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L'intesa con l'Udc, unica strada possibile»


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Intervista di Franco frattini a L'Opinione
di Pietro Salvatori

Si sfiorano in questi giorni a Bucarest Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini. Entrambi di scena nella capitale romena in occasione di un vertice del Partito popolare europeo che si configura come una tappa importante nei futuri assetti del centrodestra del Vecchio continente. La due giorni dovrebbe produrre un manifesto politico, attraverso il quale il centrodestra europeo, Merkel permettendo, chiederà all'Unione di dare una svolta in positivo alle politiche di sviluppo, oggi ancora troppo marginali, nel tentativo comunitario di arginare la crisi. Ma soprattutto darà la possibilità alle colombe di Pdl e Udc di tessere la tela di una possibile intesa in vista delle prossime elezioni politiche. 

«Casini non può riconoscersi nella carta d'intenti siglata dal centrosinistra in vista delle primarie. Sposta il dibattito su quel versante in maniera netta su posizioni simili a quelle di Nichi Vendola» commenta Franco Frattini, raggiunto da L'Opinione mentre è in procinto di prendere il volo per la Romania. L'ex ministro degli Esteri è anche il gran tessitore azzurro dell'alleanza con i centristi. 

Il vertice di Bucarest potrebbe avvicinare le due formazioni politiche in vista delle elezioni? 
Mi auguro intanto che ci sia una larga condivisione di tutti sul manifesto politico per lo sviluppo dell'Europa che verrà proposto all'attenzione dei convenuti. Il documento è un grande stimolo per consolidare le aggregazioni politiche già esistenti e che si rifanno ai valori del popolarismo europeo, e a crearne delle nuove. 

Ogni riferimento al caso italiano è puramente voluto? 
I moderati devono unirsi anche in Italia. Nella due giorni sono previsti gli interventi di Alfano e di Casini, che probabilmente veicoleranno due messaggi coincidenti. Mi sembra siano maturati i tempi per lanciare una Costituente popolare italiana. Un percorso che si annuncia lungo e accidentato. Ma sarà necessario farlo, anche perché l'impulso del Ppe va in questa direzione. Il presidente Wilfried Martens, con cui ho più volte parlato, non nasconde il suo desiderio che anche in Italia si proceda speditamente in questo senso. Le diplomazie sono al lavoro. 

A Bucarest si confronteranno? 
Visto il forte incoraggiamento, spero che gli incontri a margine che sicuramente avverranno recepiscano tali istanze

A che punto è il dialogo con l'Udc? 
Il confronto tra i due partiti non si è mai interrotto. Sono comprensibili le ragioni tattiche, tali per cui nessuna delle formazioni che si appresta ad affrontare le prossime elezioni politiche vuole anticipare il proprio gioco prima che lo facciano gli altri. Ma il discorso è ormai abbastanza maturo. 

Ma qual è lo stato dell'arte? 
Stiamo lavorando intensamente dal basso. Si è sviluppato un intenso dibattito a livello di fondazioni. Gli scambi tra la fondazione "Alcide De Gasperi", che coordino, e la "Luigi Sturzo", che fa capo all'Udc, stupirebbero per il livello al quale sono giunti. Così si creano basi solide per impostare qualunque tipo di discussione futura. Casini ha imposto come condizione un passo indietro da parte di Berlusconi. 

Lo si può dare per certo? 
In ogni sua decisione il presidente è stato molto riflessivo. Prima di annunciare la sua disponibilità a svolgere un ruolo diverso da quello del frontman ha lasciato passare alcune settimane di silenzio. Questo significa che la sua è una scelta meditata. D'altronde, quando si dimise nel novembre scorso, fece una valutazione analoga. 

Guardare al centro precluderebbe l'ipotesi di una possibile alleanza con la Lega? 
Non vedo le due cose in alternativa. Lega e Udc non sono necessariamente in contrapposizione. Una strada potrebbe essere quella di una federazione di partiti, come avviene in Germania tra Cdu e Csu, che poi cerchi possibili alleati. 

Questo scenario come si combina con l'ipotesi di spacchettare il Pdl in più liste? 
Occorre partire dai programmi. Se c'è concordanza sulle priorità da affrontare nel prossimo futuro, il problema di quali e quante liste passa in secondo piano. Certo, se qualcuno pensa che l'esperienza del governo Monti sia da archiviare, sappia che questo non è nel programma dei popolari europei. Ma una scissione in questa fase è veramente all'orizzonte? In questo momento vedo molti tatticismi. Mi auguro che la legge elettorale che si farà premi il partito di maggioranza relativa. In questo modo si favorirebbe l'unità del centrodestra, e non si ripeterebbero coalizioni forzato come si sono viste in passato. 

Le piace la bozza Malan su cui discuterà il Senato? 
E' un buon punto di partenza. Certo, come detto ho qualche perplessità sull'attribuzione del premio di maggioranza. Ma la priorità è archiviare il Porcellum. Ma con il modello che propone la maggioranza di governo si definirebbe solo dopo le elezioni. 

Non le sembra un passo indietro? 
A mio avviso ogni partito che si presenta davanti agli elettori dovrebbe fare le primarie per individuare un candidato premier II candidato del partito di maggioranza relativa avrebbe poi l'onere di tentare di formare un governo dopo le urne. 

Però se faceste prima l'alleanza con l'Udc... 
Se vogliamo vincere è quella l'unica strada. 

Scommetterebbe un euro sul buon esito delle trattative? 
Anche due.





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Pubblicato da Lucrezia Pagano il giorno 17.10.12. per la sezione , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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