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Passo indietro di Berlusconi apre cantiere dei moderati


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E' una decisione politicamente importante perché rompe il muro di silenzio che durava da molto tempo e che dall'interno del partito veniva chiesto di rompere. In primo luogo bisogna guardare al passo indietro con grande rispetto perché significa l'apertura di un cantiere dei moderati italiani. 

Quando la perestrojka viene fatta dal protagonista dopo 18 anni vale di più. Va ricordato che anche un anno fa Berlusconi fece un passo indietro dal governo – senza essere sfiduciato. Parliamo di due passi indietro con caratteristiche diverse, ma che permettono al sistema Italia e alla politica di fare un passo avanti

Quali saranno i candidati alle primarie? Dovranno esprimere innanzitutto i valori, i principi ed i progetti. Le primarie saranno un arricchimento che finora è mancato. E mi auguro che possano essere primarie il più aperte e trasparenti possibili perché più c’è trasparenza e più la gente è inviatata a partecipare.

Tra i temi su cui si giocheranno le primarie, ad esempio, ci sarà l'atteggiamento verso l'Europa, la trasparenza e l'onesta. Io sono pronto anche ad andare fino al punto – e parlo da iper garantista – in cui si dice che chi ha anche solo una condanna in primo grado non dovrebbe essere candidato.

Se mi candido? Le primarie non devono essere occasione di scontro degli uni contro gli altri. Se io trovassi in un candidato le mie idee, che sono certamente il cantiere dei moderati, l’Europa, la trasparenza e la pulizia, lo sosterrei agevolmente senza moltiplicare il numero dei candidati. Con Alfano abbiamo lavorato in questa direzione, e se le linee guida saranno queste io lo sosterrò.

Bisogna anche aggiungere che, in un partito che si rispetti chi perde le primarie deve seguire la linea della maggioranza. Non possiamo avere nel partito, ad esempio, una persona che in Parlamento vota contro un governo che noi abbiamo deciso di sostenere. In questo senso ho apprezzato le dichiarazioni di Renzi quando ha detto “se perdo sosterrò Bersani”. Dovremmo impegnarci a chiederlo anche noi ai nostri candidati.

Sui rapporti con l'Europa, è il momento per capire se questo Pdl totalmente rinnovato potrà chiarire a se stesso la sua identità. Non siamo il partito di Le Pen, non siamo un partito urlante. Non siamo contro l'euro o contro l'Europa. Cosa possiamo fare altrimenti? Diciamo ai colleghi del Ppe che abbandoniamo gli impegni? Se la Santanché non crede all'Europa lo dirà, io invece spiegherò il contrario. 

Alleanze? Con Casini ma non basta. Ci vuole una forte componente della società civile e dell'imprenditoria. Da Montezemolo a Giannino e Marcegaglia. 

Sulla legge elettorale n Italia in questo momento abbiamo un pilastro al Quirinale che ci garantirà sempre e comunque. Lui ha lo strumento del messaggio alle camere. Potrebbe essere lo strumento estremo davanti alla vergogna dell'incapacità delle forze politiche di non trovare un accordo. Un decreto legge? Ce lo vedo poco, sarebbe una violazione fortissima.









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Pubblicato da Lucrezia Pagano il giorno 24.10.12. per la sezione , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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