Kurdistan: dal genocidio alla rinascita
Il 16 e il 17 marzo 1988, venticinque fa, si compiva la strage di Halabja. Cinquemila curdi iracheni morirono bombardati dalle armi chimiche di Saddam Hussein.
Per non dimenticare, la Sioi (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale), presieduta da Franco Frattini, ha organizzato una conferenza dal titolo "Kurdistan: dal genocidio alla rinascita".
Sono intervenuti Franco Frattini - Presidente della SIOI, Rezan Kader - Alto Rappresentante del Governo Regionale del Kurdistan in Italia, Fabrizio W. Luciolli - Segretario Generale del Comitato Atlantico Italiano.
Il 9 dicembre 1948, le Nazioni Unite approvarono la Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di Genocidio. In tale convenzione, il genocidio viene definito crimine internazionale, che gli stati firmatari “si impegnano a combattere e punire. Per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:
(a) uccisione di membri del gruppo;
(b) lesioni gravi all'integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
(c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
(d) misure miranti a impedire nascite all'interno del gruppo;
(e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.
La rinascita: Il Kurdistan oggi ha cambiato volto. Lasciata alle spalle la distruzione la regione autonoma del Kurdistan iracheno oggi vive uno sviluppo economico intenso.
Tolleranza è la parola chiave che ha permesso al Kurdistan iracheno di conquistare nell’ambito della instabilità generale che contraddistingue l’area medio orientale e l’Iraq stesso, una posizione di privilegio dovuta alla pacifica convivenza fra gruppi etnici e religiosi
SIOI
Palazzetto di Venezia
Piazza S. Marco, 51- Roma
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Pubblicato da Franco Frattini
il giorno 8.3.13. per la sezione
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