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Religioni insieme per l'aiuto umanitario. Simposio a Ginevra


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Franco Frattini a Ginevra per il simposio “Religioni insieme per l’aiuto umanitario” 

Il soccorso e l’assistenza umanitaria alla luce dell’attuale scenario internazionale. A Ginevra, ieri, rappresentanti di quattro diverse religioni – Cristianesimo, Islam, Ebraismo e Vedanta – studiosi e rappresentanti diplomatici, leader di organizzazioni umanitarie laiche e confessionali si sono riuniti alle Nazioni Unite per il simposio “Religioni insieme per l’aiuto umanitario” (Religions together for humanitarian action), organizzato dal Sovrano Ordine di Malta. Il direttore generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra Michael Moller ha introdotto i lavori.

La violenza dei conflitti in corso in molte aree del mondo ha raggiunto livelli senza precedenti, con un numero crescente di vittime in larga maggioranza civili. Al contempo assistiamo ad un progressivo deterioramento nell’applicazione del diritto umanitario internazionale. In questo contesto, la religione viene spesso considerata la causa delle guerre. Ma la realtà è ben più complessa, come ha spiegato nel suo discorso di apertura il Gran Cancelliere del Sovrano Ordine di Malta Albrecht Boeselager, “E’ mia ferma convinzione che le motivazioni religiose possano indurre alla violenza quando vengono separate dal contesto morale e quando sono avvelenate dalla corruzione e dalla sete di potere. I conflitti possono contenere elementi religiosi ma sono sempre guidati da fattori culturali, etnici, territoriali e spesso da pressioni esterne”.




Cercare una base di valori comuni, creare un codice di condotta applicabile a tutte le istituzioni e organizzazioni impegnate nel soccorso umanitario, raggiungere le comunità locali investendo sulle infrastrutture e le reti assistenziali già presenti nei territori coinvolti dai conflitti. E poi ancora, promuovere i valori degli organismi umanitari per combattere i pregiudizi sia delle popolazioni che dei governi. Queste alcune delle proposte emerse durante il dibattito, composto da due tavole rotonde di cinque relatori ciascuno tra cui Jamilah Mahmoud a capo del segretariato del World Humanitarian Summit, l’iniziativa lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon che si svolgerà a Istanbul nel maggio 2016 nell’ottica dell’aggiornamento degli strumenti dell’aiuto umanitario, in cui si inserisce il Simposio dell’Ordine di Malta.

Nel suo intervento conclusivo, il Grande Ospedaliere del Sovrano Ordine di Malta Dominique de La Rochefoucauld-Montbel ha ricordato l’imperativo di riaffermare con vigore i “principi umanitari sanciti dalla comunità internazionale dopo la seconda guerra mondiale nel pieno rispetto delle tradizioni e culture locali”. Il Grande Ospedaliere ha incoraggiato il dialogo e la collaborazione tra le diverse confessioni. Un tema, questo, che ha attraversato tutto il dibattito, arricchito peraltro da una preziosa testimonianza dell’associazione libanese dell’Ordine di Malta che nel paese dei cedri gestisce da oltre due decenni programmi di assistenza umanitaria in collaborazione con le comunità sciite, sunnite e druse.

Il simposio – organizzato grazie all’impegno della Missione del Sovrano Ordine di Malta alle Nazioni Unite a Ginevra – produrrà un documento con le linee guida e le raccomandazioni emerse durante il dibattito che verranno presentate durante il World Humanitarian Summit di Istanbul, il prossimo anno.
 
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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 29.5.15. per la sezione , , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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