|

GRAVE ERRORE DELLA LEGA SPOSTARE I DICASTERI NON SPOSTA VOTI


Share/Bookmark


Intervista a "IL MESSAGGERO" venerdì 27 maggio 2011

di MARIO AJELLO

Ministro Frattini, la Lega insiste: via i ministeri da Roma. Fanno sul serio o è pessimo folklore? «Io non credo che i simpatizzanti e gli elettori del Carroccio spostino i loro voti se vengono spostati i ministeri a Milano.Oltretutto, la presenza dei ministeri comporterebbe per quella città traffico aggiuntivo, aggiuntiva carenza di parcheggi e altri problemi che i milanesi non penso vogliano subire. Io, da ex ministro della Funzione pubblica per due volte, ritengo che non sia semplice questa iniziativa.Che per la Lega ha un valore simbolico».

Ma pericoloso? «Non si può dare una questione così importante e impegnativa in pasto alla campagna elettorale e buttarla lì sul piatto a due giorni dal ballottaggio. Il tema del decentramento è serio e vanno contemperate due esigenze. L`ascolto della voce dei territori, ammesso che davvero arrivi dai territori la richiesta di trasferire i ministeri, e l`obbligo assoluto di preservare il principio dell`indissolubilità della struttura del governo. Ha fatto bene Berlusconi a dire che di queste materie occorre parlare dopo le elezioni. Non certo adesso, come fa la Lega».

La Farnesina a Milano lei ce la vede? «Ovviamente no, ma s`è parlato di spostare altri ministeri, senza portafoglio. I ballottaggi non si vincono o si perdono sulla base di queste cose. Ma facendo altri ragionamenti. Il primo turno delle amministrative è stato un segnale negativo per il governo nazionale, ma un segnale altrettanto negativo per l`opposizione parlamentare. Non ha vinto il Pd. Ma Rifondazione Comunista, i vendolíani e i grillini: quelli che stanno fuori dal Parlamento. Si è parlato troppo di temi politi- ci nazionali, troppo poco dei problemi locali e gli elettori hanno voltato le spalle a tutto ciò. Il cittadino s`è detto: c`è un governo da cui mi aspettavo di più, un`opposizione che non sa essere alternativa c io reagisco votando gli anti-sistema».

Chi vince a Milano e a Napoli? «La sinistra tutto quello che doveva prendere l`ha già preso. Noi, a Milano, stiamo recuperando gli ottantamila voti che abbiamo perso a favore dell`astensione. E a Napoli, non credo che gli elettori del Terzo Polo possano votare per de Magistris».

Lei, insieme a Alfano, Gelmini, Scajola e decine di parlamentari ex forzisti, ha preparato una lettera in cui si chiede il trasloco di Verdini e La Russa dalla guida del Pdl? «Io questa lettera non l`ho vista. E se ci fosse, lo saprei: perchè avrei contribuito a scriverla. Non nego, però, che fra di noi c`è una riflessione».

E qual è? «Bisogna recuperare il valore della rivoluzione liberale del `94, e l`alleanza con gli ex di An non può far sbiadire questo Dna. L`unità del partito non può andare a detrimento della nostra cultura liberale».

E Verdini e La Russa? «La fine di questo percorso di strutturazione del partito, tramite i congressi da far partire subìto e il superamento dell`assurda logica della quote fra ex Forza Italia e ex An, sfocerà inevitabilmente nella fine di diarchie o triunvirati e nell`unificazione, della direzione del Pdl».

Il post-berlusconismo è un tema vero e di oggi? «E` bla bla. A forza di parlare della divisione dell`eredità, qua si rischia che non ci sia l`eredità per nessuno. E andiamo tutti a casa».

Nel 2013, o magari nel 2012 se si va al voto anticipato, non sarà Berlusconi il candidato premier? «In un partito che ha sempre vissuto con un leader che è l`unico in condizione di mettere d`accordo tutti, questo leader deve indicare lui stesso il momento politico adatto per passare la mano».

Ma se non ora, quando? «Prima bisogna fare il partito. Un leader che passa la mano, senza avere un vero partito di riferimento, provocherebbe la balcanizzazione».

Siete già balcanizzati «E`vero. Ci sono le correnti, ma non c`è il partito. Proprio per questo dobbiamo ripensare tutto e fare le cose per bene. Va creata una classe dirigente, che possa poi succedere, tutta insieme, in maniera plurale, al leader. La sinistra vorrebbe l`uscita di scena di Berlusconi subito, sapendo bene che ciò produrrebbe il disastro balcanico e la nostra dissoluzione. Questo è il loro gioco, noi non dobbiamo abboccare».

Ma chi potrà essere il gran successore? «Berlusconi è un fenomeno irripetibile. E i delfini s`arenano sulle spiagge. In futuro, ci vuole la logica del gruppo, in cui ognuno potrà esprimere le sue vocazioni: uno fa il premier, un altro guida il partito e via così».

Come accadeva nella Dc? «Forza Italia era una monarchia anarchica, con una struttura molto leggera. E a me quel modello piaceva. Ma adesso sono cambiati i tempi e c`è il Pdl. Che è qualcosa di più simile a un partito tradizionale ma non ha ancora preso una sua forma solida. Serve una fase costitutiva: E dobbiamo assolutamente riuscire a creare una struttura di partito che risponda alle sfide che abbiamo davanti nei prossimi anni».

Discorsi, ammetterà, già sentiti: da quanto tempo si dice che il Pdl, nella cui denominazione non c`è neppure la parola partito, deve diventare un partito? «Stavolta, se non riusciamo a strutturarci come si deve, molti di noi torneranno alle professioni che avevano un tempo e amici come prima. Con Berlusconi, per diciassette anni abbiamo sempre vinto, anche quando abbiamo perso le elezioni. Non vedo perchè, dopo tutte queste belle esperienze, dobbiamo rimanere in una cosa che magari non ci piace».

Ti piace questa storia..?

Ricevi gli aggiornamenti ogni giorno! Abbonati!

Seguici!

Pubblicato da Lucrezia Pagano il giorno 27.5.11. per la sezione , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

0 commenti per "GRAVE ERRORE DELLA LEGA SPOSTARE I DICASTERI NON SPOSTA VOTI"

Scrivi un commento

Aree del sito