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Marò - Consiglio Europeo chieda all`Onu di denunciare Delhi


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"La storia dei marò è nata male. Bisognava internazionalizzare il caso da subito"
"Siamo nelle manid ella Corte Suprema: rinciano sempre, ma per dire di no hanno fatto prestissimo"

Intervista di Franco Frattini ad Avvenire, di Luca Liverani

Ormai lo posso dire, visto che sono passati più di tre anni. Da ministro degli Esteri, alla Difesa e agli armatori italiani dissi che senza regole chiare non autorizzavo la presenza di militari italiani su navi civili». L`ex ministro degli Esteri Franco Frattini, oggi presidente della Società italiana per l`organizzazione internazionale (Sioi) interviene «da giurista» per dire che la storia dei marò «è nata male». E che ora «l`unica via per uscirne è un atto politico formale dell`Unione europea, che chieda all`Onu di dire all`India che non ha la giurisdizione per giudicare dei militari italiani». E un Paese che agisce così «non ha le credenziali per aspirare a un seggio nel Consiglio di sicurezza. Ma scherziamo?». 

È sorpreso dal no indiano alle richieste dei nostri marò? 
Decisione assolutamente prevedibile. La cosa nasce storta fin dal primo giorno. Da quando fu commesso l`errore capitale di autorizzare la nave a entrare nelle acque territoriali. E, ancora più grave, a far scendere i due marò dalla nave che non sarebbe stata certo assaltata dall`India, trattandosi di territorio italiano inviolabile. È mancata una catena di comando chiara che indicasse chi decide, in caso di crisi, a bordo di un naviglio civile con militari, in missione antiterrorismo. Ormai sono passati oltre tre anni e le posso svelare un retroscena… 

A cosa si riferisce? 
Da ministro degli Esteri avevo affrontato la questione. E nel mio fascicolo, nell`ultima riunione col ministero della Difesa e l`associazione degli armatori civili, avevo annotato di mio pugno: "Senza regole di ingaggio chiare io non consento e non autorizzo che vi sia presenza a bordo di militari armati". Se un armatore privato prende due contractor israeliani o ucraini o albanesi, gli costeranno 1.000 euro al giorno. Con i militari si spende meno, ma si impegna la bandiera italiana. Poi seppi che il presidente Monti recuperò quel fascicolo in cui molti mesi prima non avevo dato il mio consenso. Sono abituato per la mia formazione a studiare gli aspetti giuridici. E avevo capito che se ci fosse stata confusione sulle regole d`ingaggio una vicenda del genere sarebbe potuta accadere. Ed è accaduta, purtroppo. 

Lei da ministro seguì i casi di italiani arrestati… 
Bisogna conoscerla, l`India. È un paese democratico, non una dittatura. Ma la loro "tattica" è sempre stata: "Cosa volete? Abbiamo giudici indipendenti, il processo ha i suoi tempi. E voi italiani ci parlate di giustizia lenta?" Per i marò serviva ben altro. 

Che cosa si doveva fare, ad esempio? 
Internazionalizzare la crisi. Da subito. Non un anno e mezzo dopo incontrando Ban Ki-Moon. O appellandoci a Kathy Ashton perché dicesse mezza parola. E l`India ha risposto: siamo la quarta potenza, tiriamo dritti. Quando sono coinvolti militari in missione, non si tratta di un comune caso penale: le regole internazionali dicono che sono soggetti solo alla giurisdizione del loro Paese. 

Perfino nel caso, ben diverso, del Cermis… 
Noi italiani, soffrendo, abbiamo rispettato il principio consegnando i piloti americani agli Usa. 

Ora la questione più che giuridica è politica. 
Siamo nelle mani della Corte suprema indiana. Che ha rinviato, è stata in ferie, ha preso mesi per decidere se era terrorismo o reato comune, o per scegliere tra la corte di Kerala o di Dehli. Per dire di no, invece, sono stati velocissimi. 


E questo ennesimo schiaffo arriva proprio mentre abbiamo la presidenza dell`Ue. 
L’India non si preoccupa affatto chi è presidente di turno. A stento lo sa. Considera solo i rapporti bilaterali. L`Europa per potere contare sull`India deve fare gesti politici. Non serve una nota stampa, ma una dichiarazione congiunta del presidente del Consiglio Tusk e del presidente della Commissione Juncker, a nome dei 28, al segretario generale dell`Onu, perché denunci la violazione di una norma internazionale a carico di un paese dell`Ue. Se no, non ne usciamo. 





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Pubblicato da Franco Frattini il giorno 17.12.14. per la sezione , , , , , , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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