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Crisi. Frattini a Monti: "Italia può alzare voce e forzare mano"


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"Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi, dopo decenni di successi e di crisi regionali, dopo il raggiungimento di obiettivi straordinari che forse nemmeno De Gasperi, Adenauer o Schumann immaginavano, noi europei ci interroghiamo oggi sugli effetti di una crisi profonda, anzitutto politica, non certo solamente economico-finanziaria, che attraversa la regione del mondo finora più stabile e sicura.

Diciamolo subito con chiarezza: cancellare i traguardi europei sinora raggiunti, dal mercato comune all'abolizione delle barriere doganali interne, dalla libera circolazione delle persone all'Euro, significherebbe portare 500 milioni di cittadini indietro nella storia e condannarli tutti all'irrilevanza nel mondo globalizzato, in cui le potenze emergenti, e già emerse, in America, in Asia e in Africa, sono ormai assai più forti economicamente e strategicamente significative se comparate ai piccoli Stati nazionali della nostra Europa.

Di fronte alla crisi, signor Presidente del Consiglio, che è nata in America e che si è ormai contagiata dalle finanze agli Stati e fino al cuore dell'Europa, la sola ricetta possibile, se non vogliamo rassegnarci alla dittatura degli spread e dei mercati regolati dalle speculazioni, è dare all'Europa più forza politica e più legittimazione popolare. L'Europa dei popoli e degli Stati lavori allora con forza per avanzare rispetto all'incompiuta di Maastricht.

Abbiamo un mercato, abbiamo una moneta ed una banca, ma gli Stati non ebbero, negli anni Novanta, e ancora non hanno sinora, il coraggio di creare un Governo politico dell'Europa e delle sue dinamiche economiche, con una Banca centrale che possa intervenire come la FED a difesa della casa comune quando necessario, con una vera unione bancaria per il monitoraggio sui flussi di liquidità che, spesso, finiscono tra i profitti delle banche e non come ossigeno alle piccole e medie imprese ovvero per assicurare che i depositi bancari dei cittadini siano garantiti sempre e comunque con meccanismi europei che includano, signor Presidente, un fondo per la soluzione delle crisi bancarie degli Stati nazionali.

Più Europa dunque, non meno Europa
; capacità di proteggere interessi legittimi dei cittadini e delle imprese, imponendo regole di responsabilità nazionale, ma, al tempo stesso, non dimenticando che la solidarietà tra Stati membri è pilastro fondamentale dell'Europa, che si parli di Fondo «salva-Stati» o di politiche comuni per l'immigrazione.

Guai se ci rassegnassimo all'uscita della Grecia, guai se dicessimo che se ne può fare a meno e che ce ne faremo una ragione. Avremmo dato una picconata difficilmente reversibile all'edificio comune.

Gli egoismi nazionali - lei lo sa bene, signor Presidente del Consiglio, considerato il suo passato istituzionale in Europa - sono la tomba dell'Europa, pongono il nord contro il sud e i più poveri contro i più ricchi, i padri e i nonni contro i figli e i nipoti. Gli egoismi nazionali tradiscono la dignità e il valore di ogni persona umana che è, per il nostro gruppo, il primo pilastro della carta dei valori del Partito Popolare Europeo cui tutti noi aderiamo.

Se un Paese o un'asse tra pochi tentasse di imporre il suo interesse agli altri, noi dovremmo rivendicare allora l'interesse dell'Italia e degli italiani, ma allora la casa comune crollerebbe. E credo che proprio chi avesse contato sulla sola capacità nazionale, farebbe pagare ai suoi cittadini l'inevitabile prezzo della crisi e del suo contagio.

Lei, signor Presidente del Consiglio, avrà ancora una volta il mandato ampio di questo Parlamento per rappresentare con forza a tutti nostri partners che alla strategia di crescita e sviluppo non ci può essere alternativa e lo potrà fare perché, grazie alla sua maggioranza, il Governo ha consolidato, integrato e rafforzato i compiti a casa cui il Governo Berlusconi si era impegnato, qualche settimana prima di lasciare, proprio nell'autunno 2011, dinanzi al G20 e dinanzi al Consiglio europeo di Cannes, un Consiglio drammatico, è vero, per l'Europa e anche per l'Italia. Abbiamo le carte in regola; il 90 per cento delle raccomandazioni dell'Unione europea e dell'OCSE sono ormai state attuate; pochissimi altri lo hanno fatto. I sacrifici dolorosi degli italiani non sono fini a se stessi e lei lo sa, Presidente, gli italiani non possono sopportarne altri.

È il momento allora delle riforme strutturali, dove l'Italia può oggi insegnare molto a Paesi che sbandieravano le loro virtù. Non abbiamo voluto mancare di offrirle, signor Presidente del Consiglio, l'opportunità di confermare che anche per il mercato del lavoro, pur con alcuni nostri dubbi e in vista dei miglioramenti che lei ci ha promesso per il prossimo futuro, chi pensava alla solita Italia delle risse troverà il 28 giugno ancora una volta un Paese serio in cui i partiti della maggioranza hanno mostrato anzitutto amore per l'Italia e per la sua immagine di credibilità e di serietà .

Ma non ci basta, Presidente Monti, sappiamo di toccare la sua sensibilità di europeista e perciò le chiediamo di andare oltre, chiedendo che si prepari sin d'ora più integrazione finanziaria, di bilancio, economica ma anche democratica, con una maggiore legittimazione popolare per le istituzioni comuni.

Occorre decidere sulla destinazione immediata di grandi somme (120 miliardi almeno) già disponibili e non spesi per interventi di stimolo alla crescita.

Occorre imboccare da ora la strada che porta agli eurobond, passando immediatamente per gli eurobill e per gli europroject da fare partire già, signor Presidente del Consiglio, dal 28 giugno con priorità ai trasporti, all'energia, alla banda larga e, mi auguro, con una decisione che voi prenderete di far aumentare il capitale della Banca europea degli investimenti.

Credo che occorra anche decidere su alcune garanzie per gli Stati che seguono le regole, che si avvicinano al pareggio di bilancio, affinché categorie di spese essenziali per l'economia reale (penso ai pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese) godano di un periodo ragionevole di moratoria per la computabilità nel deficit nazionale.

Occorre ancora ribadire la centralità della difesa dei risparmiatori e dei loro depositi bancari, così come della liquidità per il tessuto imprenditoriale.

Ed occorre, quindi, costruire secondo una road map, che mi auguro voi potrete tracciare sin d'ora, l'unione bancaria e il Governo europeo dell'economia, che permetta un giorno alla Banca centrale di utilizzare i soli strumenti che la speculazione internazionale teme: una barriera solida di disponibilità e liquidità che bisogna avere e bisogna poter utilizzare, sapendo che proprio allora in concreto non saremo chiamati ad utilizzarla perché gli speculatori non proveranno ad aggredire una fortezza che non possono espugnare.

Ed ancora i poteri che l'articolo 126 del Trattato affida alla Banca centrale sulla supervisione dei sistemi bancari nazionali, sono certamente consistenti. Credo, signor Presidente, che sinora non siano stati del tutto attuati: non è questa una modifica del Trattato ma un'attuazione che deve avvenire subito.

Ed ancora, insista, Presidente Monti, per una data certa, ravvicinata, per la trasformazione del Fondo transitorio in Fondo permanente di stabilità e garanzia. Se ne avvantaggerà certamente l'Europa, ma certamente anche gli Stati nazionali, perché le quote di concorso al Fondo, diversamente da quanto accade per il Fondo provvisorio, non saranno calcolate ad aumentare il deficit nazionale.

In conclusione, signor Presidente del Consiglio, la forza politica che un'ampia maggioranza sta per darle, si unisca alla sua personale credibilità, alla capacità che anche di recente i leader del G20 le hanno riconosciuto, nell'affrontare la delicata fase che attraversiamo. La leadership si esercita battendosi per valori su cui talora non si può cedere. L'Europa politica, l'integrazione degli Stati, la cittadinanza comune dei popoli, sono principi per cui l'Italia può alzare la voce, talvolta anche forzare la mano, talvolta anche dire «no», affinché l'obiettivo visionario e ambizioso degli Stati uniti d'Europa e di istituzioni di Governo elette dai cittadini non scompaia dal nostro radar".

Consulta l'intervento integrale di Franco Frattini sul sito della Camera dei Deputati



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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 26.6.12. per la sezione , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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