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Primarie Pdl, Frattini a Sky Tg24: appoggio Alfano


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Frattini: è una decisione politicamente importante perché rompe il muro di silenzio che durava da molto tempo e che dall'interno del partito veniva chiesto di rompere. In primo luogo bisogna guardare al passo indietro con grande rispetto perché significa l'apertura di un cantiere dei moderati italiani.
Quando la perestrojka viene fatta dal protagonista dopo 18 anni vale di più. Va ricordato che anche un anno fa Berlusconi fece un passo indietro dal governo – senza essere sfiduciato. Parliamo di due passi indietro con caratteristiche diverse, ma che permettono al sistema Italia e alla politica di fare un passo avanti.





LA NOTIZIA: Berlusconi: "Non mi ricandido, primarie Pdl il 16 dicembre"

L'ex presidente del Consiglio conferma il passo indietro e annuncia le consultazioni entro l'anno: "Resterò al fianco dei più giovani che devono giocare e fare gol". Galan e Santanchè: "In corsa". Casini: "Noi faremo una Lista per l'Italia

Non si ricandida. Ma non ha intenzione di abbandonare la politica. "Rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività". E ancora: "Resterò al fianco dei più giovani che devono giocare e fare gol". Così, attraverso una nota ufficiale, Silvio Berlusconi scioglie la riserva. L'ex presidente del Consiglio annuncia che non si ricandiderà alle prossime elezioni politiche e lancia le primarie entro il 16 dicembre per scegliere il suo successore alla guida del Pdl.

E' quanto si legge in un lungo comunicato che conferma quanto anticipato dal sito del Foglio di Giuliano Ferrara

L'annuncio anticipato da Ferrara - Il giornalista parla del ritiro del cavaliere dalla politica e di primarie che "molto probabilmente non saranno più una corsa interna al Popolo della libertà (partito il cui destino è ancora incerto), ma primarie aperte nella logica di un nuovo e più ampio soggetto politico cui dovrebbero aderire tutte le forze del centrodestra italiano: forse Pier Ferdinando Casini, forse anche Luca Cordero di Montezemolo che ha lasciato la presidenza della compagnia ferroviaria Ntv (e che a breve potrebbe dimettersi anche dalla vicepresidenza di Unicredit)". Ma Casini smentisce l'ipotesi di un riavvicinamento al Pdl.

Casini: "Noi faremo la lista per l'Italia" - Il leader dell'Udc Pierferdinando Casini prende infatti le distanze dal Popolo della Libertà. "Noi faremo una 'lista per l'Italia: alle elezioni ci saranno la lista del Pd, quella del Pdl e la Lista per l'Italia e poi Grillo". E annuncia: "Io con Vendola non posso avere niente a che fare, per rispetto verso di lui ma anche verso di me e verso i miei elettori". 

Santanchè si candida alle primarie - Tornando in casa Pdl, invece, tra i primi a commentare la notizia c'è Daniela Santanchè, che ringrazia il premier (con questa dichiarazione "siamo usciti da immobilismi") e annuncia la candidatura alle primarie, cme fa del resto anche l'ex governatore del Veneto Galan. "Avevo sempre auspicato le primarie perché sono uno strumento democratico che riunisce il partito - dice Santanchè - Sono contenta di questa lettera e sono contenta che siano primarie aperte: quindi io mi candido".

Berlusconi: "Preferisco fare un passo indietro" - Berlusconi rivendica i meriti dei suoi governi e della sua discesa in campo 18 anni fa, riconosce al governo di Mario Monti di avere fatto quanto possibile per salvare il Paese, ribadisce che il futuro dell'Italia è in una Ue più forte e "interdipendente" e annuncia il programma riformatore del centrodestra che lascia in eredità al Paese.
"Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol", scrive Berlusconi all'inizio della sua nota.

"Resto a fianco dei più giovani, che devono giocare a fare gol" - "Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività. Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà, sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni. Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell'individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi. Lo faranno con un'investitura dal basso nella quale ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia, che ce la può fare, che può tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi", dice ancora la nota.

"Ci hanno chiamati populisti e antipolitici" - Il comunicato procede dunque con l'analisi di quanto avvenuto in questi anni: "Siamo stati chiamati spregiativamente populisti e antipolitici della prima ora. Siamo stati in effetti sostenitori di un'idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso. Abbiamo costruito un'Italia in cui non si regna per virtù lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione. Questa riforma 'populista' è la più importante nella storia dei 150 anni dell'unità del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica. Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell'opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell'Italia".

"Monti ha fatto quello che ha potuto" - "Ma da questa sindrome infine rivelatasi paralizzante siamo infine usciti con la scelta responsabile, fatta giusto un anno fa con molta sofferenza ma con altrettanta consapevolezza, di affidare la guida provvisoria del paese, in attesa delle elezioni politiche, al senatore e tecnico Mario Monti, espressione di un Paese che non ha mai voluto partecipare alla caccia alle streghe. Il presidente del Consiglio e i suoi collaboratori hanno fatto quel che hanno potuto, cioè molto, nella situazione istituzionale, parlamentare e politica interna, e nelle condizioni europee e mondiali in cui la nostra economia e la nostra società hanno dovuto affrontare la grande crisi finanziaria da debito. Sono stati commessi errori, alcuni riparabili a partire dalle correzioni alla legge di stabilità e ad alcune misure fiscali sbagliate, ma la direzione riformatrice e liberale è stata sostanzialmente chiara. E con il procedere dei fatti l'Italia si è messa all'opera per arginare con senso di responsabilità e coraggio le velleità neocoloniali che alcuni circoli europei coltivano a proposito di una ristrutturazione
dei poteri nazionali nell'Unione Europea. Il nostro futuro è in una Unione più solida e interdipendente, in un libero mercato e in un libero commercio illuminato da regole comuni che vanno al di là dei confini nazionali, in una riaffermazione di sovranità
che è tutt'uno con la sua ordinata condivisione secondo regole di parità e di equità fra nazioni e popoli", prosegue la nota. 

"La sinistra vuole tornare indietro" - "Tutto questo non può essere disperso. La continuità con lo sforzo riformatore cominciato diciotto anni fa è in pericolo serio. Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l'esplosione del paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento. Sta al Popolo della Libertà, al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva", conclude la nota.

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Pubblicato da Lucrezia Pagano il giorno 24.10.12. per la sezione , , . Puoi essere aggiornato sui post, i commenti degli utenti e le risposte utilizzando il servizio di RSS 2.0. Scrivi un commento e partecipa anche tu alla discussione su questo tema.

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