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FRATTINI: «ORA NIENTE SGAMBETTI»


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Intervista a Il Messaggero

Carlo Fusi

Fin da subito, e tra i primi, Franco Frattini ha appoggiato il tentativo di Monti. Ora che la strada è in discesa, potrebbe togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ma il tono, come sempre, è soft. «E' stato necessario spiegare a coloro che tutt'ora non ne sono convinti, che fosse giusto lavorare per porre l'interesse del Paese prima di quello del Pdl o della coalizione. Fortunatamente ha prevalso il principio che l'Italia viene prima di ogni altra cosa, che le famiglie italiane hanno paura della crisi, che bisogna tutelare i giovani, che i risparmiatori debbono venire prima di ogni altra cosa. Una posizione di saggezza che Berlusconi ha portato avanti come un uomo di Stato».

Però, ministro, è un fatto che lei sia stato attaccato anche con forza. E adesso? «Non ho ricevuto critiche politiche che non fossero legittime. Sono ancora più soddisfatto perché la soluzione che dal primo istante avevo sostenuto, e cioè un governo che potesse portare il Paese fuori dalla crisi con personaggi di indiscussa esperienza e credibilità, sia stata accettata non solo da Berlusconi ma anche da tutto il partito».

Resta che avete rischiato una divisione verticale. Come potrà ricomporsi?«Non sembri un paradosso ma la discussione accesa che poi ha portato a una decisione unitaria può avere un effetto rifondativo sul Pdl, una sorta di nuova nascita, sotto la leadership indiscussa e indiscutibile di Berlusconi. Diciamocelo francamente: questo Pdl era nato sulla carta, furto di una fusione fredda tra FI e An. Il confronto interno ha favorito la caduta delle vecchie appartenenze, ed è un bene».

E adesso quale atteggiamento avrà il Pdl verso Monti: leale sostegno e collaborazione o starete lì pronti a cogliere il minimo errore per farlo cadere?
«Semplice: dobbiamo essere conseguenti. E' evidente che il Pdl ha garantito il suo sostegno con delle indicazioni molto chiare relative al programma. A quello ci atteniamo. Le indicazioni di Berlusconi e di Alfano fanno sì che l'impegno del Pdl sia pieno. Sarebbe davvero pericoloso dopo questa decisione un comportamento parlamentare che non fosse coerente. Non saremmo seri nei confronti degli impegni che abbiamo preso e dimenticheremmo che già Berlusconi si era impegnato a rispettare l'attuazione dei famosi 39 punti richiesti dall'Europa già Berlusconi si era impegnato a rispettare e che dunque vedono in noi un sostenitore naturale».

Tuttavia la reazione dei mercati finora non è stata entusiasmante. Non credono a Monti oppure la situazione è troppo compromessa? «Vuol dire quello che ha esplicitato con coerenza il Commissario europeo agli affari economici 0lli Rehn, e cioè che anche se cambia il governo non cambiano i problemi dell'Italia. Se un programma di riforme viene delineato, annunciato ma poi vi sono resistenze, vi è chi dà l'impressione di non voler acconsentire, i mercati dicono: è la solita Italia che si divide. La fiducia nel professor Monti va accompagnata con il mettere sul tappeto i provvedimenti attuativi di quei famosi 39 punti e allora i mercati schizzeranno in su e gli spread in giù».

Monti deve durare fino al 2013? «Credo che si debba dire con chiarezza che il governo Monti ha un programma che deve essere realizzato. Il termine di realizzazione di quel programma segna la fine del mandato di Monti».

Deve fare anche la riforma elettorale?
«No, non la deve fare. Il sistema elettorale non fa parte del programma ed è evidente che vi fosse una iniziativa che la includesse, noi per quella parte riterremmo esaurito il mandato di Monti. La riforma elettorale è materia delle forze politiche e del Parlamento, non certo di un governo tecnico».
E che succede se la Consulta ammette il referendum?
«Saranno le forze politiche e non il governo tecnico a doversene occupare. Naturalmente auspico che i partiti arrivino su questo terreno ad una soluzione condivisa. In caso contrario, si svolga pure la consultazione popolare».

Capitolo Lega. Maroni dice che con il Pdl è rottura... «E' una rottura che ci imporrà uno sforzo supplementare per ritrovare punti di convergenza. Con la Lega abbiamo un'alleanza territoriale che non viene messa in discussione. Per quel che riguarda le elezioni politiche, quando si svolgeranno, credo sia indispensabile riannodare il filo che porti ad un centrodestra con un forte radicamento nel Nord».

E Bocchino che vorrebbe Monti candidato premier del Terzo Polo? «Un altro errore di Bocchino, come correttamente rilevato dal presidente Fini».
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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 16.11.11. per la sezione , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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