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"Abbiamo sbagliato tutti, ripartiamo dal basso": l'intervista di Avvenire a Franco Frattini


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La riforma costituzionale è decisiva, direi vitale. Ma non basta. Non può bastare. Al cittadino arriva solo il pezzo forte: il potere di eleggere il suo presidente. E, invece, si aspetta un'infinità di altre risposte. Per la scuola. Per il lavoro. Per la sanità...». 

Franco Frattini si allontana a passi veloci da Palazzo Madama dove Berlusconi e Alfano hanno appena annunciato la volontà di puntare sul sistema francese e si sofferma su due obiettivi destinati a marciare in parallelo. Parla di riforme. E spiega la volontà del Pdl di costruire un rassemblement dei moderati.


«Ma partendo dal basso, da un nuovo dialogo con la società civile. Non da fusioni a freddo, non da un assemblaggio di sigle. Non serve a nulla tentare di sommare Pdl a Udc, la sfida non è aggregare partiti, ma unire idee, valori. E dare vita a un vero processo costituente».

L' ex ministro degli Esteri preferisce soffermarsi su questo obiettivo. E a questo lega l'offensiva politica che ha visto tornare Berlusconi protagonista: «Lo conosco da anni, so come la pensa... E so che non sogna e non punta al Colle. Berlusconi non sarà premier e non correrà per un incarico istituzionale. Lui ha solo un gran de sogno: lasciare al Paese un partito dei moderati nuovo e forte. E ha un solo cruccio: vedere che i suoi sacrifici non sono coincisi con quelli dei vertici del Pdl».

"Ora unità su Alfano, la sua leadership senza alternative. Costruire partito dei moderati"
 
Lo ammetta: avete sbagliato molto. 
Abbiamo sbagliato molto e abbiamo sbagliato tutti. Anche il sottoscritto ha fatto errori. E solo avendo l'umiltà di ammetterlo avremo la possibilità di ripartire. Le sconfitte dure di Palermo e di Parma non sono casuali. Sono giuste. Sono nette. Sono la conseguenza ai nostri errori. Abbiamo sbagliato tanto nelle scelte dei candidati e non siamo riusciti a creare un legame tra centro e periferia. Negli ultimi anni siamo diventati autoreferenziali, incapaci di ascoltare il lamento della società e di rinnovare profondamente la classe dirigente.

Nel 2013 questo rinnovamento ci sarà? 
Le assicuro che ci sarà. E non sarà solo un rinnovamento generazionale. A guidare le scelte saranno competenza, merito, onestà. Apriremo le nostre liste alla società civile. Daremo spazio a energie nuove. Ai movimenti, alle associazioni... Ci sarà ancora Alfano al timone? Alfano era stato chiaro e noi non gli abbiamo dato tempo. Molti lo hanno sostenuto con convinzione, altri hanno privilegiato un dibattito organizzativo che ha creato inutili tensioni. Ora però tutti capiscano che è il momento della coesione, dell'unità, del lavoro corale per dare forza al segretario. Angelino va aiutato, rafforzato, sostenuto, perché alla sua leadership non esistono alternative.

Serve autocritica per ripartire? 
Serve, serve. I nostri elettori sono ancora in attesa di una svolta. Realizziamola e torneranno a votarci. Ma ripeto una sola parala: svolta Non basta il cambio del nome. Servono risposte sui grandi temi sociali e riforme istituzionali credibili. Noi abbiamo battuto un colpo forte, se ora il Pd dirà no a questa rivoluzione andremo ugualmente avanti sul resto: taglio parlamentari, riforma dei partiti... E per questo che proponiamo il modello presidenziale in aula al Senato. Per non disturbare e per non ritardare quelle riforme che qui sono in discussione. Il Pd ora è chiamato alla responsabilità, a dire un sì o un no subito. Senza infingimenti e senza trucchetti. 

Fonte: Avvenire
Autore: Arturo Celletti
Data: 26 maggio 2012
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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 27.5.12. per la sezione , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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