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Lettera ai ragazzi di oggi: pensate futuro e cercate verita’ plurale


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Cari ragazzi,

molte delle cose che vi interessano (ad esempio la musica, il cinema, lo sport) vengono oramai cercate e trovate nella rete. Siete in pratica nati e convivete con questa idea di un mondo globale e senza confini. Quello stesso mondo che vi ha abituati alla libertà di discutere, di far circolare notizie, di apprenderle più velocemente, di conoscere e apprezzare i fenomeni ed i protagonisti della cultura e del tempo libero, creando quindi un mondo che sembra tenersi tutto insieme dentro la rete e la condivisione degli strumenti del comunicare.

Dico “sembra” perchè per quanto indispensabile, ormai, il mondo della comunicazione globale sa essere anche un mondo ingannatore, che va maneggiato con cura. Pensate alle notizie spesso inverificate, quelle che corrono a manipolare la nostra conoscenza, a polarizzare i nostri sentimenti, a renderci aggressivi. Quelle che orientano-piegano le nostre opinioni e spesso anche gli stessi interessi e atteggiamenti dei giornali, scatenando una corsa su di una notizia e bruciando tutto ciò che c’è intorno.

Purtroppo troppo spesso assistiamo ad una manipolazione della verità sugli schermi e sui giornali. I media sono più volte scesi in campo per dare spazio al sensazionalismo o per creare dei consensi di parte: pensate alle più recenti foto del presunto cadavere di Osama Bin Laden, alle finte fosse comuni di Ceausescu a Timisoara, alla falsa prima pagina di un quotidiano britannico sulle torture in Iraq o alle “photoshoppate” fatte da una nota agenzia internazionale durante il conflitto in Libano.

Questo non significa che dobbiamo demonizzare i media e internet. Oggi sappiamo che il pluralismo delle voci è il sale della nostra democrazia liberale. Un pluralismo diverso, ulteriore che oggi conosce anche quello dei diversi media: la carta stampata, la televisione, i giornali on-line ed i social network. Ed è dalla combinazione di questo pluralismo multimediale che nasce il pluralismo del nuovo secolo.

Con alcune conseguenze: tra i media la gerarchia dell’autorevolezza subisce anche l’importanza della variabile-tempo. Internet ha una velocità ed un’ampiezza di diffusione che possono determinare quella che chiamiamo l’agenda dei media, e cioè quali eventi diventano notizie e finiscono per oscurare-cancellare tutto il resto. Così che i fatti si impongono e diventano notizie, senza una riflessione accurata. E così che spesso i media incalzano, chiedendo commenti e offrendo interpretazioni, senza che il tempo abbia la possibilità di portare elementi ulteriori di conoscenza o accompagnare le notizie con una riflessione intellettualmente onesta.



In conclusione, non possiamo andare contro il fiume dello sviluppo della comunicazione, ma possiamo invece governarla: cercando di costruire su questo doppio pluralismo una comunicazione che si appoggi su valori condivisi nella diversità delle opinioni.

Voi ragazzi di oggi, nati in questo mondo senza confini, dovete continuare sempre più ad abbatterli in nome della conoscenza e della curiosità universali. Voi che amate la musica, da chiunque sia prodotta e da qualunque parte provenga, perché non fate in modo che questa vostra curiosità intellettuale non vada anche alla cultura, alla società, al popolo da cui quel messaggio appunto ci viene? Perché non contribuite in questo modo a far crescere una maggiore curiosità, un minor provincialismo nella nostra Italia e, perché no – anche nei suoi media?

La politica estera, e in generale la dimensione estera, non interessa il mondo dei media italiani, e ancor meno la rete, se pensiamo che tra le notizie più cliccate dell’ultima settimana ed etichettate “esteri”, nonostante il Gruppo di Contatto che ha espresso una svolta sulla Libia, nonostante la visita a Roma del Segretario di Stato Hillary Clinton, ancora una volta il macabro ha prevalso su ogni altra curiosità di approfondimento tecnico: le pagine più cliccate sui siti stranieri ed italiani sono state NON “l’operazione Geronimo” ma le foto del presunto cadavere di Bin Laden. A seguire la dieta della neosposa in Casa Reale, e ancora l’abito indossato da sua sorella alla cerimonia. Eppure, negli stessi attimi, nel non lontano Mediterraneo, donne e bambini morivano sotto la violenza delle forze di Gheddafi, un barcone di profughi si ribaltava in mare causando la perdita di molti uomini, 16 cristiani venivano uccisi in Nigeria a causa dell’intolleranza religiosa, ed un dodicenne siriano perdeva la vita dopo essere stato massacrato di botte dall’esercito.

Insomma queste e altre sono considerazioni - dolorose - che la mia vita quotidiana a contatto con personalità, popoli e Paesi del mondo mi butta in faccia. Chiedete più informazioni, più estero, più dossier e dati di politica estera, non per trascurare la nostra Italia, ma per portare più conoscenza e più qualità alla vostra prospettiva. Chiedete più estero facendo le cose che più vi coinvolgono. Ascoltando i messaggi dei testi musicali, guardando delle pellicole interessanti, o perché no, anche con una partita a Risiko, dove scoprirete che la Kamčatka non è un territorio virtuale ma una penisola reale della costa orientale russa!

I social network, questo blog, sono una straordinaria occasione per comunicare. Per chi come me è frequentemente lontano da casa, dalla sua città, e quindi anche dal modo di sentire quotidiano delle persone, dei giovani, la rete è il contatto più importante e per molti aspetti assai di più che un surrogato di una conoscenza diretta. Posso dire quel che penso anche in un modo diverso e meno formale di quel che direi da Ministro. Allo stesso modo posso rispondere in modo più franco alle domande come alle critiche. Certo facebook non è la vera amicizia, quale ho conosciuto e quale conosciamo nel circuito delle nostre conoscenze-esperienze. Non ha la freschezza, l'ingenuità e l'idealità di un'amicizia tra i banchi di scuola, ma è pur sempre il modo - parlo per me - di conoscere le speranze e le paure dei giovani, le idee, le critiche. Posso avere il polso di una parte significativa di opinione pubblica e posso quindi rendere meno dannosa la distanza da coloro ai quali ho chiesto e chiederò di sostenermi.

Il mondo che abbiamo ereditato, il mondo che noi adulti lasciamo a voi, è radicalmente cambiato. Insieme oggi abbiamo trovato alcune regole per leggerlo e affrontarlo. La nostra responsabilità – di noi adulti - rimane quella di lasciare a voi ragazzi un mondo migliore, di rimontare la partita che rischiamo di perdere: non solo quella di mantenere il legame fiduciario tra istituzioni e popolo, ma di rafforzarlo. La malattia italiana è questa pigrizia di futuro che non ci fa niente bene. E allora dentro di voi, che siete il nostro futuro, pensate a più futuro.

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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 16.5.11. per la sezione , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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