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Franco Frattini commenta l'anno "1949 - la nascita del Patto Atlantico"


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RAI - GR Parlamento: puntata speciale sull'anno "1949 - Il Patto Atlantico"
Tra gli ospiti interviene Franco Frattini




ALCIDE DE GASPERI FIRMA IL PATTO ATLANTICO
Per firmare il Patto Atlantico De Gasperi dovette superare molte resistenze interne. Per esempio c’era nella tradizione cattolica una forte resistenza contro i patti militari. La paura della guerra era ancora tutta sulla nostra pelle. Fu forse l’udienza presso Pio XII che De Gasperi procurò al nostro Ambasciatore a Washington Alberto Tarchiani a cambiare un po’ le carte in tavola. Fu lui a convincere il Papa che il Patto aveva esclusivamente funzioni di prevenzione, funzione di deterrenza. 

Così dopo l’incontro arrivò dal Vaticano l’indicazione a non ostacolare il cammino verso la firma. De Gasperi decide di promuovere anche un dibattito parlamentare, peraltro non richiesto dalla Costituzione, secondo la quale è necessaria soltanto l’approvazione della legge che autorizza la ratifica dei trattati internazionali. 

Il dibattito durato dal 12 al 18 marzo caratterizzato dall'ostruzionismo delle opposizioni, dei socialisti, dei comunisti, si concluse alla Camera con un voto che autorizzava il governo a firmare il Trattato. A Washington 12 nazioni, fra cui l’Italia, firmano il Patto. La cerimonia terminò alle 22.52 di quel 4 aprile e per noi c’era l’allora ministro degli esteri Carlo Sforza

Per l’Italia di De Gasperi l’adesione implicò sicuramente moltissimi vantaggi ma soprattutto il prestigio che sarebbe conseguito dall’essere ammessi al club delle potenze e delle relazioni internazionali. 

Noi abbiamo raggiunto al telefono Franco Frattini, ex ministro degli Esteri e attuale presidente della Fondazione Alcide De Gasperi, che ci spiega proprio come negli anni successivi fino ad oggi quella scelta sia rimasta pur nei mutamenti profondi delle relazioni e degli equilibri internazionali il pilastro della politica estera italiana. 

IL COMMENTO DI FRANCO FRATTINI
“Certamente è proprio così: l’Italia di De Gasperi in quel lontano 1949 assunse una decisione assolutamente storica. Lo fece con coraggio, con lungimiranza. Il presidente De Gasperi ricordò nell'Aula del Parlamento Italiano quanto fosse importante in quel momento quel Patto Atlantico come segno di garanzia per la futura indipendenza del nostro Paese. Un Paese che usciva dalla guerra, dalla dittatura del fascismo e che voleva raggiungere quel sistema occidentale di libertà ed indipendenza che oggettivamente la Nato ci garantì e ci garantisce tuttora. 

Fu una decisione anche coraggiosa perché implicò certamente delle scelte dolorose. Lo ricorda il presidente De Gasperi quando cita il ministro Sforza e la sua doverosa accettazione dell’impegno di cedere le navi in una fase delicata in cui l’Italia era stata guardata con sospetto in quanto potenza perdente nella seconda guerra mondiale e ciononostante quella decisione non significava cedere l’indipendenza, cedere la dignità dell’Italia. Ma al contrario affermare l’indipendenza e la dignità del nostro Paese. 

Io penso che nei decenni l’Alleanza Atlantica si sia confermata come il pilastro per la libertà, per la democrazia e quindi una garanzia fondamentale per il nostro Paese. Certamente questo oggi non è più in discussione. Ma allora lo era: con l’Onorevole Togliatti che rimproverava a De Gasperi questo Patto di adesione all'Alleanza Atlantica. Mentre oggi vediamo come le forze politiche italiane sono tutte orgogliosamente fiere di appartenere ad un Paese che è non solo fondatore dell’Europa, ma anche membro della Nato dal primo momento

Penso che queste siano le ragioni per cui dobbiamo riconoscere ancora una volta al presidente De Gasperi, come uomo di Stato e come grande leader europeo, anche questo contributo fondamentale alla libertà e alla integrazione dell’Occidente. La Nato è evoluta, il mondo è completamente cambiato, il concetto di difesa strategica oggi è certamente diverso dal 1949. Oggi la sfida che abbiamo davanti è una migliore integrazione tra il sistema di difesa europea, che vogliamo passo dopo passo costruire, ed il pilastro dell’Alleanza Atlantica. Non visti l’uno in alternativa rispetto all'altro, ma per procedere insieme, per essere finalmente anche noi europei a pieno titolo produttori di sicurezza e non solo consumatori, come in verità lo siamo stati per decenni a spese del grande alleato americano. 

Questo è il punto in cui siamo oggi, un punto di svolta ancora nel processo dell’integrazione europea, e quindi Europa e Stati Uniti, anche dopo l’elezione del presidente Obama, ancora più uniti per la sicurezza e per la democrazia”. 





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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 3.12.12. per la sezione , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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