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Fondazione De Gasperi - Frattini: "riannodare fili tra politica e cittadini"


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Le Fondazioni: serbatoi per il buon governo

Franco Frattini per www.caravella.eu

«Politica vuol dire realizzare!». Era l’aprile del 1949 quando De Gasperi pronunciò questa frase. La politica come compimento di quanto enunciato nei programmi. Perché realizzare vuol dire condividere. E condividere vuol dire incoraggiare quei pensatoi dove le idee e le proposte possono confrontarsi e diventare espressioni di un atteggiamento responsabile della politica finalizzato alla speranza.

Un recente sondaggio ha rivelato che quasi un italiano su due è convinto che un sistema democratico possa funzionare anche senza partiti. Ne capisco la disaffezione, dal momento che il segno di una frattura tra cittadini e partiti è oggi sempre più evidente. Ma non ne condivido le conclusioni. In primis, perché non esiste democrazia senza partiti. Secondo, non esiste proprio perché un sistema senza partiti non sarebbe in grado di garantire nessun tipo di governo, dal momento che il Parlamento diventerebbe una babele di ingovernabilità. 

Ma soprattutto, un sistema democratico non può vivere senza futuro. È indubbio: all’attuale congiuntura economica negativa si è aggiunta la ben più pericolosa crisi delle idee. “Pensare politica” deve allora voler dire tornare ad orientare e stimolare la stagione della speranza: la politica non più intesa come “una piccola escursione”, come avrebbe detto De Gasperi. Pensare e fare politica deve voler dire avere una missione ed una visione: organizzare un modello virtuoso di idee e proposte tese a nutrire speranza verso le prossime generazioni in termini di prospettive: formazione, lavoro, casa, famiglia. Perché – sempre per parafrase uno dei più significativi rappresentanti e testimoni della storia italiana – se «il politico guarda alle prossime elezioni, uno statista deve guardare alle prossime generazioni».

L’Italia si trova di fronte ad un crocevia epocale: i cittadini si indignano per il fatto di subire scelte che vedono imposte dall’alto. L’opinione pubblica protesta contro decisioni che percepisce come violazioni di sovranità nazionale o commissariamenti esterni, lamentando il deficit democratico e l’esclusione dalle dinamiche decisionali. Tutti i partiti pagano il prezzo di mancanze, esitazioni, contraddizioni, su cui ciascuno dovrebbe interrogarsi per la sua quota di responsabilità.

Nella moderna arena politica, i continui caroselli di battibecchi e personalismi hanno finito per inaridire il dibattito ed il confronto sulle idee. I linguaggi folkloristici e la logica della matematica parlamentare hanno frullato il senso e la straordinaria capacità di quei laboratori culturali da sempre alleati dei partiti come animatori di attività e proposte. Le idee sono sfiorite. Le proposte hanno perso i frutti.

Le fondazioni, allora, contro la carenza di idee e la costante ricerca di consensi facili potrebbero essere la giusta ricetta per guarire la politica dalla sua patologia. Perché un sistema democratico, oltre ai partiti, ha bisogno anche di “serbatoi di pensiero” come collettori di idee ed energie che stimolino i partiti stessi a concretizzare, finalmente, quelle azioni e programmi che fino ad oggi reticenze e veti incrociati hanno impedito di attuare.

Non è un caso se a quasi sessant’anni dalla sua scomparsa, il nome di De Gasperi continua a comparire nelle cronache dell’Europa e dell’Italia, come se, a causa dell’insoddisfazione che ci offre la politica dei nostri giorni, si senta il bisogno di dover andare a cercare nel passato qualcosa di valido tutt’oggi per aiutarci a cambiare le cose.

E’ davanti alla constatazione di questo grande divario tra gli alti ideali del passato e la crisi di leadership del presente che i laboratori di idee diventano il carburante necessario per rifornire il dibattito politico di speranze e certezze per i nostri figli.

Le grandi visioni non hanno né tempo, né età. Penso al debito pubblico: dove noi italiani siamo coscienti della necessità di un riequilibrio generazionale, essendo insostenibile – oltre che immorale – una situazione che addossa agli incolpevoli figli la responsabilità dei padri. O in cui, per giunta, la generazione dei figli si trova a vivere addirittura in una condizione peggiore.

Penso al pensiero di De Gasperi come grande veicolo per la diffusione di un rinnovato europeismo contro la scure degli egoismi nazionali.

Penso alla difesa dell’euro: una scelta lungimirante che ci ha modernizzati sul piano economico, e senza la quale oggi saremmo tutti più fortemente in preda agli effetti drammatici degli attacchi speculativi.

Il vocabolario della politica dovrebbe utilizzare di più parole come verità e coerenza: riconoscere i propri errori e snocciolare all’elettore i problemi della politica senza depurarli dai doveri. Portare i partiti ad aver un rapporto sempre meno politico e più umano, decentrato dalla visione di potere.

Un vocabolario a cui anche la Fondazione De Gasperi può dare un significativo contributo, promuovendo e stimolando il legato di valori per cui i nostri padri fondatori si sono battuti e su cui incentrare l’azione politica attuale.

Dopo anni di attese e lunghe meditazioni De Gasperi raggiunse le più alte cariche dello stato all’età di sessantaquattro anni, e non per cercarvi ricompensa, ma per dedicarsi alla ricostruzione. Anche noi abbiamo deciso di corteggiare le idee, e non il pallottoliere. Si tratta di conquistare non posti o poteri, ma gli animi delle future generazioni. Riannodare i fili tra la politica ed i cittadini: aprire un rapporto umano con la persone prima ancora che con l’elettore. Perché gli uomini spariscono, ma i popoli ed i Paesi restano. Ecco perché sta anche a noi preparare un avvenire migliore.

Franco Frattini, Presidente della Fondazione Alcide De Gasperi




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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 25.7.12. per la sezione , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

1 commenti per "Fondazione De Gasperi - Frattini: "riannodare fili tra politica e cittadini""

  1. Sagge parole: la politica con la "P" maiuscola è quella che lavora per le nuove e future generazioni. Quella con la "p" minuscola si ferma all'appuntamento elettorale. In Italia la prima fa un po' difetto. Fondazioni come "serbatoi di pensiero" ? Si, ma in questo momento in cui la politica è "malata" ed i partiti stentano ad uscire da una brutta crisi d'identità. A "regime" questo ruolo è di competenza dei partiti.

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