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Serve un'agenzia di rating europea


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DICHIARAZIONI DELL’ON. FRANCO FRATTINI ad “UNCAFFE’ CON…” SKYTG24
Martedì 17 gennaio

D: Olli Rehn dice che le agenzie di rating sono al servizio di un concetto di capitalismo americano sostanzialmente, ce ne siamo accorti adesso?
R: Vi sono addirittura magistrati italiani che stanno indagando su comportamenti tenuti un paio di anni fa dalle agenzie di rating e c’è la decisione di ieri della Consob italiana di aprire un’investigazione su questi comportamenti. Io credo che quello ch è mancato davvero è trarre le conclusioni da frasi come queste, cioè si può certo dire forse non sono organi imparziali, e dunque? Avremmo certamente dovuto creare da tempo un’Agenzia di rating europea, indipendente, controllata da un sistema che non sia privato, ma di istituzioni comunitarie. Questo credo che darebbe maggiori garanzie di affidabilità agli Stati.

D: Quindi le agenzie di rating sono scioviniste?
R: Le agenzie di rating non sono soggette purtroppo, loro per prime, ad alcun controllo. Cosa accadde quando loro davano giudizi a pieni voti a società finanziarie che stavano per fallire... Il caso Lehman  Brothers è paradigmatico. Allora io dico chi controlla il controllore? Io mi fido delle istituzioni europee, ma non mi fido di un soggetto privato che non è controllato da nessuno

D: Draghi ha auspicato un distacco culturale da parte dell’Europa sulle agenzie di rating.
R: E’ possibile un distacco culturale da parte dell’Europa se c’è una volontà politica forte, per esempio nel Consiglio Ue di questo mese oltre ad approvare il fiscal compact i governi potrebbero dire che gli operatori finanziari  non siano più obbligati dalle regole del sistema finanziario ad adeguarsi al declassamento. Cosa accade? Un traider, cioè un operatore di borsa, vede il declassamento di un agenzia di raiting, è praticamente obbligato ad adeguarsi. Se vi fosse una regolamentazione europea che dicesse siamo noi a  dare la patente ai buoni e  cattivi, non più le agenzie di rating, questo darebbe ai mercati forse più serenità. E’ una volontà politica che occorre, mica si scrive solo per decreto una cosa del genere.

D: Quanto può durare questo comportamento della BCE che interviene sul mercato secondario perché il suo statuto glielo consente però non può comprare titoli alle aste?
R: Noi dobbiamo scrivere una norma. Quando si dice quella frase strana “la banca prestatore di ultima istanza” vuol dire che la banca opera formalmente, secondo le norme, per intervenire a sostegno del debito sovrano di uno stato in difficoltà. Oggi lo fa, ma lo fa con un’interpretazione evolutiva del trattato. Noi dobbiamo scrivere nel trattato una norma che lo consenta, così la Germania non potrà voltarsi più dall’altra parte.

D: Che altre armi abbiamo per convincere la Merkel a fare ciò che si deve?
R: Abbiamo uno strumento importante, proprio perché questo declassamento ha colpito ieri anche il fondo europeo salva-Stati, la Germania sappia per prima che lei che ha la tripla A deve pagare un po’ di più. Conviene che questo vada avanti? Non conviene ai contribuenti tedeschi . Allora bisogna capire che se l’Europa va malissimo – come dice giustamente  il presidente Draghi – la Germania allora dovrà pagare di più, e non di meno. Quindi è chiaro che conviene alla Germania che questa crisi rientri.

D: Cosa vuol dire la cancellazione della trilaterale?
R: Vuol dire probabilmente che le Francia non è pronta a  portare un contributo nuovo e propositivo finchè non ha adottato in casa le misure che deve adottare dopo il declassamento. Sappiamo che Sarkozy dovrà annunciare il pacchetto di misure questo fine settimana. Che senso avrebbe avuto riunirsi senza avere ancora quel pacchetto in tasca. Lui lo deve prima studiare con i suoi tecnici e con la sua maggioranza.

D: C’entra la politica interna?
R: Certo che c’entra. La realtà è che i francesi temevano il declassamento, ma non se lo aspettavano così repentinamente. E hanno quindi dovuto adottare immediatamente questa decisione, perché è chiaro che il vertice a tre sarebbe stato solo sulla Francia, e Sarkozy non ha voluto affrontare questa cosa. Però è bene che si sia rifissato a febbraio.

D: La mozione comune di ABC. E’ vero che lei è stato incaricato di fare da ambasciatore con la Lega perché firmi anche lei?
R: Noi stiamo cercando di fare una mozione unitaria. Quando l’Europa è in pericolo, è in pericolo l’interesse prioritario dell’Italia. Quindi tutto il Parlamento deve essere accanto al governo del Pese, poi ci si può dividere sulle singole misure. Io credo che una mozione unitaria voglia dire questo: c’è dopo tanto tempo un Parlamento che tutto insieme dice al suo governo sii forte. E per esserlo il governo deve avere alle spalle il Parlamento.  


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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 17.1.12. per la sezione . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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