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Ma l'Occidente ha le mani legate


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INTERVISTA A LIBERAL
di Marco Palombi

Parla l' ex ministro degli Esteri Franco Frattini: «Troppe ombre nel processo. Ma usare le misure forti sarebbe controproducente» «Mosca deve sapere che il mondo e il suo assetto geopolitico non sono modificabili. Ma Kiev non deve e non può girarsi dall' altra parte rispetto all' Ue»

«E così avete deciso di assegnare un riconoscimento a Yulia Tymoshenko. Mi pare giusto». Franco Frattini è uno dei pochi italiani a conoscere a fondo la vicenda, se non altro perché mentre il governo di Kiev imprigionava e condannava l' ex primo ministro ucraina, lui era a capo della nostra diplomazia. Il governo Berlusconi, peraltro - come probabilmente farà anche quello attuale - ha conservato la tradizionale posizione "aperta" italiana rispetto a quanto accade ai confini est dell' Europa: richiami al rispetto dei diritti umani e politici, certo, ma anche una sostanziosa quota di realpolitik, vista la quantità di interessi economici e strategici che l' Italia e l' Unione coltivano in quell' area. Applicando questa dottrina al caso Tymoshenko, dunque, si può dire che serve "una revisione totale del processo" e fin da subito "un' ispezione del Consiglio d' Europa sul trattamento detentivo della detenuta", dice Frattini, ma non si possono "congelare i rapporti" col governo di Viktor Yanukovich, visto che nel caso, al freddo e nel senso letterale, potrebbero rimanere interi paesi europei ("qualcuno si ricorda la crisi del gas?").

La Corte d' appello di Kiev, la scorsa settimana, ha confermato la condanna a 7anni per Yulia Timoshenko. Ora che succede?
Mi faccia ricordare, intanto, che quel caso politico/giudiziario è stato in questi anni il punto debole dei rapporti tra Unione europea e Ucraina. Come si è visto anche in questi giorni, davanti ad un ostacolo del genere, non era possibile procedere con l' Accordo di associazione, che prevedeva una zona di libero scambio e la condivisione di alcuni dossier politici. Già mesi fa, d'altronde, fummo molto chiari su questo: non era possibile che Kiev divenisse un partner privilegiato dell' Ue se avesse proseguito sulla linea dei processi agli esponenti dell' opposizione.

Quindi è d' accordo sul congelamento dell' Accordo?
Certo. Anche il Ppe d' altronde, lo dico da parlamentare del PdL ed ex ministro degli Esteri, al congresso di Marsiglia ha deplorato questo tipo di processi e fatto un appello alle autorità di Kiev: Yulia Tymoshenko, voglio ricordarlo, è sempre stata invitata agli incontri dei capi di stato e di governo popolari, anche quando non era più primo ministro.

Quindi?
Quindi serve una revisione totale del processo.

Lei lo considera un attacco politico?
Sicuramente è un processo non trasparente: è inquietante e sospetto, ad esempio, che accuse così rilevanti, così gravi, siano venute fuori solo una volta consolidato il governo di Yanukovich.

Com'è possibile che fatti di questa gravità, connessi a decisioni politiche pubbliche, non siano emersi prima?
Anche sulla detenzione in carcere sono emerse ombre: violazioni della privacy, scarsa attenzione alla salute dell' ex premier... Su questo voglio essere molto chiaro. Esistono obblighi internazionali sul trattamento dei detenuti e il Consiglio d' Europa ad esempio, di cui l' Ucraina è un membro, ha gli strumenti per intervenire: sarebbe davvero clamoroso, per dire, se Kiev si opponesse ad una ispezione sulle condizioni della detenuta di un organismo di cui fa parte. Io suggerirò di muoversi subito: come PdL lo proporremo alla ripresa dei lavori.

Più in generale c'è, sotto-traccia, il pericolo di una "orientalizzazione" dell' Ucraina, di un ritorno di Kiev sotto l' ombra di Mosca.
Io ho visto sempre con preoccupazione, ad esempio, l' adesione dell' Ucraina allo spazio di libero commercio proposto dalla Russia coi Paesi del Baltico e del Caucaso: quello causerebbe, secondo me, un allontanamento irrimediabile della collaborazione tra Bruxelles e Kiev. Yanukovich ultimamente ha fatto dichiarazioni rassicuranti, secondo cui le due cose non si escludono, ma è chiaro che se si sceglie l' esclusività di un rapporto con l' Est, la Ue non potrà che regolarsi di conseguenza.

Lei considera il caso Tymoshenko il segnale che una scelta è stata fatta? Guardi, questo problema non nasce certo oggi, né con questo processo, ma diciamo che c'è il rischio che Kiev si chiuda ulteriormente in se stessa. E attenzione, non è nell' interesse né dell' Italia né dell' Europa che un grande Paese che sta ai nostri confini orientali si volti dall' altra parte, per così dire.

Che si fa, allora?
Bisogna certo usare tutti gli strumenti diplomatici per chiedere più democrazia, più trasparenza e la tutela dei diritti umani fondamentali, ma senza spingere Kiev all' isolamento totale. Nessuna misura estrema tipo il congelamento dei rapporti diplomatici, per capirci.

Perché?
Beh, credo che tutti ricordino cosa successe con la crisi ucraina del gas del 2006: mezza Europa rimase al freddo...

La Russia, con l' accordo di Taskent, ha però cominciato pure a rimettere in piedi una sorta di Patto di Varsavia: si dice che anche l' Ucraina potrebbe aderire, e persino l' Iran.
È uno scenario preoccupante, non c'è dubbio, per questo abbiamo saggiamente escluso misure drastiche: non vogliamo certo alle frontiere o dentro casa un potenziale alleato militare dell' Iran. Detto questo, su alcuni principi - come quelli che riguardano la condanna di Yulia Tymoshenko - non si può comunque far finta di niente.

Stiamo forse intravedendo la prossima "guerra fredda" con Mosca sotto altre forme?
Con la Russia la questione è ancora più complessa e per noi di enorme rilevanza geostrategica. Io penso che tra Ue e Russia sia necessario un rapporto di cooperazione molto forte, in cui comunque l' Europa non rinuncia mai a mettere sul tappeto il tema del consolidamento della democrazia. Ad esempio a me sono piaciute le parole di Medvedev sulla riforma del sistema elettorale, in particolare quello dei governatori regionali che, date le dimensioni russe, sono veri e propri capi di Stato, però...

Però?
La Russia deve sapere che l' attuale quadro della sicurezza globale non può essere rimesso in discussione.

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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 28.12.11. per la sezione , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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