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Parlare di riforme senza farle è diventato un vizio non più sostenibile


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Nonostante sia stato il passatempo preferito dell’intera classe politica negli ultimi vent’anni, parlare di riforme senza farle è diventato un vizio non più sostenibile. Fino ad oggi, ci siamo potuti permettere di perdere tempo capitalizzando le chiacchiere in termini di consenso elettorale, risalto mediatico e strategia politica. Adesso il tempo a disposizione è finito.

La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, così come lo è il maggiore rischio che la crisi dell’Eurozona comporta per i singoli Paesi: la perdita di sovranità. Occorre, allora, sempre ricordare che le riforme si fanno nell’interesse dei cittadini, non delle burocrazie di Bruxelles. E se dalle istituzioni europee viene un appello, per noi europeisti si deve trattare di un incoraggiamento utile a fare di più e in fretta.

E’ per questo che la chiamata delle riforme - riforme che il governo è pronto a portare in Parlamento con l’auspicio di incontrare la massima condivisione possibile - non è più rinviabile. Perché questa forse è l’ultima occasione che abbiamo per mettere la firma sotto riforme che sono state pensate, scritte e migliorate da noi, per l’Italia di oggi e di domani.

A tutti noi, a tutte le forze politiche: che si smetta di pensare alle prossime elezioni e si inizi a pensare alle prossime generazioni.

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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 26.10.11. per la sezione . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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