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Per una sicurezza energetica in Italia e in Europa: Frattini nel nome di Delors.


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La Fondazione Alcide De Gasperi, in collaborazione con il CES-Centre for European Studies, ha presentato a Roma la ricerca “Studio sulla sicurezza energetica in Italia e in Europa”, realizzato con il sostegno del CES, di ENI e ACEA. La ricerca ha offerto un’analisi approfondita della situazione energetica italiana in termini di importazioni, di diversificazione delle fonti e di sviluppo sostenibile, e indicato alcune azioni strategiche per ridurre la dipendenza energetica dell’Italia e favorire l’efficienza, il risparmio e la sicurezza energetica nazionale. 

La definizione di energia come “linfa vitale della nostra società”, coniata dalla Commissione europea, esprime in maniera evidente l’urgenza e la necessità di raggiungere la sicurezza energetica a livello nazionale, europeo e mondiale. Una sfida complessa che implica dimensioni molteplici: innanzi tutto politica, dettata dalla dipendenza degli Stati dai paesi tradizionali fornitori; la dimensione tecnica, per la necessità di realizzare infrastrutture sempre più efficienti; economica, legata alla convenienza dell’energia a fronte della grave recessione in atto; sociale, dettata dalla necessità di garantire il crescente fabbisogno energetico della società; la dimensione ambientale, legata alla sostenibilità delle forniture di energia. 

"Oggi non è immaginabile pensare ad una strategia europea di sviluppo senza porre alla base la protezione delle risorse e la sicurezza energetica", spiega Franco Frattini. "La materia della sicurezza energetica è materia altamente politica e strategica e non un’opinione tecnica. Da ex ministro degli esteri ed ex vice presidente della Commissione Europea posso dire che sull’energia è in gioco la credibilità della politica estera". 

"Occorre mettere a punto una trasformazione del concetto di sicurezza energetica: dalla globalizzazione energetica alla “securizzazione” delle tematiche energetiche", ha proseguito.  

"Lavoriamo, quindi - ha concluso - per un mercato comune energetico europeo. Riprendiamo l’idea di Jacques Delors di pensare ad un “trattato ad hoc sull’energia, come nuova frontiera dell’integrazione europea”. Ripartiamo dall’idea che solo con l’unione dei Paesi membri si crei un dossier che porti a mercato energetico davvero integrato. Magari proviamoci anche in occasione dell’Expo del 2015 – dedicata al tema di nutrire il pianeta, dell’energia – e che potrebbe essere il momento per un’iniziativa italiana, per la promozione del mercato comune energetico. Una vetrina unica per mettere in evidenza le nostre eccellenze anche in questo settore".

Lo ha spiegato anche il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che parlando della conversione del sistema energetico nazionale come opportunità per le imprese (non solo energetiche) ha sottolineato come i settori di punta della nostra manifattura (elettromeccanica, domotica, componentistica) si stiano riqualificando sulla filiera della generazione distribuita, piuttosto che sui grandi impianti tipici della struttura energetico-industriale tradizionale. Ma questo, ha sottolineato Clini, "non è ancora diventato la cifra di una politica energetica nazionale, sebbene la Strategia energetica nazionale (Sen) messa a punto in queste settimane". Inoltre, nonostante la crisi Desertec, il grande progetto di sfruttamento e trasferimento dell’energia solare del Sahara verso l’Europa, “non è morto”, e rappresenta “un’occasione formidabile”. 

In questo contesto, il ministro non si sottrae alla polemica politica: il collegamento Tunisia-Italia, progettato con un occhio alle vecchie tecnologie energetiche, potrebbe fare parte della macrostruttura Desertec, collegando Europa del Sud e Nord Africa. Sia la Banca mondiale che le aziende coinvolte sono “interessatissime a cofinanziare” il progetto, ma, ha concluso non senza amarezza Clini, bisogna ancora fare i conti con il “collo di bottiglia” energetico tra Messina e Reggio Calabria.
In definitiva, il messaggio dei due esponenti del mondo politico è che solo l’Europa ha la massa critica per fare gli investimenti di transizione, sempre più urgenti nelle condizioni attuali del mercato globale, dominato dall’ascesa di Cina, India, Brasile e Russia. La polemica sull’Europa delle banche e del fisco può trovare qui un suo primo, importante, argine. 


Si sono confrontati sul tema anche Paolo GALLO, direttore generale di ACEA SpA, Fabio ORECCHINI, Gruppo di Ricerca Energia e Ambiente del CIRPS- Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile dell’Università La Sapienza di Roma, Roberto PRIORESCHI, direttore di Bain&Company Italia, Dario Speranza , vice presidente Affari Istituzionali Internazionali ENI SpA, Maurizio MELIS, giornalista di Radio24.

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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 5.4.13. per la sezione , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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