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Monti una garanzia Lasciamo a Grillo l'idea di abbatterlo


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Intervista di Franco Frattini al Corriere della Sera


Spero si decida di sostenerlo o l'Italia perderà credibilità 
Ogni punto di spread è un extra-deficit da coprire 
Non possiamo andare in campagna elettorale con il Porcellum. Ci riprendiamo i cooptati? Così la Minetti andrebbe in Parlamento, a questo giro 


di MAURIZIO CAPRARA


«Il governo Monti garantisce la credibilità dell'Italia», dice al Corriere l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini. Benché sia stato un collaboratore di Silvio Berlusconi e sia deputato e dirigente del Popolo della libertà, il suo è un giudizio diverso da quelli espressi sabato scorso dall'ex presidente del Consiglio, condannato il giorno precedente a quattro anni di reclusione nel processo per frode fiscale, dei quali tre condonati per indulto, più tre anni di interdizione dai pubblici uffici. Diverse sono anche le agende di entrambi. Nella domenica delle elezioni regionali siciliane, Berlusconi ha fatto in modo che il governo guidato da Mario Monti traballasse. Nel giorno seguente, stamattina, sull'aereo che porterà Monti a Madrid per il vertice italo-spagnolo viaggerà anche Frattini, responsabile della commissione sulla politica internazionale del Partito popolare europeo. 

Dopo la condanna, Berlusconi ha voluto attrarre l'attenzione su di sé per altri motivi e ha ipotizzato di togliere la fiducia al suo successore a Palazzo Chigi. Secondo lei il Pdl deve far cadere Monti? 
«Dobbiamo lasciare a Beppe Grillo, ai centri sociali e all'Italia dei valori, al populismo anti-tutto, l'idea che Monti sia l'obiettivo da abbattere. Questa non è nel Dna dei moderati italiani e dei nostri elettori, i quali hanno a cuore il bene del Paese». 

Perché non lo sarebbe? 
Il governo Monti garantisce la credibilità dell'Italia. Quella credibilità la abbiamo acquistata anche grazie al gesto di responsabilità di Berlusconi». 

Lei definisce così le sue dimissioni da presidente del Consiglio, date nel 2011 quando la situazione finanziaria del nostro Paese stava diventando devastante. 
«Berlusconi definì le dimissioni "un gesto d'amore verso l'interesse dell'Italia". La credibilità costruita anche a seguito di quell'azione fa vedere l'Italia come un Paese che quando è vicino al baratro è in grado di unirsi. La capacità di creare armistizio è un bene che non possiamo infrangere». 

Se non lo hanno distrutto, le dichiarazioni di Berlusconi sabato lo hanno intaccato. 
«Berlusconi ha parlato come una persona colpita non da una condanna, ma dalla motivazione: una sua "spiccata propensione a delinquere". Parole che colpiscono la credibilità di uno che è stato tre volte presidente del G8». 

E a lei la reazione è parsa all'altezza? 
«Chi lo ha sentito parlare negli ultimi anni sa benissimo che quelle cose, le critiche alla Corte costituzionale, la tesi che il presidente del Consiglio non conta niente le avrà dette almeno venti volte. Cinquanta, forse. L'aspetto su cui dobbiamo lavorare è il valutare se staccare la spina o rimanere dove siamo fino alla fine della legislatura». 

«Valuteremo con i miei colleghi se sarà meglio togliere subito la fiducia o aspettare le elezioni», ha affermato il capo del suo partito. In quale sede? 
«Avremo l'ufficio di presidenza del Pdl, la sede che ha deciso le primarie sul candidato alla presidenza del Consiglio. Spero che alla fine l'ufficio non voterà, ma deciderà a largo consenso di continuare a sostenere il governo Monti». 

Lei come cercherà di convincere gli altri componenti? 
«Esistono tre ragioni largamente condivisibili. La prima: il male principale è la perdita di credibilità dell'Italia. Ogni punto di spread (il divario tra i rendimenti dei titoli di debito pubblico italiani e tedeschi, ndr) che aumenta costa alle tasche dei cittadini. E' un extra-deficit da coprire. La seconda: molti mesi di campagna elettorale farebbero saltare prima del varo legge anti-corruzione e nuova legge elettorale. Possiamo andare in campagna elettorale come coloro che hanno fermato il cambiamento del Porcellum?». 

Per la verità è il sistema elettorale che faceste approvare voi. 
«Ma poi ci sono stati gli appelli del capo dello Stato. Che facciamo? Ci riprendiamo i cooptati? Nicole Minetti (consigliere del Pdl in Lombardia imputata di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile, ndr) andrebbe in Parlamento, a questo giro». 

Beh, dipende anche da chi la candida, mica ci va da sola. 
«Se ne creano le condizioni. E la legge sulla corruzione l'ha firmata Angelino Alfano? Come spiegheremmo che non passa?». 

La sua terza ragione per l'appoggio a Monti? 
«Se è vero che tanti si lamentano per l'effetto tasse, è così perché quello si vede subito. La crescita economica richiede tempo. Noi abbiamo votato anche misure per la crescita, io non ho votato soltanto tasse. Però si vedrebbero solo quelle. E' sbagliato dire che il governo Monti è un governo solo di tasse».  

Da dirigente del Ppe, non la imbarazzano i toni impiegati da Berlusconi verso Germania e Francia? 
«Sono il frutto di un risentimento personale. Sotto il profilo umano comprendo, sotto quello politico non condivido».



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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 29.10.12. per la sezione , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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