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Cristiani. Frattini: "aiuti ai paesi solo se c'è più protezione"


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(Intervista ad Avvenire) - L’ex ministro degli Esteri: l'Ue superi ogni timidezza e dica basta all'impunità per i terroristi Bruxelles chieda che si fermi la persecuzione degli innocenti



«Nigeria e Kenya sono Paesi democratici. Avrebbero il dovere (e anche le possibilità) di garantire la libertà religiosa e di proteggere i cristiani. E, invece, si impegnano poco, troppo poco». 
Franco Frattini riflette sugli ultimi orrori contro i cristiani e scandisce l'ultimatum: «Ora basta. Basta all'impunità per i terroristi e basta alla persecuzione degli innocenti. Ora diritti in cambio di aiuti, fondi economici in cambio di certezze politiche».

L' ex ministro degli Esteri spiega quell'atto d'accusa dietro cui prende forma una proposta precisa. «L'Europa si è mossa e anche nell' ultimo consiglio dei ministri ha chiesto garanzie... E invece nulla. Nei due Paesi africani si va avanti come se la Ue non esistesse e i terroristi islamici si prendono gioco della comunità internazionale».

E dunque? «Occorre superare ogni timidezza e trovare una risposta europea con atti e fatti non più solo con denunce. Altrimenti è come urlare "al lupo al lupo": giorno dopo giorno la credibilità viene messa in discussione».

Che vuol dire atti e fatti? «C'è un fondo europeo per gli aiuti allo sviluppo dei Paesi poveri. Bene, la sola quota italiana di partecipazione supera il miliardo di euro l'anno... Non può finire a governi che dimenticano i diritti dei cristiani. Lo diremo con forza: Dateci più diritti per tutti e noi saremo più generosi. E l'idea di more for more, noi vi diamo di più, se farete di più».

Bisognerà distinguere però tra governi e reti di volontariato... «Il messaggio sarà inequivocabile: missionari non preoccupatevi. Sappiamo bene che in Nigeria e in Kenya operano reti cattoliche, organizzazioni di cooperazione e sapremo fissare le doverose distinzioni».

I fatti quando si vedranno? «Serve un approccio più muscolare alla politica estera europea. E presto dimostreremo che sarà così: il dipartimento Esteri delPartito Popolare Europeo si riunirà i primi di settembre a Bruxelles e, in vista del consiglio dei capi di governo del Ppe di ottobre e del congresso di Bucarest, fisserà le priorità. Il dossier su cui ci confronteremo è già chiaro: libertà religiosa e diritti dei cristiani perseguitati saranno punti fermi».

Ma non sarà il Ppe a dire stop ai fondi. «No, è vero. Questa potrà essere una decisione del Consiglio dei ministri della Ue. Ma il Ppe esprime 17 governi europei e saprà farsi sentire. Le decisioni non possono tardare. Al più tardi, arriveranno nelle sessioni di autunno del Consiglio europeo».

Fonte: Avvenire.it
Autore: Arturo Celletti
Data: 03.07.2012
Sullo stesso argomento: "Dalla Nigeria al Kenya il filo rosso dell'odio"



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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 3.7.12. per la sezione , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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