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Rottiamo il porcellum. Liberalizzare era nostro compito


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Intervista di Franco Frattini al Riformista
di Alessandro De Angelis
Dice Franco Frattini: “Il Porcellum va rottamato. Altrimenti saranno i cittadini a rottamare noi". E’ più di una battuta: «Dopo la raccolta di firme a favore del referendum - prosegue l' ex ministro degli Esteri - e dopo che si è creata una opinione pubblica a sostegno del diritto di scegliere i propri rappresentanti, se la immagina la prossima campagna con le liste bloccate?”.
Il confronto, dunque, non è rinviabile, soprattutto dopo l' appello del capo dello Stato ad una assunzione di responsabilità dei partiti: “Nel momento in cui il Parlamento ha salvato Cosentino deve mostrare la sua sovranità anche sul tema della riforma elettorale. Se ci limitassimo a negare l' arresto di un parlamentare, senza ascoltare le richieste dei cittadini sulla scelta dei rappresentanti, diventerebbero credibili le argomentazioni di chi dice che siamo una casta che si autodifende”.

Onorevole Frattini mi pare che lei escluda un patto tra Berlusconi e Bossi per andare al voto anticipato.
“Un patto non può esserci e non deve esserci. Non può perché sarebbe contrario al salvataggio dell' Italia rispetto alle turbolenze dei mercati. Non deve perché significherebbe che la politica ha rinunciato alla sua credibilità. Per quanto mi riguarda il governo va sostenuto senza vergognarsi, anzi, e fino alla fine della legislatura”.

Niente elezioni, dunque.
“Assolutamente no. E poi chi ha questo retropensiero dovrebbe sapere che non c'è neanche il tempo. Sia le riforme che questo governo sta realizzando sia il loro timing sono in continuità con la lettera che noi mandammo all' Europa. Agenda alla mano, fino alla pausa estiva, quando si discuterà di mercato del lavoro, non ci sono margini per varianti. Poi, a ottobre, scatta il semestre bianco, quindi...”

A proposito di liberalizzazioni, sente che avete perso un' occasione?
“Sì, avremmo dovute farle noi, e non abbiamo avuto la forza di fronte alle perplessità della Lega. Ora Monti deve procedere senza indecisione su ogni settore. Sarebbe inopportuno liberalizzare le licenze dei tassisti e lasciare intonso il grande business dei servizi pubblici locali. Ricordo che questo era il nostro programma, quello con cui vincemmo le elezioni. Così come nel nostro programma è la riforma del mercato del lavoro. Insomma, lo dico proprio al suo giornale, il riformismo italiano è alla vigilia di una grande sfida. Qui si vede chi sono i riformisti”.

I riformisti cambierebbero pure il Porcellum
“Certo. Una nuova legge elettorale va scritta non per modulare le alleanze o per vincere meglio, ma per rispondere a un' istanza dei cittadini-elettori. Il Parlamento deve farsi carico di rappresentarla”.

Da dove si parte?
“A mio giudizio gli ultimi anni mostrano come ci siano tre pilastri su cui un accordo tra le forze politiche è possibile. Primo: salvare il meglio del bipolarismo politico, il che significa che i cittadini devono poter sapere chi è il capo del governo e il programma quando si vota. Secondo: il cittadino deve poter scegliere il suo rappresentante. Terzo: va rafforzato il principio della stabilità della coalizione dopo il voto, evitando trasformismi e cambi di casacca che fanno male alla democrazia”.

Una parte del suo partito pensa ad aggiustamenti della legge attuale.
“Per me va cambiata, e dobbiamo pensare a una riforma complessiva. Esemplificando con degli esempi è utile ragionare partendo dal modello spagnolo, che ha dato grande stabilità a quel sistema politico, o da quello tedesco che però vedo meno adatto all' Italia”.

Scusi, ma proprio lei che vuole un dialogo con l' Udc difende il bipolarismo?
Si, perché gli accordi si fanno sulla base della politica, non dei meccanismi elettorali. In tutta Europa ci sono aggregazioni di forze che si riferiscono al Ppe alternative ad aggregazioni di forze che si riferiscono alla socialdemocrazia. A questo dobbiamo arrivare anche in Italia. Il dialogo con Casini deve partire dalle consonanze culturali e va costruito politicamente sui contenuti”.

Detta così, pare una formula vaga.
“Finora Casini ha dato l' impressione di concedersi e non concedersi. Io sono pronto a una forma di raccordo permanente tra Pdl e Udc, una sorta di tavolo di confronto sull' azione del governo Monti”.

Nel suo ragionamento è assente la Lega.
“Ricordo quando Maroni, come me, disse che le firme per cambiare questa legge avevano un valore politico... Guardi, io credo che in quel partito si sia aperto un confronto molto profondo, e su molti temi. Vedremo quale linea si stabilizzerà”.

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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 14.1.12. per la sezione , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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