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Il Messaggero intervista Franco Frattini: «Bene il governo , Russia Paese amico. E il disgelo può partire dalle imprese


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Primo Piano 
L'intervista Franco Frattini 
«Bene il governo, Russia Paese amico. E il disgelo può partire dalle imprese» 



Non siamo naïf, sappiamo bene che le sanzioni alla Russia non si possono togliere tutte insieme. Ma al Consiglio europeo di giugno l'Italia può proporre di non limitarsi a rinnovare le sanzioni a fine luglio come sono, ma rimuovere gli ostacoli a riprendere i rapporti con le piccole e medie imprese russe. Sarebbe un primo passo, e a questo si riferiva il presidente Conte nel discorso della fiducia alle Camera parlando di società civile. Gli addetti ai lavori lo hanno capito». 

Franco Frattini, ex ministro degli Esteri oggi presidente della Sioi, è reduce da un incontro a Mosca col ministro degli Esteri russo, Lavrov. 

Presidente Frattini, che umori ha trovato a Mosca verso l'Italia? 

«In virtù di un'antica amicizia, il ministro Lavrov mi ha chiesto una prima impressione e io ho ritenuto utile sottolineare i primi passi particolarmente positivi di questo esecutivo. Nelle stesse ore Conte chiariva infatti che, ferma restando la tradizionale alleanza euro-atlantica dell'Italia, la Russia è un paese amico col quale restaurare una collaborazione su molti fronti. Anche rivedendo la logica delle sanzioni». 

Conte ha detto: "Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa". Che cosa significa? 

«Le sanzioni non possono cadere tutte insieme e non si passa da 100 a zero da un giorno all'altro. Ma questo è uno dei 5 punti della strategia verso la Russia tracciata dall'Alto rappresentante Uè, Mogherini: malgrado le difficoltà e la non attuazione completa degli accordi di Minsk sull'Ucraina, i rapporti con la società civile russa devono continuare. Qui c'è lo spunto della proposta italiana. La nostra ambasciata a Mosca ha fornito questa idea al premier Conte, e lui con mio grande piacere l'ha menzionata. Le Pmi russe sono configurabili esattamente come società civile, tanto che esiste un programma economico della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, congelato per la questione della Crimea. Ricominciare a scongelare quel progetto significa seguire ne più ne meno uno dei punti della idea europea messa nero su bianco dalla Mogherini. Dietro alla formula magica "società civile" ci sono progetti concreti già esistenti. Il richiamo di Conte è stato molto intelligente». 

Quindi cosa succederà a fine luglio? 

«Invece di rinnovare le sanzioni senza cambiare nulla, si potrebbe aprire questa piccola finestra. Grecia, Cipro, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia seguirebbero l'Italia, in pratica i paesi che si sono rifiutati di espellere i diplomatici russi dopo la vicenda per nulla chiara della ex spia russa avvelenata nel Regno Unito. Purtroppo Gentiloni li ha espulsi...». 

Purtroppo? 

«È stato un errore, senza prima adeguato approfondimento. I britannici non ci hanno dato la prova che fossero stati i russi. Nessuna pistola fumante. Si tratta di aprire un dibattito politico sulle sanzioni». 

Gli Stati Uniti e il segretario generale della Nato, Stoltenberg, hanno detto altóla, le sanzioni restano finché Mosca non cambia... 

«Stoltenberg ha anche detto una cosa che mai gli avevo sentito dire prima: non dobbiamo isolare la Russia, è giusto che l'Italia sia favorevole al dialogo con Mosca. Come ha detto Conte, l'Italia deve farsi conoscere e riconoscere, cioè considerare. Anche perché lo status quo non regge più dopo 4 anni e si basa più sulle note delle cancellerie, dei burocrati, che su valutazioni politiche. Guardiamo a quello che fa la Russia in Siria e per la stabilizzazione del Medio Oriente, dove l'America non è più il poliziotto globale di Bush a cui chiedevamo aiuto. Oggi Trump vuole disimpegnarsi mentre la Russia si impegna e fa molto bene la lotta al terrorismo. E noi la isoliamo? In Libia, la Russia attraverso l'Egitto è in grado di convincere il generale Haftar a fare il governo di unità nazionale. È interesse dell'Italia avere una Libia divisa in due?». 

Il Pd però attacca sui rapporti di Salvini con esponenti russi. 

«Guardare nel buco della serratura per indebolire l'avversario è una cosa che non c'entra con la politica e l'interesse nazionale. Non sveliamo segreti dicendo che se i servizi italiani o stranieri avessero trovato qualcosa dopo il bombardamento elettorale su Salvini e Di Maio, sarebbe uscito. Invece nulla. La linea di Conte è quella di tutti i governi italiani, compresi quelli di Gentiloni e Renzi che parlavano di ritiro graduale delle sanzioni. Dai tempi di Berlusconi quando facemmo Pratica di Mare, sulla Russia c'è una linea di continuità dell'Italia». 

Marco Ventura 
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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 8.6.18. per la sezione , , , , , , , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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