità del colonialismo. Georges Chikoti ha prima parlato
dell’adesione dell’Angola all’ideale mondiale di pace incarnato dall’ONU, ma ha
affermato che “la priorità della sua politica estera riguarda prima di tutto
l’Africa”.
Il paese guidato da José Eduardo
dos Santos si impegna in questo senso nel quadro dell’Unione Africana a
promuovere la pace nel continente, forte del suo passato. E’ stato il racconto
di quello che si potrebbe definire un vero e proprio miracolo, per chi ha
conosciuto l’Angola 25 anni fa. Il paese ha conosciuto una delle guerre
fratricide più terrificanti del continente, così come avviene oggi in tutte le
nazioni sotto la maledizione petrolifera. Ma oggi, l’Angola “detta” il suo
punto di vista, poiché diventata un paese credibile e pacifico, e, “condanna i
colpi di stato” avvenuti recentemente ancora in Mali e nella vicina Guinea
Bissau. Secondo il ministro:”i golpe sono atti contrari alla carta dell’Unione
Africana” alla quale aderisce l’Angola”, e che ne chiede una revisione
completa, in modo di “poter adattare l’Unione Africana ai tempi presenti,
garantendo la sua indipendenza”.
Dal punto di vista della
diplomazia angolana infatti, solo una diplomazia pacifica potrebbe essere
valida per l’Africa. Lo dice un paese che esce miracolosamente da una guerra
che ha causato centinaia di migliaia di vittime. Oggi, è passato tanto tempo, e
il paese punta solo allo sviluppo: sviluppo interno, ma anche sviluppo globale del
pianeta cominciando dall’Africa come sua priorità. Ma per il suo sviluppo, il
paese si è aperto a tutto il mondo, l’occidente tradizionale partner economico
certo, ma oggi, grazie alla Cooperazione Sud-Sud ha siglato contratti
e accordi economici con numerosi con paesi emergenti come il Sud Corea,
la Cina, il Brasile, che oggi hanno raggiunto un livello di sviluppo
tecnologico ed economico tali da garantire loro un posto tra le grandi economie
del mondo. Passi da gigante? Certamente, poiché anche al livello dei diritti
umani, il Paese ha cambiato rotta. E l’Italia, che fu uno dei primi paesi a
riconoscere l’indipendenza dell’Angola, lo riconosce tramite uno degli esperti
più alti della sua diplomazia, Franco Frattini,già
ministro dell’Esteri fino a Dicembre dell’anno scorso, Presidente della SIOI che ha
salutato l’abolizione della pena di morte in Angola, prima di augurare che le
prossime elezioni generali siano un momento di pace per il paese.
Infatti, per far proseguire un miracolo riuscito finora solo dall’Angola.
L’Angola oggi per le giovani
generazioni che non hanno vissuto la tragedia della guerra civile, è
soprattutto fatta da tre immagini: una diaspora che cammina con orgoglio, la
bandiera intorno al collo, la squadra di calcio”Pallancas Negras (Pantere
Nere), una delle rappresentanti dell’Africa ai mondiali di calcio in Germania
nel 2006. I Palanças Negras hanno cinque partecipazioni alla Coppa
Africa che non erano riusciti a vincere nel 2010 che il paese ospitava in casa
propria. Ma rimangono un fattore indiscusso di unità per il paese. Accade
così ovunque in Africa dove il calcio in generale lo sport è l’opium dei
popoli.
Tra le grandi passioni di un
paese ed un popolo quasi sempre ‘gioioso’, a credersi nelle spiagge
brasiliane di cui il paese ha ereditato la cultura, c’è Leila
Lopes: quella ragazza di 22 anni bella come la luna, che, insieme a quelle
bellezze nere e naturali, l’anno scorso, ha finito per domare la giuria
del mitico concorso internazionale “Miss Universo”. In Brasile, a Sao
Paulo, dove vive e rappresenta la diaspora del suo Paese, Leila Lopes vinse a
sorpresa il molto atteso e seguito concorso di bellezza internazionale.
Questa oggi l’immagine dell’Angola, un paese di quasi 13 milioni di abitanti,
giovane, vivace, devastante, debordante di energia e orgoglio. Una popolazione
unita intorno agli ideali di pace. Ma quale è la ricetta di un tale miracolo?
“Il governo ha lavorato e continua a restare attentissimo a lavorare
perché nessuno in Angola si senta ne vincitore ne vinto dopo il passato buio
che abbiamo conosciuto”, dice il Ministro degli Esteri. ” C’è solo voglia di
pace e di sviluppo. E su quello il governo cerca di orientare le proprie
forze” prosegue. Quindi, questo è il punto di partenza per capire perché
nella dispora angolana sembra tutto perfetto, o quasi, perchè si riesca a
credere che nel Paese dove si svolgeranno elezioni generali non ci siano
problemi. Ma il paese che era diventato nel 2008 primo paese produttore del
petrolio al posto della Nigeria,è anche uno fra i più poveri dell’africa. Un
gap che rimane una minaccia alla fragilissima pace. Ma non basterà certamente a
destabilizzare un popolo che ha imparato molto dagli errori del passato ed oggi
che ha un leitmotiv:” Pace, Pace, Pace”.
Jean Claude Mbede e Claudia Oriolo per Afrikitalia
Jean Claude Mbede e Claudia Oriolo per Afrikitalia
Pubblicato da Franco Frattini
il giorno 22.6.12. per la sezione
Fondazione De Gasperi e SIOI,
ONU,
Press Room,
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