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Frattini alla Giornata Mondiale dell'Alimentazione


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Foto MAE


Signora Presidente Bachelet,
Direttore Generale,
Autorità,
Ambasciatori,
Signore e Signori

E’ trascorso più di un secolo dalla nascita a Roma dell’Istituto Internazionale di Agricoltura. E quasi settant’anni da quando fu definita la missione della FAO. E sono passati 60 anni da quando la FAO si trasferì qui a Roma. Sono periodi di tempo in cui l’umanità ha fatto enormi progressi. Solo negli ultimi sessant’anni, l’umanità ha realizzato straordinarie rivoluzioni tecnologiche, ha sconfitto tante malattie, ed è anche riuscita a triplicare la produzione di cibo, a meglio trasformarlo, conservarlo e trasportarlo.

Eppure, malgrado i notevoli e continui sforzi della comunità internazionale, non siamo ancora riusciti a vincere la guerra di liberazione dall’oppressione della fame. Il numero di persone che soffrono la fame, invece di ridursi, è aumentato, superando la soglia del miliardo. La tragedia della carestia nel Corno d’Africa rischia di uccidere il futuro di altri milioni di persone.

Questa di oggi non deve allora essere una celebrazione retorica, ma un’occasione per dare impulso a nuovi approcci e a nuove iniziative. L’Italia è in prima linea in questa sfida, cercando di dare nuove risposte a tali antiche minacce. Una prima importante risposta è stata formulata dalla Presidenza italiana del G8 nel 2009 con l'adozione dell’Aquila Food Security Initiative. I cinque principi individuati all’Aquila sono stati poi recepiti dalla “membership” della FAO durante il Vertice del 2009 e da allora sono chiamati i ‘Rome Principles’ sulla sicurezza alimentare.

Abbiamo voluto porre con forza la tematica della sicurezza alimentare al centro dell’agenda internazionale. E lo abbiamo fatto con proposte concrete, decidendo ad esempio di dedicare alle sfide dell’alimentazione l’EXPO 2015 di Milano, la più importante iniziativa internazionale che si svolgerà nel nostro Paese nei prossimi anni. Il tema dell’EXPO è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Vogliamo riuscire a indicare la strada per un nuovo modello di società, alimentando l’idea che è ancora possibile un umanesimo moderno fondato su due principi assoluti: 1) il cibo è una risorsa che deve appartenere a tutti; 2) l’innovazione e lo sviluppo economico devono essere al servizio dell’uomo e della sostenibilità ambientale.

Un uomo affamato non è mai un uomo libero. E spesso diventa anche un uomo pericoloso. Se vogliamo vincere la lotta di civiltà, sicurezza e libertà contro la fame, occorre cambiare registro. Non è più concepibile che per milioni di individui, le fasce più deboli della popolazione mondiale, l’aspettativa di ottenere buoni raccolti sia distrutta dalle locuste della speculazione finanziaria o dagli affaristi attirati dalla volatilità dei prezzi delle derrate alimentari. Non si può vivere soltanto di prodotto interno lordo e di strategie economiche. La persona umana deve essere sopra tutto questo.

Per nutrire il mondo, crediamo allora che la globalizzazione debba estendersi anche ai diritti e riflettere i concetti di condivisione, generosità e cooperazione. In questa azione, è fondamentale il contributo del polo romano, ora rinvigorito da processi di riforma che sosteniamo fermamente. FAO, PAM e IFAD e Bioversity sono un formidabile strumento operativo al servizio di questo nobile obiettivo internazionale. Contiamo molto anche sul rinnovato Comitato per la Sicurezza Alimentare e sul Panel di Esperti sulla Sicurezza Alimentare per coniugare etica ed economia nel tentativo di dare una nuova ‘governance’ coordinata e condivisa a queste sfide. Auspico che il Comitato possa presto adottare le Linee Guida Volontarie sul possesso e l’uso sostenibile delle terre coltivabili.
Oggi più che mai, l’Italia avverte l’imperativo morale -ancor prima che politico- di lavorare perché siano mobilitate tutte le risorse disponibili, pubbliche e private, umane e materiali, per restituire dignità e libertà a una così grande parte di umanità sofferente, dal cui futuro dipende la pace e la stabilità dell’intero pianeta. La sofferenza e la morte per fame sono la negazione del primo dei diritti dell’essere umano, su cui non possono esserci differenze di cultura, religione, posizione politica.

Vorrei infine cogliere l’occasione per rivolgere un caloroso ringraziamento al Direttore Generale Diouf per l’efficacia, l’impegno e la passione con cui ha guidato l’Organizzazione in questi ultimi anni. Consegno a lui la copia di una pubblicazione dedicata alla storia della FAO, preparata dalla Direzione per la Cooperazione del Ministero degli Esteri.
Grazie di cuore e tanti auguri!


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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 11.10.11. per la sezione , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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